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Quasi Serie (118): Cici Bonazzi

CRONACA - 10 03 2017 - Giancarlo Bettini

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C’era a Tirano, a confine con il Giardino d’Infanzia, un terreno con fronte sulla piazzetta dove tutti, prima o dopo, transitavano per giungere alla famosa gelateria della famiglia Toldo. Quell’area, per anni, era stato il deposito dei materiali e dei mezzi della conosciutissima impresa di costruzioni denominata Edile. Quell’impresa, dopo la cessazione, ha lasciato quali eredi i migliori capomastri della nostra cittadina. I nostri Amministratori Comunali, anni dopo, hanno deliberato di trasformare quel deposito in un giardino. Metà area è stata riservata per la lettura all’aperto della vicina biblioteca e l’altra metà per ospitare il Monumento agli Emigranti. L’opera che raffigura un gruppo di emigranti è stata creata dall’artista tiranese di fama internazionale Mario Negri ed è stata collocata tra il verde del prato.

 

Chi scrive è il progettista dell’intera area comunale ed ai lettori desidero far conoscere la genesi di ciò che oggi vediamo. La metà area riservata alla lettura all’aperto della biblioteca è coperta da numerose piante di glicine per ombreggiare e per ricordare ai nostalgici tiranesi la storica gelateria Toldo. L’idea per la progettazione dell’area dedicata agli emigranti mi è venuta guardando dall’alto, da Roncaiola, la nostra Tirano. Il monumento di Negri è stato collocato al centro dell’area dopo aver sopraelevato il terreno circostante. Per giungere al monumento stesso ci sono quattro accessi di una certa larghezza, in salita e pavimentati. Quattro vie progettare in direzione dei quattro punti cardinali perché i nostri emigranti, in anni difficili, sono partiti per tutte le direzioni. Le piante di glicine coprono anche altre parti del perimetro dell’area. 
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All’inaugurazione del Monumento all’Emigrante c’era tutta Tirano. Non mancavano tiranesi venuti dall’Australia ed era presente anche un Ministro australiano venuto per l’occasione. Non poteva mancare un mio caro amico, quel Cici Bonazzi residente a Canberra, ma con il pensiero sempre rivolto all’Italia. Cici l’ho conosciuto quando frequentava la scuola per gometri a Sondrio prima della sua partenza per Trieste. A Trieste si è diplomato geometra, si è fidanzato, poi ha lasciato l’Italia per l’Australia. Nella patria dei canguri ha passato anni difficili. Dopo pochi anni ha chiamato la fidanzata che aveva conosciuto a Trieste, l’ha sposata ed hanno avuto due figli. Dal nulla, incontrato in un Paese straniero ha risalito la corrente occupando impieghi di una certa importanza.  Poi, all’avvicinarsi della vecchiaia, è andato in pensione, felice perché in compagnia della consorte.

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Cici Bonazzi, classe 1931, alcuni giorni or sono ci ha lasciato. E’ morto a Canberra, capitale australiana, ed a Canberra è stato sepolto. Cosa ci rimane dell’amico Cici? Direi molto. Il suo dizionario Italiano-dialetto tiranese, le sue poesie, i suoi CD in dialetto con incisa la sua voce ed altro ancora. Ricorderò sempre, caro Cici, quel tuo intervento al Giardino dell’Emigrante il giorno dell’inaugurazione. I cittadini tiranesi, sul piazzale sottostante, hanno ascoltato la tua voce falsata dall’emozione. Tirano ti sarà sempre riconoscente.

 

Giancarlo Bettini

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