Bellezza e spiritualità
CULTURA E SPETTACOLO - 04 07 2018 - Méngu
Capita a molti turisti di rimanere affascinati dinnanzi al grandioso organo nella Basilica di Madonna di Tirano, all’altare maggiore e a quello della Vergine Maria apparsa il 29 settembre 1504. Quell’incanto di bellezza trascina molti, in una danza con il naso all’insù, con le braccia alzate e con il palmo delle mani a conchiglia che racchiudono l’i-Phone per filmare o fotografare le opere d’arte e serbarne il ricordo. E’ bello vedere questo andirivieni di gente forestiera poiché tutti noi dobbiamo fare l’esperienza del bello, magari guardando le montagne, il bosco nel suo magico apparire, il mare nei suoi colori al tramonto del sole o ancor più semplicemente guardando il volto di una donna che sorride, sentendo musica o guardando un quadro, una scultura. La bellezza penetra nell’animo, lo strizza nella sua essenza, lo travolge, lo terge dagli affanni, dai dolori e ci dona benessere proiettandoci fuori di noi. Ci fa pensare a qualcosa di più grande di noi e ci fa sentire bene avvicinandoci al Principio Creatore. La bellezza ci induce a meditare sul miracolo della vita, della natura, sugli oggetti nella loro essenza. Ma fotografare e ammirare a volte non basta all’animo incline al “pensiero sottile“ e al trascendente . Ecco quindi che una sosta silenziosa e meditativa innanzi agli altari rende piena e pregnante di religiosità la vista di quelle bellezze. Se poi ci si abbandona alla preghiera le immagini che noi troveremo aprendo il nostro i-Phone saranno intimamente collegate, nel nostro animo, nel nostro spirito alla scritta “ Bene Avrai “ ai piedi dell’altare della Beata Vergine. Méngu
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