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IMMIGRATI A LOVERO, LA COMUNITA' DEI SEI CAMPANILI PREPARA L'ACCOGLIENZA

CRONACA - 28 10 2016 -

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/ A sinistra, la casa che accoglierà i profughi
A sinistra, la casa che accoglierà i profughi
Nella serata di ieri, presso la casa parrocchiale di Lovero, si è tenuto il primo atteso incontro informativo relativo alla preparazione dell'accoglienza riservata ad una famiglia di profughi, di cui al momento non si conoscono ancora le generalità. Presenti all'incontro, oltre che una trentina di persone, due operatori della cooperativa Caritas che si occupano di accoglienza di immigrati nella Provincia di Sondrio. Dopo la visione di un'omelia di Papa Francesco, nella quale vengono evidenziate le sofferenze di queste persone costrette a migrare, il personale dell'organismo pastorale ha fatto una breve introduzione sul funzionamento dell'accoglienza sia dal punto di vista tecnico che pratico. Attualmente, in provincia sono presenti circa 275 profughi richiedenti asilo, coordinati dalla Prefettura e ospitati in diverse strutture, gestite da diversi soggetti (privati o cooperative). Al loro arrivo vengono registrati presso la Questura e viene consegnato loro un kit, che comprende vestiti, ricambi, asciugamani... Per la loro gestione, il governo ha stabilito un budget di 35 euro al giorno, soldi, provenienti da fondi europei, che vanno a chi gestisce l'accoglienza; 2,5 di questi vengono assegnati ai singoli profughi, per le spese quotidiane. Nel caso di Lovero i 35 euro al giorno, che per legge non possono essere rifiutati in partenza, andranno interamente alla Caritas, individuata quale soggetto affidabile e con esperienza, che si occuperà di tutti gli aspetti legati all'integrazione con la comunità (mediatore linguistico, incontri, uscite etc.). La Parrocchia si è concordata per non ricevere alcun soldo; don Gianluca Dei Cas ha, infatti, garantito che la comunità pastorale, volontariamente, provvederà alle spese di vitto e alloggio (primo caso in assoluto in provincia di Sondrio). Riguardo alla situazione sanitaria dei rifugiati, è stato spiegato, a distanza da pochi giorni dal loro arrivo, essi ricevono delle visite mediche per rilevare la presenza di scabbia o tubercolosi. Successivamente possono accedere al servizio sanitario nazionale perché gli è riconosciuto il diritto alla salute. Ad ora, in provincia di Sondrio, non si è registrato nessun caso di contagio o diffusione di malattie causato dalla loro presenza. La sfida più grande di questa esperienza di accoglienza è quella della reciproca comprensione, tra ospitanti e ospitati. La cultura (del cibo, dei tempi di vita etc.) di chi arriva è di norma molto diversa rispetto a quella occidentale; da qui possono nascere dei fraintendimenti, che spesso possono venire scambiati come mancanza di rispetto nei nostri confronti. I parrocchiani dei sei campanili (Lovero, Sernio, Mazzo, Vervio, Rogorbello e Tovo), che con la loro presenza hanno già accettato la sfida, si ritroveranno fra una decina di giorni per discutere in dettaglio quello che, singolarmente, possono offrire come aiuto. La data prevista per l'arrivo, contrariamente a quanto previsto, potrebbe essere anticipata intorno alla fine del mese di novembre, idealmente il 27, giorno del Primo Avvento ( il tempo liturgico che precede il Natale). C'è incertezza sul periodo della permanenza della famiglia. Statisticamente, infatti, i nuclei familiari tendono a essere più stabili rispetto alle singole persone che, una volta ottenuto il permesso di soggiorno (l'assistenza economica, infatti, viene garantita fino al raggiungimento o al respingimento di questa richiesta, che solitamente arriva dopo 3 anni), tendono a spostarsi in Europa oppure a raggiungere il proprio Paese d'origine. Per don Gianluca Dei Cas si tratterà, comunque, come ha dichiarato ai presenti, di una grande opportunità di maturazione per l'intera comunità.
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