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Manifestazione dei frontalieri italiani contro la "tassa sulla salute"

ECONOMIA E POLITICA - 23 05 2024 - Redazione

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/Frontalieri

Sabato 25 maggio, a partire dalle ore 9:30, Como sarà teatro della prima manifestazione internazionale dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera. L'evento, organizzato dai sindacati CGIL, CISL, UIL, UNIA, OCST e SYNA, si terrà in Via Luigi Einaudi e vedrà la partecipazione di lavoratori, sindacalisti e cittadini uniti contro l'introduzione di una nuova tassa sulla salute e a favore del rispetto dell'accordo fiscale internazionale.

 

La protesta nasce in risposta alla recente approvazione della legge di bilancio 2024, che prevede una tassa sui frontalieri italiani attivi in Svizzera. Tale imposta, mirata a finanziare un incremento salariale per i lavoratori della sanità nelle aree di confine, colpisce tutti i frontalieri e i loro familiari a partire dal 1 gennaio 2024, con modalità ancora da definire.

 

I sindacati denunciano l'iniquità, l'ingiustificabilità e l'intempestività del provvedimento. La nuova tassa è considerata iniqua perché ignora il fatto che i frontalieri contribuiscono indirettamente al fisco italiano attraverso i ristorni fiscali. È ritenuta ingiustificata in quanto contraddice precedenti indicazioni del Ministero della Salute, che aveva sancito l’erogazione del SSN ai frontalieri che optano per la sanità nazionale. Inoltre, il provvedimento viene giudicato intempestivo e di dubbia legittimità, poiché introduce una doppia tassazione, in contrasto con il recente accordo fiscale tra Italia e Svizzera e con il modello OCSE.

 

I rappresentanti sindacali hanno richiesto fin dall’ottobre scorso la rimozione della tassa, senza successo. Durante la manifestazione, saranno presentate le conclusioni di un parere legale affidato a un pool di avvocati, volto a impedire l’applicazione del provvedimento. I sindacati sollecitano le Regioni Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Alto Adige a partecipare a un’audizione per discutere la questione.

 

La manifestazione mira anche a sollecitare un accordo definitivo tra il Governo italiano e i Cantoni svizzeri riguardo lo status dei "vecchi frontalieri" e "nuovi frontalieri". I sindacati chiedono il rispetto dell'impegno di considerare come "vecchi frontalieri" coloro che hanno lavorato in Svizzera tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023, risiedendo in comuni entro 20 km dal confine.

 

Inoltre, i sindacati esortano il Governo italiano a procedere con il decreto attuativo per il pagamento della NASPI senza limitazioni per i primi tre mesi, come previsto dal memorandum d'intesa del dicembre 2020, e a riaprire la discussione sul telelavoro.

 

La manifestazione vedrà la partecipazione anche dei sindacati svizzeri, che denunciano il dumping salariale nei confronti dei frontalieri, vittime insieme ai lavoratori residenti di politiche aziendali che minano la contrattazione collettiva. I recenti dati dell'Ufficio federale di statistica svizzero mostrano che il salario mediano dei frontalieri in Ticino è inferiore del 20% rispetto a quello dei residenti, una disparità non riscontrata nel resto della Svizzera.

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