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L’appetito vien mangiando (ovvero già che tée fàcc sèt, fa àa òt)

CRONACA - 02 06 2021 - Ezio (Méngu)

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/Sassi sulla mulattiera per Canali
Sassi sulla mulattiera per Canali (causa smottamento su strada tagliafuoco Ronco-Val Tigozzi) - foto Méngu

Leggo su Intorno Tirano nell’articolo del 25.05.2021: “Orti urbani: boom di domande a Tirano“, una affermazione che mi entusiasma e che recita : “Dimostra che la nostra proposta ha intercettato un crescente desiderio di contatto con la terra e di ritorno alla tradizione contadina, oltre che un’effettiva esigenza sociale presente nella nostra comunità”. Ho avuto molto piacere nel vedere il desiderio di tanti che auspicano un ritorno alla “ terra “ coltivando un orto. L’iniziativa è lodevole!  Un  proverbio antico dice che “l’appetito vien mangiando“ e un altro che lo conclude“ Già che tée fàcc sèt, fa àa òt “.

 

Perché il Comune non incoraggia dando incentivi e opportunità, per coloro che amano la montagna magari con una Associazione, di avere l’opportunità in modo gratuito e con il beneplacito del proprietario, di  fare la fienagione o di manutenere i prati con del bestiame, nei luoghi dove regna sovrano lo “zerbo”? Perché non raccogliere e utilizzare il legname dei boschi caduto da alberi ormai cinquantenari ( larici e abeti, betulle ecc. ecc. ) e la legna portarsela a casa per loro uso e consumo, per dono dei  proprietari che la lasciano marcire sul posto?  Chi dice “ ugnün per sé, Diu per tücc “ , è un cittadino retrogrado. Se i proprietari non si danno pegno di mantenere i loro siti in ordine, possono essere così egoisti di non avvantaggiare coloro che potrebbero farlo, magari traendo, dal loro utilissimo lavoro, un giusto vantaggio ? “ ‘L sitù l’è mé e se ‘l va a ròz l’è afàri mé “ si potrebbe sentir dire. Però siamo una comunità e se uno puzza può dare fastidio ad un altro, non vi pare ? Il disordine non porta benessere e turismo e fa danno a chi meno se lo aspetta. Osservate bene i nostri boschi. Vedrete delle piante divelte dal vento, alberi marci in siti dove ci vuole il machete per entrarvi e che occorre fare una affannosa ricerca per sapere chi è il proprietario. Vedrete a lato strada alberi pericolanti o tagliati e non raccolti su strade e mulattiere che sembrano gallerie alberate pronte ad essere invase dalla vegetazione.  Vedrete canalette di strada intasate da fogliame e rami da sembrare fosse da “ trèss del ciùn “ . Forse vi sarà capitato di percorrere strade tagliafuoco con muri crollati e alberi che non lascerebbero passare,  in caso di emergenza, un trattore. Vedrete antichi muri in pietra  su strade comunali per sembrano gravidi e pronti a spanciare da un momento all’altro Tutte belle cose costruite con buona volontà dai nostri avi o padri  e poi dimenticate al loro destino. Ci sono infiniti lavori o lavoretti in montagna  che tanti anziani non riescono più a svolgere a  causa di mala salute, o anche perché  i figli e nipoti sono fuori Valle per lavoro. Si ricordi che una canaletta di strada non pulita ogni primavera può comportare motivo di frane e lutti. Un  colpo di badile nel posto giusto e nel momento giusto può evitare una tragedia. Ricorderete le frane dei vigneti terrazzati di Tresenda del 1983 e la loro causa.  Ricordo con piacere quando l’Emerito sciur Sindàch Pietro Del Simone, che una  mattina alle 7,30 , dopo un violentissimo temporale estivo che aveva “ svalgellato “ un tratto di mulattiera in quel di Ronco, da me contattato,  è intervenuto personalmente e, dopo aver ispezionato il tratto in questione, dopo pochi  giorni ha risolto il problema bonificando e togliendo la  venuta d’acqua sulla mulattiera. Deduzione: solo gli Amministratori che conoscono il territorio e che lo percorrono spesso possono dire e dare  la loro opinione e  risolvere subito i problemi delle anomalie del territorio. Chi sta “ pacifìch “ a tavolino spesso non ha le idee chiare  e fa fatica a comprendere ciò che necessita, specie per la montagna.  Credetemi, i vecchi spargono lacrime amare nel vedere andare in rovina alcuni loro siti e strade.   Così come io sono stato felice nel vedere nella “ steppa del Rodùn “ in Tirano quattro bellissimi asini, gran lavoratori di ganascia e di pochi ragli, così pure mi piacerebbe che nascesse una lodevole iniziativa che chiamerei “ Bando allo” zerbo “dei siti di montagna “ da parte del Comune. Faccio notare che in alcuni Comuni della nostra Valle tenere in ordine i siti è imposto per dovere cittadino.   

 

Sono certo che tante persone darebbero in uso gratuito i loro siti che vanno a “ zerbo “ a  delle persone di buona volontà e che potrebbero trarre un giusto utile. Il proprietario e la Comunità avrebbero così il piacere di vedere i siti, boschi e pascoli  ordinati e produttivi.  Il Comune, con i dovuti modi, potrebbe organizzare e attuare questa iniziativa. Aggiungo anche una considerazione che un vecchio tiranese contadino, di lucida mente e stimato per la sua esperienza , mi ha detto:  “ è mai possibile che nel tratto di montagna che va dalla frazione di Cologna alla Valle della Ganda non ci sia una strada carrozzabile che giunga all’Alpe Canali e Piscina e per raggiungere dette località occorre fare un giro di 11 chilometri con tratti di strada che rompono gli ammortizzatori delle auto e dei muri di contenimento che sembrano pezzi di formaggio rosicchiati dai topi !! Dove ci sono strade percorribili con dei normali mezzi c’è opportunità di controllo, ordine e comodo sfruttamento dei boschi.  “ Poi mi dice con una punta di ironia che sembra voler punire, a torto o a ragione,  i nostri Amministratori : “ impariamo dai Villaschi, con la loro montagna dirimpettaia alla nostra. Le loro strade asfaltate si sviluppano e si innalzano asfaltate su tutto il tratto di montagna e raggiungono quasi la cima dei monti.  Noi tiranesi, bonaccioni, possediamo nella detta costa di montagna una “ autostrada elettrica “ con fascia di rispetto di 50 metri ( leggi linea doppia 380 kV ) ma nessuna strada carrozzabile “. L’amico se ne va  sdegnato e pensandoci bene  non posso dargli tutti i torti. E i nostri Amministratori come la pensano ?

 

Ezio (Méngu)

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