MENU

Bolero e Carmina Burana aprono la stagione

CULTURA E SPETTACOLO - 20 09 2018 - Redazione

CONDIVIDI

/Coro Municipale Paicenza

Sabato 22 settembre 2018, ore 20,45, al Teatro Sociale di Sondrio, concerto inaugurale degli "Amici della Musica" di Sondalo. Un inizio folgorante  con due partiture leggendarie che da sempre entusiasmano le platee di tutto il mondo: il Bolero di Maurice Ravel e i Carmina Burana di Carl Orff.

 

Aprirà il Boléro, concepito come balletto nel 1928 commissionaogli dalla celebre danzatrice russa Ida Rubinstein in cui deve figurare "qualcosa di spagnolo". Ravel compone allora un balletto su un unico motivo, magico nella sua semplicità, ripetuto, senza sviluppi né varianti salvo ’orchestrazione e l'ossessivo crescendo. 

 

Affronterà il cimento Lorenzo Passerini, morbegnese, classe 1991, oggi riconosciuto come eccellenza artistica non solo a livello locale.

 

Per gli attesissimi Carmina Burana, Passerini si avvarrà di un organico di 200 musicisti. Insieme all’Orchestra  Vivaldi, si esibiranno infatti i solisti di canto Anna Delfino (soprano), Antonio Giovannini (controtenore), Enrico Maria Marabelli (baritono) e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza istruito da Corrado Casati. Ma non è finita. Saranno in campo anche forze musicali locali: la Civica Scuola di Musica di Sondrio e Chiavenna  (M° Walter Mazzoni e Noemi Ciapponi) e le Voci Bianche della Scuola Goitre di Colico (M° Giorgio Senese).

 

I Carmina Burana, aperti e chiusi dal maestoso pezzo “Fortuna imperatrix mundi”, furono composti dal musicista tedesco Carl Orff a Francoforte nel 1937 e non hanno mai conosciuto momenti di oblio, riscuotendo sempre un vasto favore popolare sia in concerto che in forma scenica che in disco. Successo che si deve alla capacità del compositore di assecondare l'ascoltatore  con ritmi insistenti, uso di percussioni, echi di musica medievale, secondo una comunicativa infallibile supportata dall'eccezionale organico. Il tutto sopperisce alla scarsa comprensibilità dei testi, un mix di latino maccheronico e antichi dialetti franco-tedeschi tratti da canzoni profane custodite nel monastero bavarese di Benedikt-Beuren (di qui l’aggettivo latino “burana”) al tempo dei clerici vagantes, studenti nomadi inneggianti all’aspetto pagano del Medioevo: la natura, l'amore, il vino, la taverna, che si ascoltano volentieri fra parti poetiche, nostalgiche, umoristiche e piacevolmente osè.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI