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Le nostre dighe rendono, ma sono vetuste

ECONOMIA E POLITICA - 07 03 2024 - Guido Monti

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Le dighe nel 2023 hanno consentito alla provincia di Sondrio di introitare 15 milioni di euro, 2,5 dei quali destinati alle famiglie in difficoltà col pagamento delle bollette. Un indubbio vantaggio per le nostre finanze, ma qual è lo stato di conservazione di queste infrastrutture?

 

In Italia ci sono 531 grandi dighe e in Lombardia 77, il numero più alto rispetto alle altre regioni. Ventisette sono in Valtellina, 21 in provincia di Bergamo, 15 nel bresciano, tre nel lecchese e due nel comasco. Servono soprattutto per alimentare centrali idroelettriche e produrre energia, e con 5,7 GW installati rappresentano oltre 1/4 di tutta la potenza idroelettrica in Italia. Complessivamente le grandi dighe lombarde consentono di invasare oltre 2 miliardi di metri cubi d’acqua, ai quali si aggiunge un altro miliardo e 200 milioni di metri cubi dei grandi laghi, il cui livello è gestito proprio mediante le dighe. Quelle lombarde sono però tra le più vecchie: mentre l'età media delle analoghe grandi infrastrutture italiane è di 67 anni, quelle lombarde ne hanno in media almeno 80. Una ventina hanno superato i 90, 33 un secolo e alcune sono ancora più antiche.

 

Nella stragrande maggioranza sono gestite dai tecnici di grandi utility energetiche. Delle 74 concessioni più di una ventina sono però scadute, sebbene operative in regime di proroga, mentre altre 41 scadranno entro il 2029. Come segnalato da Legambiente Lombardia, pur non dubitando della perizia con cui i gestori presidiano la sicurezza degli impianti, la situazione è sfavorevole a tutti i possibili investimenti in un settore altamente strategico. Gli ambientalisti ritengono pertanto che sia urgente procedere a una rapida riassegnazione, tramite gara, di concessioni di durata sufficientemente lunga da consentire agli operatori di valutare e programmare tutti gli investimenti necessari, sia per ottimizzare la produzione, rendendola complementare alla crescita di produzione da altre energie rinnovabili, sia per conseguire elevati livelli di sicurezza e tutela delle popolazioni esposte a possibili cedimenti delle strutture.

 

Guido Monti

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