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Se tu fossi il Sindaco cosa faresti? Il piazzale della Basilica

CRONACA - 19 02 2024 - Ezio (Méngu)

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/Il poco decoroso stato del piazzale della Basilica di Madonna di Tirano
Il poco decoroso stato del piazzale della Basilica di Madonna di Tirano (foto Méngu – 01/05/2023)

Si troveranno i soldi per sistemare il piazzale del Santuario della Basilica di Madonna di Tirano?

Il primo “mah…” scuotendo la testa lo pongo a Voi che leggete con un esclamativo! Si troveranno i soldi per sistemare una volta per tutte il piazzale del Santuario della Basilica di Madonna di Tirano? Per anni abbiamo sentito dire, da voce di popolo, che non si sapeva chi avrebbe pagato la sistemazione del piazzale: forse il Comune di Tirano, proprietario del Santuario o forse la Diocesi che l’aveva in uso o si può fare metà ciascuno?  La palla è rimbalzata  tra i due per troppo tempo e adesso sarebbe ora di chiarire la questione, poiché sono ormai da anni che il problema sussiste e che se ne parla. Potrebbe essere anche questione di buonsenso e se  la cosa è diventata troppo difficile chiediamo alla Madonna di Tirano di farci la Grazia di risolverla. La preghiera di un Signor Vescovo- Cardinale  non può essere o rimanere inascoltata dalla Nostra Patrona di Valtellina. .

 

Si veda la foto in copertina dello stato della pavimentazione del piazzale del Santuario e sarà difficile negare lo stato di degrado giunto al 2024 . Qualche tiranese o madunasch si sarà anche “ vergognato “ innanzi ai numerosi turisti che con il naso all’insù guardando il bel campanile hanno incespicato nelle buche che si sono formate nella pavimentazione marmorea, a disegno circolare, che guarda la rigogliosa rotonda.

Molti si saranno accorti che passeggiando sul piazzale si possono udire i ciop-ciop” delle piastrelle in marmo rotte che oscillano sotto le scarpe.

 

 

Il secondo “ mah …. “ lo  dico con stupore e un poco di “indignazione “ . 

Io ho visto alla fine degli anni cinquanta costruire la pavimentazione del piazzale della Basilica.

Allora i nostri tecnici comunali hanno messo il loro ingegno e hanno immortalato lo Stemma della nostra Città nel centro del piazzale che guarda il portone principale della Basilica . Il piazzale fu fatto quando eravamo più poveri di adesso, però forse allora eravamo più “signori” con i sentimenti comuni.

Pensate: ora si viaggia in SUV, anche in bicicletta su piste ciclabili costose, con ponti stravaganti che attraversano l’Adda per la comodità delle due ruote, ma sembra che non siamo in grado di spendere i soldi per sistemare un “gioiello ”del tiranese.

 

E ora mi scappa il terzo “ mah…  “ però in questo caso con un poco di indignazione.  Sovente penso, passeggiando sul vasto piazzale e alla Madonna apparsa al Beato Mario Homodeo e che tante volte ci porta consolazione e ci dà anche pane per via del turismo e dell’arte dei capolavori della Chiesa ,che i tiranesi  dovrebbero essere riconoscenti nel renderLe omaggio sistemando a dovere il piazzale della Sua Casa. Naturalmente ciò vale anche per la Diocesi poiché oltre al gran fervore di preghiera  e di Grazie ottenute qualche soldo arriva anche per la Santa Chiesa. .

 

Mi auguro che la prossima e nuova Amministrazione con l’ottima relazione che fin ora c’è stata e sempre, io credo  ci sarà con la Diocesi di Como,  possa risolvere il problema, ormai da trentennale e più di aspettativa.

 

A chi compete la sistemazione del piazzale della Basilica di Madonna di Tirano?

 

Le facciate delle chiese sono spesso precedute da un ripiano abitualmente elevato dal livello stradale con un sistema di gradonature che prende il nome di sagrato. Questo ripiano ha la duplice funzione di creare una zona di rispetto fra il luogo sacro e la pubblica strada o piazza e di conferire, unitamente alla sua scala d’accesso, una sorta di basamento alla facciata.

 

Il Sagrato è un luogo di diretta pertinenza della chiesa; nel suo stesso nome è difatti indicato che esso deve considerarsi luogo dedicato al sacro. In esso

molto spesso durante l’Alto Medioevo e poi fino al Rinascimento e, in qualche territorio anche più tardi, vennero scavate delle sepolture. Per usi

e convenzioni rispettati, in alcuni paesi fino a epoca relativamente recente, il sagrato, come l’interno della chiesa, ha goduto dell’immunità. Sul sagrato si

svolgevano durante il Medioevo le sacre rappresentazioni che in qualche regione sono ancora oggi in uso; sul sagrato, in determinate circostanze, appare il sacerdote per celebrare riti di accoglienza e sacramentali.

 

L’origine del sagrato va dunque essenzialmente ricercata in ragioni di comodo, ma la sua origine strettamente architettonica si può spiegare con una sorta di semplificazione o trasformazione del portico. In antico infatti lo spazio culturale era nelle migliori soluzioni anticipato da un quadriportico. Il sagrato può anche essere accostato, specie per l’idea della scala d’accesso, al pronao che precede l’ingresso di molti templi pagani, tanto da costituirne l’evoluzione nell’ambito della diversa concezione religiosa cristiana.

Qualora non diversamente individuato, per consolidata memoria storica, si individua come area quella identificata dal ribaltamento della facciata del fronte principale della chiesa, sia esso pubblico o privato.

 

E’ importante definire l’identità dei sagrati e della piazze che molte volte sono una continuità nella loro estensione spaziale; molte volte si identificano non tanto per i loro confini, ma per il valore storico- religioso attribuito dalla comunità. Sovente il cittadino desidera vedere l’uso di questi suoli sacri privilegiando la loro funzione storica religiosa evitando le attività per scopi commerciali, lasciando oltre la loro estensione ampio spazio di iniziative idonee ad affrontare i problemi nei processi di trasformazione urbana, di possesso, di uso e gestione delle attività commerciali. 

 

Ezio (Méngu)

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