Una riflessione sul progetto della tangenziale di Sondrio e la necessità di alternative

Vorrei fare una premessa e alcune osservazioni progettuali sul prolungamento della Tangenziale di Sondrio (cavalcavia e scavalco ferrovia), da realizzare con viadotto di 4 campate per un totale di 250 metri nel Comune di Montagna, Località Trippi.

1) La premessa si riferisce al cosiddetto “impatto ambientale”: tutte le attività antropiche hanno un impatto ambientale (sul paesaggio, sull’ecosistema, sull’economia, ecc). L’importante è che tale impatto sull’ambiente - che ovviamente è sempre locale per i residenti - venga compensato da un interesse pubblico generale sovra-comunale (vedi eliminazione colonne auto, causa chiusura del passaggio a livello ferroviario al termine della  Tangenziale di Sondrio). Quando ci muoviamo con l’auto siamo tutti “impattanti”.

2) Le osservazioni sono le seguenti. Il progetto di cui sopra, a parere di chi scrive, è stato redatto da pressapochisti ANAS/REGIONE. Non è accettabile che per raggiungere il Comune di Poggiridenti da Via Stelvio oppure da Faedo si debba raggiungere la Rotonda di Via Europa in direzione ovest, per poi dirigersi a est.  

Quello che non è comprensibile è il fatto che non sia stata presa in considerazione l’orografia favorevole del luogo (come descritto nel progetto ANAS, per lo scavalco Ferroviario) per realizzare un sottopasso  veicolare come quello alle porte di Sondrio di Via dello Stadio. Sottopasso  speculare è quello che si dovrebbe realizzare per raccordare direttamente  Via Stelvio con la Statale 38, senza inversioni di marcia. Il viadotto di Via dello Stadio, infatti, con una leggera curvatura è stato direzionato al centro della carreggiata già esistente della Statale 38 per creare le condizioni necessarie a realizzare le 2 corsie a lato (bretelline) che consentono l’uscita e l’entrata dalla città. È ovvio che nel caso in questione nella cosiddetta “Fattibilità progettuale” non si sia nemmeno vagamente preso in considerazione   l’usuale sottopasso veicolare, indispensabile per una mobilita urbana infracomunale. Il  sottopasso  ipotizzato sotto il profilo dimensionale è compatibile  con tutte le prescrizioni normative vigenti ; i costi aggiuntivi  sono residuali rispetto a quelli preventivati di oltre 50 milioni. Ai pressapochisti dell’ANAS si aggiungono i decisori istituzionali della Lombardia, ed anche  locali, a cui vanno addebitati gli effetti peggiorativi per i residenti di Sondrio e dintorni,  Montagna al piano e Faedo.

La privazione di una mobilità urbana alternativa a quella del viadotto (per chi si dirige a est della Città) esprimerà ancor di più i suoi effetti quando la chiusura del passaggio a livello in Località Ca’ Bianca (che si protrae per oltre 15 minuti in attesa dello scambio fra i treni alla stazione di Sondrio) non consentirà di raggiugere la rotonda di Via Europa.

In conclusione, non è credibile che solo dalla rotonda di Via Europa si possa raggiungere Poggiridenti e proseguire in direzione Alta Valle. Di alternative progettuali ce ne sono, i decisori regionali e locali dovrebbero valutarle.

Silvano Marini   

P.s. L’ultima campata del viadotto dopo lo scavalco ferroviario avrebbe dovuto raccordarsi con la SS 38 di Via Stelvio prima del superamento del torrente Davaglione, e non dopo. Infatti, oltre a diminuire l’impatto ambientale si sarebbe potuto recuperare tra il viadotto e la ferrovia lo spazio necessario per consentire alla corsia della bretellina del sottopasso di risalire la controripa della scarpata e, successivamente, immettersi in  accelerazione sulla carreggiata adiacente parallela . Questo è possibile, però, solo se il viadotto ha un profilo longitudinale di affianco e raccordo leggermente curvilineo come quello di Via dello Stadio. Quello in progetto lungo 250 metri con 4 campate rettilinee tangenti alla Statale non consente di attuare un sottopasso veicolare per mancanza di spazio carreggiata/ferrovia.