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Giornata nazionale in memoria delle vittime del coronavirus 2023

CRONACA - 17 03 2023 - Redazione

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/Tempietto tricolore

Il 18 marzo 2020 camion militari carichi di bare percorrevano le vie di Bergamo: un lugubre corteo rimasto impresso nella memoria di tutti quale immagine rappresentativa dei due anni più drammatici della nostra storia recente. Dal 2021 il 18 marzo è la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus, istituita formalmente. «Ogni giorno ricordiamo quanto è avvenuto, ogni giorno gli operatori sanitari si impegnano affinché non accada mai più - è la riflessione del direttore generale Tommaso Saporito -: l'esperienza vissuta è stata così drammatica e intensa da non poter essere dimenticata nemmeno per un momento all'interno degli ospedali, ma questa è la giornata in memoria di chi non c'è più, di coloro i quali non siamo riusciti a salvare. Le iniziative che abbiamo organizzato per il 18 marzo sono il doveroso omaggio alle vittime e mirano a unirci idealmente nel ricordo di quei drammatici mesi». 

 

Al Morelli, ospedale covid-19 della provincia di Sondrio, le bandiere a mezz'asta all'ingresso della portineria accolgono gli utenti, mentre per una settimana, a partire da domani, le plafoniere dell'atrio del quarto padiglione avranno un'illuminazione tricolore e il verde, il bianco e il rosso della nostra bandiera saranno proiettati sulla facciata, visibili nelle ore notturne. All'Ospedale di Sondrio bandiere a mezz'asta e illuminazione della portineria con il tricolore che sarà evidente sia ai degenti e agli operatori dall'interno del presidio sia a chi transiterà lungo la via Stelvio. Le messe organizzate nella giornata di oggi, rispettivamente alle ore 10 nella cappella del primo padiglione dell'Ospedale Morelli e alle ore 15 nella chiesetta dell'Ospedale di Sondrio, sono precedute dal minuto di raccoglimento.

 

Sul sito web aziendale un collage di fotografie, che testimoniano l'impegno degli operatori sanitari, è accompagnato da pensiero di una di loro, Franca Fumagalli, infermiera che ha prestato servizio nel reparto covid-19 dell'Ospedale di Sondalo. «Il silenzio nelle città, nelle strade, nei corridoi dell'ospedale, il silenzio interrotto dalle sirene che sembravano sempre troppe, il silenzio spezzato dagli allarmi in terapia intensiva, il silenzio spezzato dall'aria insufflata dai respiratori meccanici e quell'aria che sembrava non bastare mai... nemmeno a noi. Comunque, il silenzio. Il baccano più chiassoso che abbia mai sentito».

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