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Buon anno Sanità valtellinese

CRONACA - 08 01 2019 - Ivan Bormolini

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(Di I. Bormolini) Negli ultimi mesi dell'anno appena trascorso, l'argomento sanità in Valtellina e Valchiavenna è tornato di estrema attualità. Questo importantissimo servizio e le sue sorti future, tocca tutti da vicino e la cittadinaza è molto attenta all'evolversi di una situazione che in questo nuovo anno sembra dover avere una definitiva svolta.

 

Nei prossimi mesi verremo a conoscenza del lavoro svolto degli esperti del Politecnico di Milano i quali, hanno avuto l'incarico da Regione Lombardia per dare il via alla riqualificazione della nostra rete ospedaliera.

Ciò che vi dico nelle prossime righe, non vuole essere motivo di polemica, oppure di stumentalizzazione, magari interpretatata ad un fine politico che non esiste da parte mia, ma vuole narrare una voce spesso, anzi sempre inascoltata.

E' in buona parte la parola della gente, di quell'agorà, quella della piazza.

 

Quando si parla di sanità, i termini riqualificazione oppure riorganizzazione, spaventano un po' tutti, perchè di norma li si associa ad una possibile riduzione dei servizi o chiusure e ridimensionamenti di reparti. Insomma tagli proprio dove questi non dovrebbero mai essere attuati, quando si parla di cura e salute del cittadino. Vivamente ci si augura sempre che ciò non avvenga.

E' palesemente evidente, che la sanità di Valtellina e Valchiavenna non può essere messa sullo stesso piano di quella delle grandi aree metropolitane, ma necessita appunto di una visione strategica e operativa, di una Sanità di Montagna, la quale deve divenire esempio di qualità ed eccellenza.

E' chiaro che in questa visione, un serio approfondimento vada fatto sul futuro dei presidi di Chiavenna e Morbegno, già pesantemente gravati nella loro operatività a servizio dei cittadini.

Ma il ragionamento più ampio da fare è inerente agli ospedali di Sondrio e Sondalo.

 

Premetto inanzitutto da semplice cittadino, che l'idea di creare un ospedale unico per la provincia non mi convince. Questa proposta, già ventilata anni fa, non aveva trovato alcun positivo riscontro ed oggi credo lo trovi ancor meno. Sono la stessa nostra ampia geografia territoriale e la nostra rete viaria, unite ad altri fattori che bocciano questa idea, mi domando come possa un unico presidio su un territorio così vasto e disagiato, assorbire tutte le richieste dell'utenza.

Cosa significa dar vita ad una nuova struttura sondiocentrica, un unico polo ospedaliero, quando recentemente sono stati investiti molti soldi per ridisegnare un nuovo pronto soccorso a Sondrio, e ridare nuovo lustro al blocco operatorio dello stesso presidio?

E poi, tanto per parlare chiaro, quante risorse economiche pubbliche servirebbero e quali i tempi per realizzare un nuovo ospedale? Il tutto mi pare un'idea di ben difficile attuazione.

 

Rimane poi, ragionadoci bene, anche il discorso di un patrimonio immobiliare esistente che certo non potrà cadere nel dimenticatoio, già il Morelli in tal senso, con i padiglioni dismessi ne è un esempio tangibile. E' triste vedere alcune di quelle strutture che hanno fatto non solo la storia della sanità locale, ma di quella nazionale ed estera, abbondanati ad un destino di decadimento.

Ma torniamo alla realtà odierna. Sono convinto che spesso, quando vengono fondati alcuni particolari comitati, è perchè qualcosa non funziona a dovere, per cui gruppi di persone, sulla base di fatti, conoscenze specifiche e di idee ben chiare, si mettono in gioco per far sentire la proria voce che in molti casi riassume anche quella della cittadinaza.

 

Parlando di sanità locale, ed essendo da sempre a fianco di chi lotta per la salvaguardia dell'ospedale Eugenio Morelli di Sondalo, ho sposato sin dalla sua fondazione le idee ed i principi del comitato “Io sto con il Morelli”.

Ai giorni nostri, è palese che la sanità in valle vada rivista e ridisegnata e su questo non ho alcun dubbio. Questo percorso però non deve in alcun modo escludere il Morelli e le sue eccellenze.

Per cui, leggendo anche le notizie recenti, apparse sulla stampa locale per voce di un numero del quotidiano

La Provincia di Sondrio”, in merito al documento inviato al Politecnico di Milano dallo stesso citato comitato, non posso fare altro che approvare.

 

Si tratta di una visione che giudico logica, lungimirante ed attenta hai bisogni del territorio, dei residenti e che guarda anche al forte impatto turistico e sportivo di cui la valle si fregia.

Non è più tempo, di campanilismi e assurde logiche, spesso concorrenziali tra le due strutture, ma è il momento di lavorare seriamente, attuando un sistema sanitario che abbia come principio canone un'unità strategica fondata su una precisa definizione delle competenze e che porti ad evitare quei doppioni oggi ancora esistenti.

A mio avviso, solo in questo modo si potrà ridisegnare una vera e costruttiva Sanità di Montagna.

Analizzando le proposte del Comitato, accolgo con estremo favore l'idea di una suddivisione tra i presidi sulla base delle specialità o specificità esistenti.

 

Al presido di Sondrio, essendo già funzionanti specifiche unità di supporto alla cura delle patologie tumorali, quali l'oncologia medica, la medicina nucleare e la radioterapia, andrebbe un'unica unità operativa che si dedichi all' ampio e difficile contesto della lotta e cura dei tumori.

Bene anche l'ipotesi di mantenere e potenziare altre storiche eccellenze di questo ospedale, quali l'otorinolaringoiatria, l'oculistica, la chirurgia generale, ginecologica e l'urologia. Non va scordato nemmeno il reparto di cardiologia, oggi dotato di strumentazioni all'avanguardia in grado di intervenire sul paziente cardiopatico in modo veloce e con risposte di eccelente qualità.

 

A Sondalo, sempre ricordando il percorso di definizione delle competenze enunciato dal Comitato, non va scordata la grande storia in tema di cure pneumologiche, traumatologiche, ortopediche neurologiche e neurochirurgiche. Baluardi di grande storia, cura e ricerca medica che hanno fatto di questo ospedale motivo di orgoglio non solo per la valle ma per l'intera nazione ed altri confini internazionali.

Reparti storici, in cui nomi eccelenti della medicina nazionale ed internazionale, hanno gettato le basi per quello che avrebbe dovuto essere un percorso roseo che nei decenni passati ha dato vita all'assoluta validità, ancor oggi ampiamente riconosciuta in tema di cure riabilitative, chirurgia toracica, vascolare e neurochirurgica.

 

Lontani ma epici i tempi in cui sulle diciture scritte di questo ospedale si leggeva “Azienda Ospedaliera Eugenio Morelli di rilevanza nazionale ed internazionale”.

Forse era stato commesso un errore incorporare il Morelli in un'unica Azienda di valle? Difficile oggi dare delle risposte pro o contro questa decisione avvenuta anni fa, sta di fatto che l'ospedale di Sondalo deve continuare a mentenere un ruolo fondamentale nell'assetto della sanità di valle.

Se questo percorso verrà attuato ed individuato come validissima alternativa alla situazione attuale, le nostre valli, ma soprattutto la nostra gente avrà delle risposte soddisfacenti.

 

In estrema sintesi e per quello che da cittadino percepisco, è che non si investa in dispendiosi e nuovi interventi strutturali, se non ovviamente importanti per i presidi già esistenti, ma si guardari con mirati stanziamenti alla valorizzazione di nuovi e sempre più moderni mezzi tecnologici o strumentali all'avanguardia.

Tutto questo sarà di ottimale ed ulteriore supporto ai Direttori dei reparti ed al resto del valido personale medico, senza mai scordare la presenza indispensabile e l'esperienza del personale infermieristico.

In tale ottica, si potrà parlare in misura sempre più minore di tassi di fuga di pazienti che vanno a farsi curare altrove.

 

Che alro aggiungere, buon anno sanità valtellinese, che sia questo un periodo decisivo per ridisegnare il tutto, tutelare il patrimonio sanitario che abbiamo, migliorandolo e dando sempre più

risposte concrete ai cittadini locali. Buon lavoro!

 

Ivan Bormolini

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