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Speciale storia - La processione boicottata

CULTURA E SPETTACOLO - 10 10 2018 - Ivan Bormolini

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ANCORA RAPPORTI TESI TRA LA PIEVE DI VILLA E LA PARROCCHIA DI TIRANO:

LA PROCESSIONE BOICOTTATA

 

(Terza parte a cura di I. Bormolini) Risulta lecito credere che i tiranesi fossero ben felici di aveva la propria parrocchia ed il proprio parroco. Tuttavia la questione del legame con l'arcipretura di villa non era ancora del tutto reciso. Tutto questo era tra i nostri concittadini motivo di malcontento.

 

Simone Cabasso moriva nel maggio del 1600. La nomina del suo successore, visto il diritto di giuspatronato concesso dal vescovo Ninguarda, spettava non alla curia di Como come avviene oggi, ma al Consiglio dei 36, ovvero ai rappresentanti della nostra comunità.

Mediante un meccanismo piuttosto complesso, era stato eletto Martino Manfredotti, il secondo parroco di Tirano prendeva possesso della parrocchia nel 1602.

 

Ma cosa ne pensava il nuovo parroco della questione ancora aperta con Villa di Tirano?

Anche don Martino, stando sempre a quanto sancito nel famoso atto di fondazione della parrocchia, avrebbe dovuto portare “onore e rispetto alla chiesa matrice”. Lo stesso però sentiva il disagio della ancora non completa indipendenza dall'arcipretura di Villa e dal suo arciprete, viene anche logico pensare che il Manfredotti fosse anche portavoce delle istanze e delle pressioni fatte dagli abitanti del borgo che come lui volevano definitivamente recidere quel cordone ombelicale con Villa.

Il nuovo parroco, così come il suo predecessore, doveva mostrare rispetto e subordinazione all'arciprete, poteva essere ammonito e corretto da quest'ultimo nel momento in cui si fosse manifestata l'occasione. Inoltre non dimentichiamo che doveva versare l'annuo contributo.

 

Si evince dunque che i rapporti tra le due comunità non erano ancora dei migliori.

A testimonianza del fatto, o meglio dei fatti, vi è una questione piuttosto spinosa risalente al 29 aprile 1611.

Il popolo della comunità di Villa e Stazzona, si era recato quel giorno in processione verso la chiesa parrocchiale di San Martino in Tirano.

Il cammino processionale e devozionale, presumo fatto di canti ed orazioni, trovava un' amara sorpresa proprio all'ingresso della nostra chiesa parrocchiale.

I tiranesi avevano ravvisato in quella processione alcuni segni di provocazione evidente, tanto che era partita un' insolita idea.

 

Il Manfredotti con i suoi cappellani aveva altamente intonato “ l'Ufficio da morti “ per così frastornare “ il canto delle preci solite a dirsi in simili funzioni”, impedendo così lo svolgimento della successiva Santa Messa cantata.

Per farla breve il parroco ed i suoi collaboratori, evidentemente fomentati anche dal popolo tiranese, non avevano per nulla rispettato il classico cerimoniale così da indurre i partecipanti alla processione a dirigersi verso la chiesa di Santa Maria del Castello.

E' strano che non si trovino reazioni sull'accaduto o sullo sgarro da parte dell'arciprete di Villa, ma evidentemente qualche scontro sulla “processione boicottata” ci sarà stato.

 

(Fine terza parte)

 

FONTE: La chiesa di San Martino in Tirano. Autori Gianluigi Garbellini e William Marconi. Stampa Tipografia Bettini Sondrio

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