Sprechen Sie Deutsch? So und so
ECONOMIA E POLITICA - 02 12 2017 - Méngu
Ho avuto una vivace discussione e il torto me lo sono preso io. Il giudice l’ha fatto un nostro comune amico, io però non sono convinto d’aver torto. Il tema era quello delle lingue straniere da parlare in Tirano. Io sostenevo che per fare un buon turismo occorre saper parlare soprattutto il tedesco. L’amico, bastian contrario, era propenso per l’inglese. Tutti e due però eravamo d’accordo che chi sapeva parlare tedesco e inglese e altre lingue straniere era avvantaggiato e avrebbe ottenuto più probabilità di successo nella propria attività. Quindi la vivace discussione verteva sulla precedenza della lingua tedesca o di quella inglese in valle. La discussione era nata in piazza della Basilica di Madonna di Tirano dopo aver visto un folto gruppo di turisti entrare nella chiesa per ammirare le meraviglie artistiche. Non ho fatto parola, ma per me quel gruppo era formato da tedeschi. Ci siamo seduti nel bar appresso prendendoci un buon caffè. Anche al tavolino la discussione non si è spenta anzi si è alimentata ancor di più quando abbiamo visto altri turisti invadere il piazzale. Questi erano verosimilmente italiani, precisamente bergamaschi dalla cadenza del loro italiano. Non v’era guida turistica e il gruppo si è poi amalgamato con i precedenti che uscivano dal portone del santuario. Quell’assembramento di turisti ci ha fatto piacere e dopo un poco ci siamo avviati verso Tirano sul viale Italia. Giunti all’altezza del giardino del ‘500 che dista un tiro di fionda dalla Basilica ci siamo fermati. Il viale era occupato da turisti tedeschi attratti dalla bellezza del Monumento raffigurante l’Apparizione della beata Vergine il 29 settembre del 1504. Nel frattempo vediamo transitare sul viale tre nostri conoscenti dai capelli grigi. Tutti e tre tiranesi, dal fare distinto e di cultura per quel che basta d’essere stimati nella nostra cittadina. Uno è impiegato di banca, uno ragioniere e bravo amministratore di condomini, l’altro tecnico in una azienda elettrica. Dal folto gruppo di turisti innanzi al Monumento avanza un signore alto e distinto. Raggiunge i tre nostri conoscenti, mentre noi ,a pochi passi da loro, continuiamo in tono minore la nostra disquisizione sulle lingue straniere da parlare in Tirano. Quel signore tedesco si rivolge all’ amministratore di condomini e con fare gentile e deciso gli dice: “ Sprechen Sie Deutsch ? “ con l’evidente intenzione di saper qualcosa sul Monumento. L’amministratore risponde un poco smarrito: “Nein”. Poi con occhi imploranti si rivolge all’amico tecnico e sibila: “Tu sai il tedesco ?“. Gli risponde secco:“ gnàa ‘n pit “. Il terzo, impiegato di banca, capito l’andazzo, svincola diplomaticamente confondendosi tra la folla. Quel distinto signore tedesco si guarda intorno e il suo sguardo cade su noi tre. Il mio mediatore abbassa lo sguardo e ammira il prato che era verde ma non inglese. L’altro mio amico, furbetto, quello che sosteneva che si dovesse parlare inglese in Tirano mi dice: “ Toh, Méngu è giunta la tua ora, tu che sostieni che il tedesco è la lingua straniera che ha la precedenza d’essere studiata e parlata qua in Tirano, questa è la tua occasione!!!“. Il signore tedesco si è rivolto a me: “Sprechen Sie Deutsch?“. Ho affrontato la situazione dicendo “ so und so, mein Herr “ biascicato e mi sono avviato con lui in un colloquio essenziale, con vocaboli che ho raccattato nei meandri della mia memoria avendoli studiati anni fa a scuola. Ho cercato di spiegargli la storia di quel Monumento, mentre gli altri del gruppo sembravano avere occhi d’aquila nei miei confronti. Vi assicuro che se avessi scaricato un bilico di sacchi di cemento avrei faticato e sudato meno che in quei dieci minuti di colloquio animato dalle mie braccia che mi aiutavano a parlare. Intanto i miei due amici lì appresso sembravano godere del mio “teatrino “ visto lo sghignazzo silenzioso. Finito il mio tormento con il gruppo di tedeschi, quel gentile signore mi ha ringraziato e salutato coralmente con un “buon giorno“. Poi mi sono avvicinato ai due marpioni, stressato, con la camicia bagnata e con l’animo turbato per la mia ignoranza e subito me la sono presa con i miei due “amici” parlando in dialetto. Ho sibilato tra i denti: “Chèstu l’è chèl che ‘l càpita a ès ignùrant e mìga savè parlà bée ‘l tudésch! (questo è quello che capita ad essere ignoranti e non saper parlare il tedesco). E tu, smettila di sghignazzare sennò racconto a tutti che l’inverno scorso avevi posto sulla porta del tuo negozio “ Ich spreche Deutsch“ , poi quando è entrata una signora tedesca nel tuo negozio e ha indicato una cosa in vetrina dicendo “ was ist das?“(cos’è ?)"‚ sei subito gentilmente corso a chiudere la finestra della vetrina che era aperta a vasistas. Poi con tono vivace ho detto: ”Colpa mia ! Abito a due chilometri dal confine svizzero, a 15 chilometri da Poschiavo dove la gente parla il tedesco, l’italiano, e il dialetto e io non so parlare il tedesco in modo decente. Cari soci , è il caso di batterci il petto tutti e tre. L’Inghilterra, dove si parla inglese, dista da noi 1200 chilometri. E’ bene per noi tiranesi dare la precedenza alla lingua tedesca considerato che la vicina Svizzera ci offre l’opportunità di esercitare la parlata e che la maggioranza di turisti in Tirano parla tedesco”. Il mediatore, con un cenno di capo, ha fatto di sì e ha dato ragione a me. L’amico che sosteneva la teoria della lingua inglese, ma che non ne sapeva una parola, ha ammesso che avevo ragione. Voi che dite ? A quale lingua straniera date la precedenza per valorizzare la vostra cultura e il turismo in Tirano? Per favore però non ditemi: ”Meglio tutte e due“ poiché in tal caso ero già d’accordo con il mio amico. Nel caso che diciate: “nemmeno una delle due, ma il nostro dialetto“, io vi dico che tre quarti dei tiranesi non vi capirà. Méngu
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