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Il potere dell’inciviltà che danneggia la città

CRONACA - 12 12 2018 - Ivan Bormolini

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E ci risiamo! Poche mattine fa ho percorso a piedi il tratto di marciapiede tra le vie Ponticello e Calcagno.
Ho dovuto tenere gli occhi ben saldi al suolo, perchè, a forza di evitare lordure di cane, sono diventato quasi un campione di slalom gigante.

 

Mi chiedo, senza nemmeno più la certezza di trovare risposta, come sia possibile non aver rispetto degli altri cittadini. Non è certo colpa di Fido, fedele amico dell’uomo, se questo chiede di poter uscire e fare i propri bisogni fisiologici. Sta però al buon padrone o padrona, premurarsi  di apposito guanto e sacchettino e raccogliere le deiezioni dello scodinzolante amico.

 

Invece no! Si preferisce che altri calpestino, tanto la maleducazione, l’inciviltà, il non rispetto delle semplici regole di convivenza e di mantenimento comune del decoro urbano, non appartengono a certi cittadini.
Beninteso, non si può fare di tutta un’erba un fascio, perché va detto che molti proprietari di cani fanno il loro dovere e nel rispetto delle leggi vigenti, si chinano e raccolgono.

 

Non credo che la rimanenza dei padroni di un cane, siano comunemente affetti da lombalgie oppure lombosciatalgie acute, tali da non permette di abbassarsi e raccogliere. Se così fosse non sarebbero in grado di varcare l’uscio di casa. 
Qualche tempo  fa, assistendo ad una scena del genere, mi ero premurato di dire ad una persona se gli sembrava il caso di lasciare a terra i bisogni del suo cane.
Di tutta risposta, mi ero sentito dire “ tanto siamo in periferia” .
Ho preferito non continuare un’inutile discussione, vista l’ignoranza dell’affermazione. Mi sono semplicemente detto, guardando quel bel cane: “Speriamo che sia più intelligente del suo proprietario”.

 

Ora, per concludere questa parte, dico solamente questo: il rispetto per le normali regole civili va adottato ovunque sia in centro che in periferia. Ed aggiungo: le due vie prima citate, sono spesso percorse anche dai camperisti che lasciano i loro veicoli nell’apposita area a loro disposizione. 
Vogliamo dar loro, visitatori anche di Tirano,  un’immagine di una città poco pulita?
Si sono fatti innumerevoli sforzi e altri se ne stanno facendo per dare alla città di Tirano una visione di centro turistico. Tirano città del buon vivere, ed ancora, Tirano città di storia e tradizioni.

 

Evidentemente, a qualcuno sfugge questo concetto e la cosa che mi fa più tristezza è che siano alcuni deturpatori a non aver ben chiaro il lungimirante lavoro che si sta continuando e progettando per il futuro.
Alcuni anni fa, è stato realizzato il Terminal Bus di via Calcagno, un’opera davvero utilissima, sia per studenti e per pendolari che necessitano per i loro spostamenti di un’area ben attrezzata. Grazie ad un’attenta visione della storica Automobilistica Perego, Tirano gode di questo spazio, perfettamente fruibile anche dai turisti. A scale già esistenti, si è realizzata una rampa in grado di poter portare bagagli senza problema.
La stessa cosa successivamente, è stata messa in opera nel versante opposto.
Benissimo, tutto positivo e bello.
Ma tornando a parlare di inciviltà o vandalismo, certo da cittadino o redattore di questo giornale on line, non posso stare zitto.

 

Scritte volgari e ignobili diciture, campeggiano su ogni lato di un’opera che dovrebbe essere pulita e dare al visitatore un buon biglietto da visita per la nostra Tirano. 
Ripulire il tutto ha dei costi, non certo indifferenti.
Altre scritte, campeggiano altrove, per esempio al sottopassaggio, il quale dipinto di un rosa, ormai stinto, non è certo un buon biglietto da visita per Tirano...

 

Che altro dire… Fermatevi e pensate, il bello della nostra città passa anche dal rispetto.
 

Ivan Bormolini

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1 COMMENTI

12 12 2018 10:12

Méngu

Stimato Ivan, dici: “Ho dovuto tenere gli occhi ben saldi al suolo, perché a forza di evitare lordure di cane, sono diventato quasi un campione di slalom gigante.” Io ti dico: beato te che vedi bene, io che porto gli occhiali da sessant’anni, sabato passato in Via S. Giuseppe , mentre mi recavo, come mio solito alla S. Messa delle ore 18.00 devo aver calpestato una cacca molle di cane. Mi sono accorto dalla puzza che emanava la mia scarpa in chiesa e che i miei vicini di banco, come cani da fiuto annusavano torcendo il naso. Accortomi del guaio, lemme lemme, sono uscito dal tempio. Fuori della porta laterale ho ispezionato la suola della scarpa sinistra ruotando la gamba come si fa per suolare i cavalli e ho visto la grande spalmata di cacca. Sono rabbrividito pensando che potevo essere ricevuto dal “ sciur Sindàch” Franco Spada in questa stessa situazione e sporcare di cacca il pavimento del suo ufficio. Che il fato ci protegga da queste incresciose situazioni e ognuno si controlli le suole delle scarpe prima di entrare in casa sua o ricevuto da altri.