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Romanzetto tiranese - Il telegramma chiarificatore

CULTURA E SPETTACOLO - 21 08 2020 - Ivan Bormolini

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/PARTICOLARE FONTANA PIAZZA PARRAVICINI
PARTICOLARE FONTANA PIAZZA PARRAVICINI

(Quattordicesima parte di I. Bormolini) Una sera di fine agosto, Anselmo, dopo una dura giornata nei campi, era talmente stanco che non riusciva a prendere sonno. Così aveva deciso di fare due passi in quella piazza Parravicini ormai deserta. Si era seduto su una panchina ascoltando il rumore dell'acqua della fontana. Pensava all'amico Ninin, ormai erano passati giorni dalla sua partenza e non si avevano notizie.

 

D'un tratto Anselmo sentiva un battere forte ad una porta, accompagnato da un pianto femminile, raddrizzando le orecchie identificava colpi e rumori provenire dalla casa di Ninin che era poco distante. Con un balzo felino in un attimo era davanti a quell'uscio e sorpreso vedeva Anna ormai accasciata alla porta che piangeva e chiamava il fratello.

Subito aveva cercato di consolarla e di capire, questa voleva sapere dove fosse il fratello. Anselmo non l'aveva mai vista in quelle condizioni e così prima di spiegarle la situazione, la portava a casa sua, una vecchia dimora di via Ludovico il Moro.

Una volta calmata alla donna diceva che Ninin era a Milano a cercarla, perché aveva ricevuto informazioni poco positive su di lei e sul Brembilla.

 

Anna sconsolata chiedeva dove potesse andare a dormire e cercava di dare qualche spiegazione, a qual punto Anselmo, che mai aveva dimenticato il suo amore per la donna diceva:

Se ti accontenti puoi rimanere qui, sin quando Ninin non tornerà, domani mattina avviserò io la signora Lisa che sa dove suo marito e Ninin alloggiano, manderemo loro un telegramma e vedrai che in poco tempo saranno nuovamente a Tirano.

Adesso avrai fame, mi pare che non mangi da tempo, mettiti comoda e non preoccuparti che ci penso io. In quanto alle tue scelte e alle tue spiegazioni non è con me che ti devi confidare ma con tuo fratello”.

 

Anna, accettava la proposta di Anselmo, non poteva fare diversamente non aveva un soldo ed aveva perduto quel suo piglio troppo spesso sopra le righe.

Il giorno successivo di buon ora Anselmo avvisava Lisa, la quale appena aperta la posta del paese spediva il telegramma.

Nel frattempo a Milano, Ninin e Alfonso non sapevano più a chi aggrapparsi per avere notizie di Anna, mai avrebbero pensato che fosse a Tirano. Unica consolazione per Ninin era quel batticuore che mai aveva provato prima, Forse si stava lentamente innamorando delle moglie del Brembilla?

 

Alfonso che aveva l'occhio lungo, aveva percepito qualcosa e una sera, quando Maria Teresa e il figlio Giacomo si erano coricati, chiedeva all'uomo che intenzioni avesse.

Caro Alfonso, non so cosa mi stia succedendo, questa vicenda sta assumendo contorni inspiegabili, sono preoccupato e seriamente, ma nel frattempo provo un sentimento che mai sino a due giorni fa non avevo mai sentito. Gli occhi di Maria Teresa, pare vogliano comunicarmi la stessa cosa, ma veramente non so cosa fare e quali siano le sue intenzioni.

E così il buon Alfonso diceva a Ninin:

Ragazzo mio, te lo dico io come si chiama quel sentimento, semplicemente amore. Ora però valuta bene cosa fare, non sai cosa ti riserverà il futuro in merito a tua sorella. Non possiamo rimanere qui ancora per tanto e questo lo sai anche tu. Da come si mettono le cose ritrovare Anna non è cosa facile e dovrai rassegnarti all'idea di tornare a Tirano senza di lei. Al massimo tra due giorni, dobbiamo partire. Chi ci ospita mia ha già detto che si prenderà cura di Maria Teresa e del piccolo Giacomo, sino a quando questa non avrà trovato pace, lavoro e una nuova sistemazione.

 

Nell'ascoltare quelle parole. Antonio Ninin, prendeva una decisione, l'indomani mattina avrebbe parlato con Maria Teresa, e così aveva fatto.

Non senza imbarazzo, prendeva in disparte la donna: oltre a manifestarle i suoi sentimenti, le diceva che se lei avesse accettato poteva trasferirsi con Giacomo a Tirano. Comunque in caso contrario nessuno l'avrebbe cacciata da quella casa di Milano, prima che non si fosse sistemata.

Ascoltando quel timido discorso, pronunciato con una certa fatica da Ninin, Maria Teresa, appariva scossa e comunque grata per l'ospitalità futura.

Caro Antonio, io non so come ringraziarti per tutto ciò che tu e tuoi amici state facendo per me e per Giacomo. Il tuo sentimento nei miei confronti mi coglie di sorpresa. Sino a pochi giorni fa eravamo dei perfetti sconosciuti ed oggi siamo qui, tu a cercare tua sorella che era o è l'amante di mio marito, ed io a reinventarmi una nuova vita. Cerca di capirmi, tutto questo mi ha frastornato e sconvolto e al momento non sono preparata ad una nuova storia, sarà il tempo ad indicarci cosa accadrà. Lo so che tu devi tornare a Tirano e questo mi rattrista molto, sei un uomo buono e pieno di sani principi, quelli che in mio marito non ho mai trovato. Non giudicarmi male, ma non mettere troppa carne al fuoco, non sono pronta per venire con te in quello che tu mi descrivi come un bellissimo paese di montagna, devi lasciarmi il tempo per pensare ed analizzare i miei sentimenti con calma”.

 

Alla fine di quel discorso Ninin appariva un po' deluso, nel frattempo suonava il campanello di quella casa, era il postino che recapitava il telegramma da Tirano.

Alfonso lo leggeva immediatamente e lo consegnava a Ninin. Era chiaro che i due dovevano partire immediatamente alla volta di Tirano, non c'era tempo da perdere.

Fatti i bagagli di tutta fretta Antonio e Alfonso ringraziavano per l'ospitalità l'amico ed il padrone di casa, il quale aveva rassicurato i due dicendo che si sarebbe preso cura di M aria Teresa e di Giacomo sino a che le acque, non si fossero calmate. Prima di partire Ninin, felice di sapere che Anna era a Tirano con Anselmo, aveva abbracciato forte Maria Teresa dandole un timido bacio sulla guancia e congedandosi aveva accarezzato anche il piccolo Giacomo. Eloquenti in quel saluto frettoloso erano state le parole di quel bambino:

Torna presto da noi......Ti voglio bene papà nuovo”.

Ninin lasciava cadere la valigia a terra e il suo volto si irrigava di lacrime, così come quello di

Maria Teresa, anche Alfonso si era commosso.

Prima di partire, Ninin rassicurava quel tenero bambino dicendo che sarebbe tornato presto e chiedendo a Maria Teresa di scrivergli.

Su quel treno Milano-Tirano, Ninin appariva frastornato e confuso, da una parte voleva sapere cosa fosse successo alla sorella e soprattutto come affrontarla e dall'altra, quelle parole di Giacomo lo avevano colpito in modo indelebile.

 

Alfonso, come sempre prodigo di saggi consigli, vedendo Ninin in quello stato di confusione gli diceva:

Quando rivedrai tua sorella, ascoltala senza aggredirla, lo so che ne ha fatte tante ai tuoi genitori ed anche a te. Ora però metti da parte il tuo orgoglio e la tua rabbia nei suoi confronti, aiutala a ritrovare se stessa, così voleva tuo padre il quale ben sapeva che sua figlia prima o poi sarebbe tornata indietro.

Per quanto riguarda Maria Teresa e Giacomo, non so che dirti, mi viene spontaneo chiedermi cosa mai avrà visto quel piccolo tra le mura di casa. Sarete tu e quella donna a decidere per il vostro futuro, non farti però illusioni che ti faranno star male.

Adesso va da tua sorella e ricordati ciò che ti ho detto.

Ninin, ringraziando Alfonso per la grande disponibilità nei suoi confronti, correva in via Ludovico il Moro nella casa di Anselmo.

 

(Fine quattordicesima parte la prossima mercoledì)

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