Lo sapevate che? Valtellina, terra di confine, di leggende e di racconti
CULTURA E SPETTACOLO - 28 10 2023 - Guido Monti
L'apertura delle ormai consuete giornate di aggiornamento in cardiologia tenute a Bormio ha offerto l'occasione per la presentazione di un libro che, attraverso i racconti di vari scrittori, ripropone luoghi della memoria e delle tradizioni del nostro territorio. Il volume, edito per merito dei prof. Livio Dei Cas e Leandro Schena, col contributo della Banca Popolare di Sondrio, e introdotto da un saggio di Guglielmo Scaramellini, si apre con l'efficace descrizione della montagna fatta da Herman Hesse nel suo celebre romanzo 'Peter Camenzind', in cui molti montanari potrebbero riconoscere il proprio percorso di vita e un innato senso della natura ricevuto nel corso dell'infanzia e rimasto impresso per sempre. Quella matrice comune era pure fonte di approfondite indagini scientifiche, come rammenta il saggio del docente universitario Luciano Suss sui raccoglitori di insetti fra ottocento e novecento. Dal canto suo Lorenza Fumagalli illustra le problematiche insorte dopo la ridefinizione dei confini avvenuta con l’avvento della Repubblica Cisalpina nel 1797, che sprofondò la Magnifica Terra in uno dei suoi periodi più bui causando persino gravi moti popolari. Sul folklore locale si focalizzano la prof.ssa Cristina Pedrana Proh e la pubblicista Anna Lanfranchi: l'una si sofferma su alcune figure di studiosi che fornirono un notevole impulso alla cultura popolare e in particolare al dialetto, in piena rivalutazione, e l'altra porta in primo piano la figura del maestro Alfredo Martinelli, 'favoleggiatore della Rezia' e attento narratore del suo tempo (a lui si deve l’invenzione dell'appellativo di 'Piccolo Tibet' data a Livigno). Il viaggio, inteso come esperienza di crescita personale e di conoscenza del mondo, è al centro degli scritti della stessa Anna Lanfranchi, di Dario Cossi e di Daniela Valzer, la quale rivisita l'esistenza del filosofo e viaggiatore trentino Carlo Pilati che nel 1774 transitò per l’Umbrail ricavandone una ineguagliabile impressione; Cossi racconta la permanenza di un cartografo francese nella Valfurva della seconda metà del seicento; sullo Stelvio si incentra invece Anna Lanfranchi che ricorda un’epica ascesa ciclistica di fine ottocento, effettuata in sella a un tandem. Un intervento di Pier Carlo Della Ferrera e Alberto Sertori descrive l'esilio di Battista Leoni, insegnante e studioso locale, negli anni successivi all’armistizio, mentre i contributi di Massimo Mandelli e Lucia Valcepina propongono divagazioni in versi e prosa attraverso narrazioni velate di nostalgia e di slanci intellettuali con testimonianze di diversi protagonisti del panorama culturale bormino e italiano. L'antico confine dello Stelvio torna al centro della scena con Daniela Valzer che tratteggia il significativo profilo di Lorenza Giobbe, recentemente scomparsa, in una panoramica a ritroso nel tempo che ripercorre 50 anni di vita e di lavoro trascorsi all’ombra della Drei Sprachen Spitze. Uno sguardo al passato è anche quello riservato da Stefano Zazzi a Bormio, rivista attraverso lo sguardo del vecchio Gervasio, emigrante di ritorno in un territorio che stenta a riconoscere e per il quale è necessario costruire una nuova cultura della montagna, una comunità alpina surrogata da profondi pensieri e da programmi strategici, sempre ben ancorati alla realtà locale. Guido Monti (fonte: Anna Lanfranchi, pubblicista di Bormio)
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