Il Chisciöl d’oro al tiranese Marco Divitini
CRONACA - 06 07 2022 - Ezio Maifrè (Méngu)
Menestrello è colui che canta in pubblico versi cortesi medioevali accompagnandosi con la chitarra o con il mandolino. Gli Amici della “Confraternita del Chisciöl“ non potranno mai dimenticare il canto di Marco con la sua chitarra nella Festa del Chisciöl del 23-24 maggio 2009. Quella sera il chisciöl volteggiava nei cieli così come il canto di Marco si innalzava con fierezza tiranese sapendo di proporre alle genti un piatto storico pregno di sapore e di tradizioni. Sarà così anche oggi ? Mah! A me sembra scomparsa quella voglia “ divina e geniale “ di cantare e far gustare, con feste e ristorazioni, ai nostri ospiti turisti la bontà del piatto tipico tradizionale del tiranese. Vada a Marco il premio “chisciöl d’oro” non dato da Autorità Civili, ma dai suoi numerosi Amici. Grazie caro Marco. (Ezio Méngu - Uno dei fondatori della “ Confraternita del chisciöl “) (Clicca qui per ascoltare il file audio) Ser Chisciöl giovane e altero disse al popol con aria fiera “stanco sono nel mio maniero di far nulla mattina e sera or vo’ a cercar il Sacro Gral”. Da Tirano partì con brio, nelle vigne del Mazzacavàl cantò inni all’eterno Iddio. A caval sul sentier sassoso all’imbrunir a Baruffini ascese, nel borgo il Ser pio e focoso udì un canto che il cuore gli prese. Orsolina tra i campi in fiore come vivace usignol cantava canti di grazie e d’amore che ogni cuor gentil estasiava. All’udir il soave e dolce canto Ser Chisciöl si scusò con Dio poi corse incontro a quell’incanto gridandò al ciel “ sei l’amor mio” . L’umil donna dal soave canto chinandosi al Ser con gran timore disse “O signore non valgo tanto ma per voi darò il mio cuore “. Ma di botto il fier cavaliere da quell’incanto fu turbato si ricordò del suo dovere di guerriero e di Crociato . Disse dunque al suo amor “ti penserò ogni mattina ma per difendere il mio onor io devo andar in Palestina”. Orsolina tutta piangente salutò il Ser bello e fiero e tra l’esultar di tanta gente partì con il suo destriero. Più si vide per sette anni Forse ucciso dai saraceni? Forse morto tra gli affanni per difender i Sacri beni ? Deh! Ne uccise più di mille di infedeli al sacro Gral la sua spada facea scintille, a uno sol non fece mal. L’infedel che non accoppò disse al Ser sotto gran pena qual cibo il Signore mangiò con i dodici nell’ultima cena. Ma ecco giunger di gran lena Ser Chisciöl a Baruffini affamato e con gran vena di mangiar cibi sopraffini. Da laggiù avea portato farina e seme di gran saraceno era il cibo che aveva rivelato l’infedel dal volto moreno. Or Orsolina in un balen capì che il suo signor volea desinar e in cucina andò in quel dì il grano saraceno a cucinar. Così tra canti e gran baldoria chiamaron quel cibo prelibato, Chisciöl e fu gran gloria di Baruffini e del Ser Crociato. Festa del Chisciöl del 23-24 maggio 2009. Canto con chitarra di Marco Divitini, parole di Ezio Maifrè (Méngu) . Orsolina e il Ser Crociato
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