"Le nozze di Imelda", i Barfì & friends fanno di nuovo centro

Ore 20,30 di martedì 20 novembre. Comodamente seduto nelle poltrone del cinema Mignon in Tirano, avvolto in un brusio festoso d’una sala piena zeppa di persone che si aspettavano qualcosa di eccezionale c’ero anch’io. Aspettavamo di assistere ad un’ altra commedia dialettale della Barfì & friends diretta dal registra Fulvio Schiano.

Credo proprio che tutti i presenti partivano già da un preconcetto ed era quello che la commedia dialettale dovesse essere per forza divertente e dare quell’entusiasmo spettacolare che ogni cosa bella dà e l’animo la conserva nel tempo, come del resto sono state belle, divertenti e interessanti tutte le precedenti commedie.

Insomma, tutti aspettavano il massimo. Prima dell’apertura del sipario Fulvio Schiano ha sapientemente presentato il suo lavoro indicando anche le finalità sociali del suo lavoro. Temeva di dimenticare qualcuno dei tantissimi collaboratori; per questo motivo , in questa unica occasione, si è mostrato sul palco con dei fogli svolazzanti tra le mani e forse, io credo, ancora una volta non letti.

Aperto il sipario la scena è parsa una meraviglia di eleganza negli arredi e di precisione nella disposizione. E’ iniziata la commedia in un elegante salotto con un colloquio tra la contessa Vacca Torazzi e suo marito, il conte Umberto; colloquio pacato e fin troppo noto di questi tempi dove tanti ricchi si stanno impoverendo e i poveri diventano sempre più poveri.

Di più non dirò poiché, chi come me ha assistito alla brillante commedia, deve gustare minuto per minuto il susseguirsi delle scenette, magari all’inizio del primo atto con un andante “ avanti adagio“ per proseguire nel secondo atto con un travolgente susseguirsi di una comicità schietta, reale, mai forzata, che ha letteralmente coinvolto il pubblico in scroscianti applausi .

Insomma, anche questa volta, a mio parere, la compagnia dialettale Barfì & friends ha fatto centro per la sua bravura, per il genio del regista e non da ultimo per la bellezza e la bravura della contessa Vacca Torazzi e della sua splendida ed elegante figlia.

Méngu