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La vita: esile filo di ragnatela

CULTURA E SPETTACOLO - 14 10 2018 - Méngu

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/Viale del tramonto
Viale del tramonto - Foto di Wilma Del Simone

Ho visto un sacerdote pensoso. Era seduto ad un tavolino in una delle nostre chiese con la penna in mano. Scriveva alcuni pensieri su un foglio pieni d’appunti. Mi sono avvicinato senza parlare. Alzato lo sguardo mi ha detto con tono di voce sommesso e dispiaciuto: ”Quanta droga, alcol e suicidi tra i giovani…“ . Dopo alcuni scambi di sommessi commenti sono uscito da quella chiesa volgendomi all’altare chiedendomi del perché tante giovani vite si spengono volontariamente con la droga, l’alcol, lo sballo e, purtroppo anche il suicidio. Forse non c’è un perché, forse c’è ed è nascosto in noi. In me e in chi legge.

 

Mi sono venuti in mente i buchi neri, in astronomia. Sono quei mostri dell’universo che con il loro intensissimo campo gravitazionale ingoiano e trattengono tutto ciò che è presente intorno a loro e nel loro interno, persino la luce non riesce ad uscirne e ogni memoria di materia scompare. Paragono spesso il buco nero al mostro che, non raramente, ingoia l’animo dell’uomo privandone della luce interiore e lo porta a tagliare quell’esile filo che sorregge la nostra vita. Morire è facile, si muore per ogni banalità. Ricordo un detto: “Tra noi e l’inferno o il cielo, c’è di mezzo solo la vita, che è la cosa più fragile di questo mondo“ ( Blaise Pascal 1632-1662).

 

Ma se si muore per ogni banalità e la vita è la cosa più fragile di questo mondo, allora perché non tenerla preziosa come un diamante avvolto in un panno di seta? La vita è un dono meraviglioso, lo sanno tutti nei momenti di gioia e felicità, ma nei momenti di tristezza e di abbandono, a volte si finisce inconsapevolmente nel “buco nero“ . La vita terrena è preziosa è irripetibile. Malgrado la scienza, oggi nessuno è ancora riuscito a dare la vita neanche ad un moscerino. Il valore della vita è immenso come è immenso l’universo dove fino ad ora nessuno è riuscito a scoprire una forma di vita. Morire è dunque facile e persino necessario per sé e per gli altri perché la vita possa continuare, ma la vita deve essere come il sole che sorge e tramonta indipendente dalla nostra volontà. La vita è un fiore che va coltivato finché ci è data la possibilità.

 

Allora perché in Valle ogni tanto qualcuno pensa di togliersi la vita? Non voglio entrare nella psicopatologia del suicidio, lascio a quelli del mestiere analizzare tutti i fenomeni psichici ad essa collegati però vorrei raccontare una terribile esperienza da me vissuta quando ero ragazzo. Ricordo un mio compagno di contrada morto suicida in una casa diroccata. Quel ricordo pietoso l’ho , ora che sono vecchio, ancora nella mente. Mi chiedo : “ perché, amico mio ti sei tolto la vita? Perché ? Perché non ci hai parlato delle tue ansie, delle tue pene ? Dovevi parlare, dovevi gridare i tuoi affanni, i tuoi tormenti, i tuoi dispiaceri. Dovevi gridarli all’ ’Eterno, al Compassionevole, all’Onnipotente, a colui che protegge le sue pecore e va a cercare quella smarrita, ma che lascia anche la libertà di andarsene per una valle oscura e gettarsi nel buco nero. Perché chi conoscevi sono stati tutti silenti con te ? Sei stato abbandonato da tutti, forse solo il Pastore di pecore ti ha richiamato più volte, ma non ti sei girato. Con la corda in mano te ne sei andato solo, ti sei gettato nel buco nero in una terrificante solitudine, e nemmeno Dio ha potuto fermare la mano. Terribile scelta per chi ti ha dato la Vita e poi ti ha lasciato fare!! Perché ? Forse Dio non è onnipotente, ma solo potente e anche un poco fragile come noi in questa bolla di universo, perché Lui ha voluto essere parte di noi, con le nostre fragilità e soffre come noi dei mali del Mondo e cerca come noi il bene e combatte l’Angelo del male.

 

La difesa che ci dà è il coraggio di vivere con la Sua Grazia ma sa bene che siamo tratti dalla polvere e che possiamo anche fallire. Sì, possiamo giungere purtroppo anche a toglierci la vita quando manca la fiducia in noi, la solidarietà, l’amore, il bene. E’ un nostro handicap comune perché siamo uomini liberi e liberi nelle nostre scelte. Senza questa libertà non avremmo bisogno di amare Dio perché lo schiavo oppresso non ama il padrone. Dio senza di noi umani non sarebbe Dio, poiché un Dio ha bisogno di chi lo invoca e lo ama. Sarebbe solo un dio solitario, magari onnipotente ma tristemente solo e senza amore. Senza amore siamo tutti naufraghi, l’amore è il nostro ossigeno che tutti respiriamo per trovare il coraggio di vivere. Caro compagno, forse ti è mancato l’ossigeno della Vita e quando ti penso, non posso dire che io non centro nulla, che tutti noi non centriamo nulla, che la colpa è solo tua. Sì, noi tutti abbiamo colpa della tua breve vita. Il peso delle tue sofferenze non sentite e capite da noi tutti ha rotto il tuo esile filo di ragnatela. Perdonaci, e anche se non lo meritiamo, ricordati di pregare per noi, perché nel turbine della vita di ognuno di noi, quel buco nero non ci ingoi.

 

Nessuno può sentirsi al sicuro. Nessuno! La tua anima, ora, potrà chiedere all’Eterno come sia possibile che i suoi figli cadano nel gorgo della disperazione e la luce Divina non riesca a penetrare per fermare la mano suicida. E’ un mistero per noi. Il male è un mistero, siamo avvolti nel mistero, in un Mondo che ci opprime, che ci inquieta, ma è forse ciò che ci inquieta che ci fa ricercare in ogni momento il Divino sino a che il nostro esile filo di ragnatela sarà spezzato non della mano d’uomo, ma solo da Lui. Solo allora il mistero del male sarà capito e io credo che tutte le nostre debolezze nate dal male saranno perdonate.

 

Méngu

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