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Più Piano (Faunistico Venatorio) di così...

CRONACA - 05 01 2022 - Lettera firmata

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In qualità di Associazioni ecologiste e protezioniste presenti sul territorio (WWF Valtellina Valchiavenna, Legambiiente Valchiavenna, Leidaa Sondrio, CAI Sezionee Valtellinese, Cros Varenna-Lecco e Orma Morbegno), riteniamo opportuno intervenire in merito alle ultime dichhiarazioni riportate a mezzo stampa riguardanti il Piano Faunistico Veenatorio Provinciale.

 

L’articolo riferisce infatti che, a causaa dell’opposizione di alcuni consiglieri provinciali a fine mandato, risulta impossibile arrivare all’approvazione dell Piano.

Le motivazioni addotte a supporto di questo blocco risultano essere:

  1. una carenza normativa nelle leggi reegionali in merito al calcolo del territorio agro-siilvo-pastorale da parte della Provincia, laddove non provveda la Reggione,
  2. la futura approvazione del Piano Fauunistico Venatorio Regionale,
  3. il tema dei munizionamenti tossici coostituiti da piombo che necessiterebbe di ulteriorri approfondimenti.

 

Ci chiediamo per quale motivo queste considerazioni siano pervenute solo ora, a disccapito del lungo percorso di confronto e di discussione democratica che si sono verificati contestualmente alla stesura dell'attuale bozza del PFV. Le normative prevedono, infatti, che il Piano debba essere sottoposto all’attenzione di tutti i cittadini interessati, delle Amministrazioni pubbliche , delle Associazioni ecologiste e protezioniste e di queelle Venatorie, attraverso la procedura di VAS (Valutazione Ambientaale Strategica).

 

Un percorso lungo e complicato in cui tuutte le parti in causa hanno espresso legittimamente le proprie osservazioni. Circa la correttezza dell’iter seguito, bassti pensare che in data 11 novembre 2020 la stessa Regione Lombardia aveva approvato buona parte delle prescrizionni migliorative derivate dallo Studio di Incidenzaa, col Decreto N. 13690, con oggetto “Valutazione di Incidenza del Piano Faunistico Venatorio territoriale della Provvincia di Sondrio, ai sensi del D.P.R. 357/97 e s.m.i.”. Ci chiediamo come sia stato possibile essere giunti fino alla conclusione dell'iter del Procedimento, con tanto di approvazionne di decreto da parte della Regione, se esistevano dei limiti normativi. Ricordiamo che l’approvazione in Consigglio provinciale, inizialmente prevista per la mettà di novembre 2020, era già stata inspiegabilmente rimandata.

 

Il 14 giugno 2021, le scriventi Associaziioni avevano finalmente ottenuto, dopo una lunnga attesa, un incontro con il Consiglio provinciale, dal quale era emersa la volontà di procedere all'approvazione del Piano in tempi brevi, con dichiarazioni favorevoli da parte di tutti i consiglieri.

 

A settembre 2021 abbiamo risollecitatoo ciascun consigliere all’approvazione del Piano tramite lettera protocollata, ma nessuno di loro ci ha risposto.

Veniamo solo oggi a conoscenza, a mezzo stampa, delle presunte "ragioni del no" attraverso un recente articolo pubblicato sui giornali, senza comprenndere quali atti siano stati prodotti e quali siano i fondamenti tecnici e scientifici delle conclusioni ottenute.

Il piombo: quali dovrebbero essere gli ullteriori approfondimenti circa il suo divieto nelle munizioni?

 

La Provincia di Sondrio, ERSAF- Parco Nazionale dello Stelvio e la sede territoriale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale hanno dimostrato, da olltre 15 anni, tutta la pericolosità del piombo nelle munizioni da caccia e accertato che il 70% delle aquile reali e dei gipeti sondriesi trovati morti è stato avveleenato dal piombo contenuto nelle munizioni dei cacciatori!

 

Non dovrebbe essere motivo di orgoglioo per i nostri politici che una verità scientifica di tale rilievo sia stata scoperta grazie all’impegno e alla serietà di istituzzioni pubbliche e ricercatori attivi sul nostro territorio?

Perché la Provincia continua a ignorare le 15.700 firme (in continuo aumento) della petizione “Stop al piombo sulle Alpi. Basta rapaci intossicati!"  http://chng.it/vxYRyXxwVv che abbiamo raccolto a favorre dell’abolizione del piombo nella caccia? Un numero significativo se consideriamo che equivalgono a 10 volte il numero dei cacciatori di ungulati presenti nel Sondriese (circa 1400).

 

Ci chiediamo per quale motivo si voglia far credere che l’abolizione del piombo sia un provvedimento anti caccia. La verità è che a casa nostra è già stato ampiamente dimostrato come sia possibile cacciare senza piombo: il numero di ungulatisti sondriesi che utilizza i proiettili atossici in rame è infatti piuttosto elevato (tra i 250 e i 400 cacciatori), il controllo sui cervi all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio viene praticato da anni con munizioni atossiche, si parla di circa 3300 cervi abbattuti, un numero significativo.

Non solo, il consigliere uscente Della Bitta, che ha manifestato la sua opposizione al Piano citando, tra le motivazioni, la 'questione piombo', non sembrava dello stesso parere quando ricopriva il ruolo di Presidente della Provincia di Sondrio.

 

In data 27 settembre 2016 (Delibera del Consiglio Provinciale N. 24 del 27/09/2016) aveva infatti firmato la modifica del Piano Faunistico Venatorio provinciale relativa alla zona di ripopolamento e cattura denominata “Culmine di Dazio” inclusa nel Comprensorio Alpino di Caccia di Morbegno. La delibera ha introdotto il divieto all'uso e alla detenzione di proiettili in piombo sul luogo di caccia al cervo. Grazie a questo provvedimento, assolutamente in linea con quanto chiede il nuovo Piano al quale Della Bitta si è opposto, sono già stati abbattuti, senza usare munizioni al piombo, almeno 200 cervi, dal 2017 a oggi senza nessun tipo di lamentela da parte dei cacciatori locali.

 

Il divieto di uso e detenzione dei proiettili di piombo per la caccia agli ungulati, oltre a Dazio, riguarda anche le Aziende Faunistico Venatorie presenti sul nostro territorio (AFV “Val Belviso-Barbellino” e “Val Bondone Val Malgina”).

 

Dal 2020 la Provincia di Sondrio ha vincolato la concessione del prelievo venatorio di tutte e 4 le specie di ungulati presenti all’uso esclusivo di proiettili atossici per la caccia, concessione che verrebbe quindi tolta in caso di inadempienza.

Nel resto del territorio della Provincia di Sondrio vige la possibilità di sotterrare i visceri degli animali abbattuti col piombo in alternativa all’uso di munizioni atossiche. Ebbene, è stato dimostrato che il controllo del sotterramento dei visceri non è fattibile, considerato anche il ridotto numero di guardie presenti sul territorio provinciale (10 Agenti!). Nel frattempo, il numero di ungulati abbattuti negli ultimi anni è aumentato e di pari passo sono raddoppiati i casi di intossicazione da piombo (saturnismo) nei rapaci.

 

Il Piano è un necessario strumento operativo di gestione della fauna e l’Amministrazione provinciale ha il dovere di portarlo a termine, soprattutto se il prossimo anno intende aprire la stagione di caccia.

 

Abbiamo visto la confusione che si è scatenata questo autunno nella nostra Regione, con i vari ricorsi al calendario venatorio regionale e i problemi che si creano in mancanza di un PFV adeguato che hanno determinato quasi un mese di chiusura della caccia su tutto il territorio regionale.

Perché adesso ci viene imposto di aspettare l'esito del Piano Faunistico Venatorio Regionale, che, da quanto abbiamo potuto osservare nei decenni passati, potrebbe prevedere anche tempi lunghissimi o addirittura non essere approvato?

La Provincia di Sondrio vanta una propria autonomia anche in materia di caccia, perché non farla valere adottando misure adeguate e mirate al proprio territorio?

Non è tollerabile che un territorio che ha il privilegio di ospitare specie di rapaci di primario valore da un punto di vista conservazionistico, a difesa delle quali l’Unione Europea ha stanziato ingenti fondi, si permetta di non agire in prima linea ponendo fine a una causa di morte inaccettabile ancor più perché assolutamente evitabile. Chiediamo pertanto delucidazioni in merito ai tre punti emersi in opposizione al Piano e ribadiamo la nostra richiesta di approvazione in tempi rapidi di questo Piano Faunistico Venatorio.

 

Ci auguriamo che i Consiglieri appena eletti e il Presidente della Provincia tengano conto di tutto il lavoro che è stato svolto per arrivare a un accordo sull’attuale bozza di Piano, che questo sforzo non venga vanificato da elementi minoritari o argomenti pretestuosi, che prevalga in loro la volontà di agire nella chiarezza e nella trasparenza che non dovrebbero mai mancare, soprattutto a chi ricopre certe cariche pubbliche.

 

Per

LEIDAA Sondrio: Grandi  Katya

Legambiente Valchiavenna: Tam Lorenza

Club Alpino Italiano: il presidente Camanni Paolo (sezione Valtellinese)

Cros Varenna/Lecco: Danielli Simona

ORMA   Morbegno: Benazzo Massimo

WWF Valtellina Valchiavenna: Vaninetti Villiam

 

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