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Un grazie a tutto il personale del reparto psichiatria di Sondrio

CRONACA - 20 03 2017 - Rossi Mauro ‘59

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Senza nulla togliere a qualsivoglia operatore onesto nel campo ospedaliero ed assistenziale, io sono convinto che per "operare" in settori come questo non sia sufficiente timbrare il cartellino, svolgere il proprio lavoro e poi ritimbrare per l'uscita. No, a mio avviso per operare in reparti come questo occorre molto di più anche di una Laurea o di una Specializzazione, occorre qualcosa che hai insito dentro che, certo si potrebbe chiamare devozione al tuo lavoro, ma che a mio avviso è molto di più.

 

Io lo definirei " amore verso il prossimo, soprattutto verso coloro che sono più deboli e indifesi, lo definirei desiderio innato di aiutare gli altri e soddisfazione nel notarne i miglioramenti, giorno dopo giorno. Certo, forse ci vuole anche una certa dose di " potrei chiamarlo distacco, anche se sembra brutto, preferirei imparzialità", ma penso sia proprio così.

 

Questo è un luogo terribilmente "impersonale", sotto certi aspetti potrei definirlo ascetico e carico di emozioni che aleggiano in un'aria satura di ansie, di dolori e di paure, un ambiente nel quale ognuno è solo con i suoi fantasmi, nel quale le solitudini si incontrano in sala mensa o in sala fumatori, in sala tv o nei corridoi, ma che comunque restano sempre tali. Qui ognuno ha la sua storia nascosta e le sue debolezze che si tiene dentro anche quando gioca a biliardino o a ping-pong.

 

Il personale, dai medici agli infermieri agli inservienti, devono conoscere l'IO di ogni paziente, immedesimarsi in ognuno di essi ed assumere via via un comportamento che sia il più idoneo e confortante possibile a seconda dei vari casi. Qui ci sono persone piene di "ragni di granchi e di rane e altre cose un po' strane" che cercano in ogni modo di buttar fuori, parecchie vanno seguite costantemente e personalmente, ma le "bestie" sono difficili da scacciare, malgrado i farmaci, le cure e l'assistenza continua.

 

Per regolamento ognuno è "privato" di molte cose, cose che potrebbero risultare dannose per sè stessi e per gli altri e che vengono consegnate dal personale su richiesta.Le persone si incrociano nel corridoio ma hanno le menti altrove, c'è chi grida ed inveisce contro tutto o tutti e chi vive in un " silenzio assordante". Tutti, sicuramente, come me, hanno sbagliato qualcosa, non sono stati in grado di chiedere aiuto alle persone care ed ora sono qui disperse nel "limbo", per cercare di uscire da situazioni più o meno difficili ma che probabilmente per qualcuno lasceranno il segno.

 

Chi, come mè, non è stato in grado di approfittare dell'aiuto delle persone vicine, ora è qui che guarda dalla finestra e si chiede il perchè, come si può sbagliare così? Quando qualcuno ti tende la mano, anzi, tante mani, non bisogna mai aver paura nell'accettare, l'amore dei parenti e degli amici è sacro e se io fossi stato più saggio probabilmente ora non sarei qui. Solo chi cade può rialzarsi: io l'ho fatto, ma sono sicuro che non succederà più e così auguro a tutte queste persone che girano, circolano, urlano, mangiano e dormono assieme a me. Fatevi aiutare senza timore, e, se proprio non avete nessuno qui ci sono persone che lavorano e si danno da fare per tutti.

 

Posso capire che ci siano situazioni che sembrano "irrecuperabili", ma bisogna sempre avere la forza di andare avanti, lottare e credere in qualcosa. I soldi perduti si possono recuperare, l'amore perduto si può recuperare, la vita e la felicità che stanno sfuggendo si possono recuperare, ma mai da soli. Questo è un mondo crudele, fatto di banche e di interessi, di ladri di danaro e di ladri di anime, ma arrendersi, anche per un minuto solo, spesso significa perdersi per sempre. Il vuoto è devastante più di qualsiasi dolore fisico, la paura della solitudine è peggiore di quella della morte, ma la nostra forza interiore, con l'apporto di chi vuole aiutarci può vincere qualsiasi male.

 

Non è vero che quando si è a pezzi non c'è più nulla da fare, sarebbe come arrendersi ai "demoni" ed ai fantasmi che cercano di catturarti. Credetemi, io ce la stò facendo, ho passato una settimana in una specie di "girone Dantesco" e devo e voglio ringraziare veramente tutto il personale del reparto che mi ha parlato, mi ha capito e diciamo che a volte mi ha anche sopportato pazientemente. Certo, i tempi saranno lunghi, ma noi siamo nati per gioire, non per soffrire.

 

Rossi Mauro ‘59

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