I sensi e il Chisciöl quale “tampone” per il Coronavirus
CULTURA E SPETTACOLO - 06 12 2021 - Ezio (Méngu)
Una premessa, abbiate pazienza, ma devo farla! La devo fare prima di narrare l’avventura dell’amico Mario, che nel mese di gennaio del 2021 si è ammalato da Covid 19 e, fortunatamente, è guarito dopo dieci giorni di isolamento volontario. Di noi umani si dice che possediamo cinque sensi, in verità i nostri sensi sono ben 17. Molte malattie possono farci perdere i nostri sensi e tra questi vi è il Covid 19. La perdita di un senso è molte volte campanello d’allarme di una malattia così come è capitato a Mario. Oltre ai ben noto cinque sensi quali la vista, olfatto, udito, tatto e gusto, ne possediamo altri, forse i meno noti, ma non meno importanti quali: La Cinestesia;è la capacità di localizzare il nostro corpo nello spazio. La Chemiopercezione: è la sensazione degli stimoli chimici innescati dagli ormoni. Il Dolore: è l’effetto causato dai recettori nelle nostre ossa, nella pelle ecc. allo scopo di difesa del nostro corpo. L’Equilibrio: è il meccanismo che rende possibile avvertire le accelerazioni tramite il labirinto vestibolare nell’orecchio. La Fame: il desiderio impellente di nutrirsi. Il Magnetismo: poco sviluppato nell’essere umano per percepire l’orientamento. Il Prurito: diverso dal tatto ma con un proprio sistema sensoriale. La Sete: il desiderio impellente di bere Il Tempo: la percezione che cambia a diversi stati dell’essere. La Tensione: controlla i propri movimenti muscolari. La Termopercezione: la capacità di percepire il freddo o il caldo. Lo Stiramento: i recettori nel corpo che coinvolgono stomaco, intestino, vescica e… Orbene, dopo questa premessa sui 17 sensi dell’uomo (in verità il gentil sesso ha un mezzo senso in più ed è quello di vedere una spanna avanti più degli uomini) , ora racconto ciò che è successo a Mario. Come ogni sabato sera sua moglie Ernestina aveva preparato due stupendi chisciöi per cena. Ernestina aveva cucinato i chisciöi attenendosi scrupolosamente alla ricetta della “ Confraternita del Chisciöl “. Qui mi fermo un secondo per far conoscere la ricetta per coloro che la ignorano, sicuro che anche loro si innamoreranno del chisciöl e lo cucineranno nelle migliori occasioni. ( apri il link: http://www.abriga.it/fvb/showthread.php?t=2218 ). Anche quella sera Mario si mise a tavola, vide i due chisciöi fumanti sul piatto, diede un bacio alla moglie Ernestina, ne assaggiò uno spicchio, poi con una smorfia di disgusto disse: “Ernestina perché non hai messo il formaggio? “ . Ernestina lo guardò stupita e disse:“Mùstru, quattro etti in due chiscöi non bastano ? “Mario, con il naso rasente al chisciöl .trasse una portentosa aspirazione, da sollevarne quasi la crosta e disse “Raisa, non sento l’odore!”. Poi preso forchetta e coltello, ne tagliò quasi un quarto e se lo mise in bocca, lo rigirò come fosse una reliquia e disse: “Ernestina il chisciöl l’è fàt, fatènt ( è senza sapore) . La donna cacciò un urlo e disse: Mùstru, tarée mìga ciapàa sü àa ti ‘l Covit ( non avrai preso il Covid ! ) Mario si imbiancò in viso ma continuò a masticare il chisciöl, poi ne prese un altro pezzo ma per lui il chisciöl non aveva sapore. Mangiò lo stesso e dietro al chisciöl ci mandò due bicchieri di vino del Mazzacavàl. Li bevve però senza entusiasmo poiché per lui avevano perso il delicato sapore. Non disse nulla, ma Ernestina capì e qui si può intravedere il mezzo senso in più che hanno le donne e soprattutto le mogli. Andarono a letto verso mezzanotte, dopo aver visto distrattamente un film alla televisione. Mario sembrava posseduto da sbadigli e da irrequietezza e al mattino si svegliò sudato. Di solito andava in garage e prendete una cesta di legna per riscaldare la cucina, ma mandò sua moglie. Si misurò la temperatura ascellare: 38,5°. Si sentiva affaticato e la luce del mattino quasi gli dava fastidio. Era tempo di Covid 19 e la moglie Ernestina rintracciò il medico di famiglia che giunse trafelato. Visitò ben bene Mario e sentenziò: è Covid 19, occorre che si isoli per non infettare altri. Chiese a Ernestina come stava, poi prese il ricettario e prescrisse le medicine. Mario chiese al dottore: “devo andare all’ospedale? “Il dottore serio disse “per ora no! Misurati la febbre mattino e sera e teniamoci in contatto!” Salutò di fretta e riprese le visite ai suoi ammalati. Fortuna che la casa era grande e Mario, oltre allo spazioso appartamento, aveva anche una taverna. Durante la giornata Ernestina si fece fare il “tampone “e risultò negativa. I primi tre giorni di isolamento in taverna per Mario furono un vero tormento di Sisifo. La febbre era salita a quasi 39 °, gli era calato l’udito, mangiava poco o nulla, beveva solo qualche tisana. Ai piedi aveva un formicolio continuo, l’olfatto e il gusto erano assenti e non sopportava la luce intensa del grande lampadario che illuminava la stanza. Dopo tre giorni la febbre iniziò a calare e si assestò sui 37,3 °.Ernestina, premurosa , mattina e sera gli depositava fuori dalla porta il suo cibo preferito, ma lui mangiava poco o nulla. Nel quinto giorno di isolamento Mario incominciò a star bene e la sua temperatura tornò normale. Contattò il medico che gli disse: “Bene! ma rimani altri tre giorni in isolamento poi passo a visitarti. “Mario si attenne all’ordine del medico per un giorno, poi ebbe fame e una fame di chisciöl. Ernestina glie ne preparò uno per mezzogiorno e glielo portò con un quartino di vino. Glielo posò come al solito dietro la porta della taverna. Dopo un quarto d’ora Mario chiamò la moglie che si fermò sull’uscio e le disse:” Il chisciöl era ottimo e hai adoperato il formaggio stagionato, quello di Livigno”. Ernestina aprì la porta e corse ad abbracciare Mario e subito salirono al piano di sopra. Poi Mario telefonò al suo medico e disse: “Sciur dutùr, adéss stòo bée e sòo guarìi “ ( signor dottore, ora sto bene e sono guarito ) . Il medico stupito gli disse: “chi te l’ha detto ? hai forse cambiato medico ?” Ti avevo promesso che sarei giunto da te dopo i tre giorni di isolamento !” Mario rispose: “Ernestina mi ha “tamponato “con un chisciöl e mai l’ho trovato così squisito. Mi sono ritornati tutti i sensi, anche un altro che le dirò in privato”. Il medico capì, sorrise e disse: Bene! Mario, forse metterò il chisciöl quale “ tampone “ per il Coronavirus nel mio ricettario come prova del nove di malattia / guarigione avvenuta e …quello che volevi dirmi in privato va bene mattino e sera. Stammi bene. Ezio (Méngu)
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