Bagni di sole tra prati e frescure d’acque
CRONACA - 14 05 2022 - Ezio (Méngu)
L’articolo “Bagni di sole “apparso ultimamente sul giornale on-line Intorno Tirano a firma di Bernardo Gabriele Ferrari fa riflettere. Nell’articolo traspare una idea di fondo, credo condivisibile, di trovare uno spazio libero in Tirano dove si possa godere il sole con la frescura delle acque correnti del torrente Poschiavino. In verità questa ricerca di piacere l’ho vista alcuni giorni fa osservando una bella famigliola che placidamente si godeva il sole nella spiaggetta di sabbia fine e pulita presso il cuneo boschivo nella confluenza tra l’Adda e il Poschiavino. Senza dover andare a Parigi come ha fatto Bernardo, da noi basta recarsi al “ laghetto di Grosotto “ per vedere come quel Comune, con grande intelligenza e lungimiranza ha saputo utilizzare un sito di campagna al centro della Valle in modo da far godere ai suoi cittadini e non solo ai suoi, pace, silenzio e frescura. Quel luogo è servito con eccellenza da uno spazioso Bar, con all’esterno grandi tavoli, sedie e sdraio per rilassarsi e prendere il sole. Vi sono anche moderne attrezzature di svago per giovani e bambini. Nessun rumore turba quella quiete, semmai si ode solo un dolce e monotono fruscio d’acque nei canaletti d’acqua per l’alimentazione del laghetto dove si pesca la trota. Bernardo, che si firma anche come “ Il cittadino tiranese “ è noto per le sue proposte all’Amministrazione comunale, buone idee che in genere vanno in porto anche dopo anni di meditazione. Nell’articolo pubblica una foto dove suggerisce il sito idoneo per creare una spiaggetta presso l’alveo del torrente Poschiavino, naturalmente in zona non pericolosa dove l’acqua anche con rilasci improvvisi non diviene un pericolo per le persone. Stima il progetto di poco costo e di grande comodità per i cittadini che potranno godersi il sole e il fresco venticello che giunge dalla valle di Poschiavo. Non so se la proposta sia fattibile, ma la sua idea di fondo è quella di avere e godere un sito dedicato, libero e di grande relax senza andare troppo lontano, soluzione che se fattibile tecnicamente, condivido. A tal proposito mi sovviene la risposta ad una mia domanda che feci alcuni anni fa al professore e storico Gianluigi Garbellini, gran conoscitore del tiranese. Gli chiesi se fosse il caso di ampliare il Parco S. Michele ed avere così una bella zona, quasi al centro di Tirano che desse la possibilità a molti cittadini e turisti di godere, dopo aver visitato la nostra cittadina, di pace e tranquillità poiché avevo notato che la nostra bella cittadina ne è quasi priva. Questa fu la sua risposta: “ Affrontando il cuore della domanda rivoltami, quei prati avevano già in fieri ciò che sarebbe stata in realtà la loro destinazione futura, non più agricola e privata, ma legata allo svago e a disposizione di tutti: una indubbia conquista e una nuova risorsa, in particolare per i residenti dell'area circostante, per i pellegrini e i turisti in visita al santuario e per tutti i Tiranesi. L'ampliamento in discussione, con l'annessione della superstite area verde a S/E fino alla strada di San Giuseppe, nasce di getto e del tutto spontaneamente quale idea - affatto peregrina, ma pienamente naturale - ogniqualvolta si entra nel parco San Michele. L'auspicio e la speranza di un unico grande spazio pubblico sono la logica conseguenza se si considera l'esigenza che sorgerà nel prossimo futuro di una maggiore disponibilità di area verde pubblica, dato l'inarrestabile sviluppo urbanistico della zona, e per il fatto che sussistono, a margine del parco attuale, terreni fortunatamente ancora liberi. L'osservazione in questo senso - salvaguardare la disponibilità dei terreni ai fini dell'ingrandimento del parco limitrofo - del resto era stata fatta dal mio Gruppo e anche dal "Gruppo misto" nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 22 settembre u. s. in occasione dell'adozione del PGT. Trova perciò il mio personale consenso, al di là dei progetti dagli stessi nel dettaglio elaborati, la recente proposta avanzata dai colleghi del "Gruppo misto", intesa a salvare da costruzioni quell'area e a creare un "grande parco". I motivi per non lasciar cadere l'ipotesi di inglobamento nel parco San Michele dell'adiacente area verde fino a Via San Giuseppe sono del tutto evidenti, ragionevoli e - pare - condivisi dalla maggioranza della popolazione. Qualcuno, giustamente, fa presente che Tirano dispone già di parchi: quello grandissimo degli Olmi (troppo fuori mano), quello presso la Piazza delle Torri (ritenuto dai più poco adatto per bambini e ragazzi), quello presso l'ex ospedale (troppo piccolo), quello delle scuole elementari di Madonna (non però liberamente accessibile a tutti), quello nuovissimo presso la torre Torelli (un giardinetto artificioso), quello di Piazza Unità d'Italia (con poco verde) e, infine questo di San Michele, che indubbiamente risulta il migliore per la configurazione e la sua ubicazione. Molti, non a torto, invocano maggiore cura e più attenta manutenzione di queste frequentate zone pubbliche. La località del Parco San Michele era chiamata nel passato Missent o Misceent, nome che non a caso ricorda il verbo latino miscent/misceo (si uniscono/ si mischiano). Era infatti il luogo dove le acque del Poschiavino e dell'Adda si univano e si mischiavano: un luogo di incontro da assumere emblematicamente, con il "grande parco" desiderato, a punto di incontro e di fusione di due distinte parti urbane della nostra città: l'agglomerato urbano della frazione di Madonna (che non ha più senso di essere considerata frazione come lo era l'antica Rasica) e quello al suo S/E che è la parte preponderante della moderna Tirano. Il "grande parco", da Piazza Basilica a Via San Giuseppe, con distinte entrate ai due capi, diviene il naturale anello di congiunzione delle due parti dal punto di vista urbanistico e - quello che più conta - dal punto di vista sociale, quale luogo di ritrovo per eccellenza nella pace del verde e nel cuore del tessuto urbano, fatto non certo da sottovalutare. Dice il vero chi sostiene che siamo circondati dal verde delle selve e dei boschi - così si sosteneva anche 30-40 anni fa in Valtellina (Tirano e Sondrio comprese) per giustificare l'assenza di zone verdi all'interno dell'abitato urbano -, ma ben altra cosa è una comoda e pubblica area verde, all'interno della città, presto e facilmente raggiungibile in ogni momento, rispetto al manto verde delle montagne, che non è certo da disprezzare. Che il parco cittadino - se ben tenuto - costituisca naturale sfogo per mamme e tate con bimbi, per bambini, ragazzi, ma anche per persone d'ogni età in cerca di momenti di relaxe, è dato scontato e tanto evidente da non richiedere altre argomentazioni. Credo che la nostra cittadinanza non desideri mega-strutture o cose strane o impossibili (Piazza Unità d'Italia docet), ma razionato verde con parti al sole e altre all'ombra con begli alberi ben curati, disponibilità di panchine e di attrezzature ludiche per piccoli e meno piccoli. Un particolare di grande importanza, a proposito dell'area limitrofa al parco e non coperta da costruzioni, non deve essere ignorato o sottovalutato. Di questo devono rendersi conto gli amministratori, per non pentirsi amaramente in seguito, qualora se ne permettesse l'edificazione: quello della singolarità del luogo, lo stesso che la proposta di PGT sacrificherà totalmente con interventi costruttivi (e distruttivi) - se essa sarà accolta - rendendo in tal modo impossibile l'ampliamento del parco San Michele e annullando uno dei più suggestivi scorci paesaggistici nel cuore di Tirano. Da Via San Giuseppe, per un buon tratto, il terreno in questione, ora del tutto senza costruzioni, permette di inquadrare in superba visione il santuario al centro esatto dell'apertura della Valle di Poschiavo: un quadro naturale che è un peccato distruggere e che conferisce alla strada, già diversamente penalizzata, uno dei suoi tratti più belli. Il "grande parco" con il suo ampio cono visivo sul santuario della Madonna, su Santa Perpetua e sulla valle retica alle sue spalle, fino a scorgere San Romerio e il fondale innevato del Bernina, oltre essere luogo ritemprante con le sue offerte di verde e di svago, si carica di importanti valenze paesaggistiche e perfino storico-artistiche che nessun altro parco pubblico della nostra città può vantare. Serve anche ora quel tocco di lungimiranza che i nostri antenati hanno avuto nel realizzare il viale, che è vanto di Tirano. Perché lasciarci sfuggire l'occasione di creare una struttura pubblica di grande respiro di cui, oltre i cittadini del presente, saranno riconoscenti le generazioni future? Mi rendo conto del sacrificio richiesto ai proprietari dei terreni che dovranno giustamente essere rimunerati, non senza un tributo di riconoscenza da parte dei concittadini. Avranno il coraggio e la necessaria determinazione i nostri amministratori per accogliere la proposta che è nei desideri e nel cuore di moltissimi Tiranesi? Questa è la domanda e questo è in fondo il problema”. ( 25-novembre 2011) Allora sentii anche la proposta di alcuni tiranesi al riguardo quando ci si apprestava a redigere il PGT di Tirano: l’idea di sfruttare parte dell’area verde presso il parco S. Michele. Ci furono anche centinaia di consensi al riguardo . Alcuni suggerivano di creare un piccolo laghetto in una zona boschiva dove ci si poteva rilassare. Ad oggi nulla di ciò si è fatto, anzi quell’area verde è diminuita, privando di una ciclabile in via S. Giuseppe che appariva sul progetto iniziale del PGT. Non solo si è parlato di quest’area verde, ma anche dell’utilizzo dell’esteso spazio incolto e che molte volte nei miei pensieri l’ho definita la “ steppa del Rudùn “ . L’esteso sito è ubicato accanto alla centrale del Teleriscaldamento dove, in questi ultimi tempi, qualcuno intelligentemente ha avuto il buon senso di dare spazio a degli asini ( intendo quelli che ragliano ) grandi lavoratori di mandibola per trinciare le alte erbacce e tenere “ pulito “ quell’area che spesso fungeva da raccolta di rifiuti. Anche di quest’area, anni fa, ho sentito parlare di nuove strutture, posando una piscina riscaldata e piantumando la zona. Nulla si è fatto. Ricordo anche il “lamento” di alcuni forestieri campeggiatori nell’Area Camper per i servizi minimali dati ( acqua e luce ) . Forse quei campeggiatori erano frequentatori di aree ben più servite. Orbene caro “ Cittadino Tiranese “ , la nostra speranza sia l’ultima a morire e forse qualcosa un domani si farà. Sono altresì convinto che le “ nespole “ matureranno sotto la paglia, magari con nuove Amministrazioni. Si rallegri chi legge. Ho notato che molti tiranesi, nell’aspettativa del “ verde cittadino “, hanno trovato il loro “ giardino segreto nella Piana di Chiari” nel Comune di Villa di Tirano, sul lato destro orografico del torrente Poschiavino ora zona estesa e molto frequentata da mamme e bambini, giovani e vecchi, dai ciclisti di giovane e tarda età, da gente che si vuole dare una calmata ai nervi, dopo il lavoro, e fuggire dal rumore delle “ orde motorizzate” del “ tirùn de Vìla “, del “ viale di Madonna di Tirano”, dalla “ràta del Campùn” rifugiandosi in questa area verde quasi come fosse un chiostro di un monastero, dove si respira il profumo antico dei campi e dove si percepisce l’Amore che il contadino ha per la sua terra e non da ultimo pensare e pregare un Dio che aiuti a migliorare questo Mondo bizzarro. Ezio ( Méngu )
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