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Politica 2018: una pignatta di fagioli secchi in ebollizione!

ECONOMIA E POLITICA - 16 01 2018 - Méngu

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Se mi leggete è buon segno. Abbiamo traghettato dalla sgangherata isola del 2017 per giungere ad un'altra isola inesplorata: quella del 2018. Paragono spesso gli anni della vita ad un arcipelago di isole tutte diverse tra di loro, circondate da un mare ora tempestoso, ora calmo.

 

Ho un vago ricordo delle isole della mia infanzia, serbo un ricordo netto delle isole della mia gioventù e della mia maturità. Tutte isole in cui abbiamo lasciato qualcosa del nostro vissuto. Ora siamo sull’isola del 2018. Siamo insieme su quest’isola inesplorata e il mare che ci circonda è in tempesta. Anche se aguzziamo lo sguardo non riusciamo più a scorgere l’isola lasciata. Quella terra è ormai preclusa per sempre a tutti noi. Ma non è un peccato, perché pochi vorrebbero tornare indietro!

 

Su quell’isola abbiamo conosciuto momenti grami. Siamo stati travolti da una politica fatta da una valanga di parole, di interviste, di convegni, di articoli d’ogni genere sui mass-media con accuse e insulti che nel nostro immaginario lo si può paragonare al borbottio continuo, snervante, dei fagioli secchi in ebollizione in una grande pignatta. Ora il fuoco sotto la pignatta si è fatto ancor più furente alimentato dalla bufera di parole con le solite promesse elettorali. Alcune promesse sono vecchie, ritrite e ormai non più credibili; altre sono nuove e difficilmente realizzabili, fatte con il solo scopo di .guadagnare consensi.

 

Se non dosiamo il fuoco sotto la pignatta della politica i fagioli diventeranno immangiabili e saranno fagioli da buttare nel cassonetto degli umidi. Che fare dunque? La rotella che regola il gas sotto la pignatta è in mano alla gente comune. Abbiamo la libertà di voto, e con questa libertà dobbiamo cercare e eleggere persone di indubbia moralità, di buon senso comune, con un senso etico e morale di comprovata veridicità per non dover ancora mangiare i soliti fagioli stracotti con dolori e gonfiori di pancia.

 

Aristotele disse: “Ogni popolo ha i governanti che si merita “. Aveva ragione! Il grande filosofo cosa può consigliare a chi si lamenta senza far nulla? L’unica ricetta valida oggi, come ai tempi di Aristotile , è quella di inculcare in noi e negli altri il sentimento dell’onestà, di riscoprire i valori della regola d’oro: “Fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi e non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi”.  Tutto qui!!! Questa dovrebbe essere la bandiera e la base del programma politico di ogni partito.

 

Sull’isola del 2018, dobbiamo sotterrare “l’ascia di guerra“ fatta dal filo della lama tagliente dell’eterno conflitto solo per il fatto di non appartenere allo stesso partito e non sull’analisi del bene comune. Scrolliamoci di dosso lo sporco, come un cane che esce dall’acqua putrida, per poi ripartire puliti e sereni e meno litigiosi. Solo così l’isola 2018 sarà meno inquinata, più solidale e sarà di garanzia per il futuro dei giovani. I “perplessi”, quelli nauseati ormai da un sistema di cose che non funzionano, guardino la vita politica dal punto di vista di una onestà illimitata e poi decidano se è il caso di dare un contributo per un supremo interesse comune.

 

Méngu

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