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Braccio di ferro Europa-Italia sulla sorte del lago Bianco

ECONOMIA E POLITICA - 19 04 2024 - Guido Monti

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/lago Bianco Gavia
foto pubblicata sul sito montagna.tv

Resta ancora incerto il destino del lago Bianco, situato a 2600 metri di altitudine nei pressi del passo Gavia, le cui acque sono sottoposte a un prelievo legato al rifacimento dell'impianto di innevamento artificiale per la pista dello sci di fondo di Santa Caterina Valfurva.

 

Da una parte il consulente legale della Commissione europea ha deciso di mantenere aperta la petizione presentata dai due comitati 'Salviamo il lago Bianco' e Civico ambiente di Merate, volta a impedire un progetto ritenuto incompatibile con la normativa europea in vigore. Le informazioni da loro fornite saranno esaminate per verificare l'applicazione da parte italiana della direttiva habitat. L'audizione concessa ai rappresentanti dei comitati ha ricevuto un incondizionato e inusuale consenso di tutti gli europarlamentari intervenuti. Tra le richieste avanzate c'è stata anche quella di un'ispezione della Commissione europea sulla strada del Gavia.

 

Dall'altro lato  l'Ispra - l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, emanazione del ministero della salute -  e il dicastero dell'ambiente hanno inoltrato all'amministrazione comunale di Valfurva e ai soggetti interessati alla questione una comunicazione dove si ribadisce che, in base ai dati in loro possesso, non sussiste alcun danno ambientale né tantomeno una minaccia all'habitat naturale e che dunque i lavori possono continuare seppur coi dovuti controlli eseguiti dagli organi preposti, in particolare il Parco dello Stelvio.

 

Le pubbliche autorità precisano inoltre che gli scarichi non autorizzati, in cui peraltro si esclude la presenza di oli e idrocarburi, riguardano solo un'area limitata dell'intera zona a protezione speciale, non pregiudicata nella sua integrità e comunque con un'ampia capacità di rigenerazione, e non toccano la tundra. Dal canto suo il Comune di Valfurva ritiene che le osservazioni avanzate dai comitati ambientalisti siano costruite su illazioni e quindi prive di fondamento. Siccome però è accertato che la ditta incaricata degli interventi ha commesso degli errori, si sta valutando se proseguire l'opera intrapresa oppure scegliere possibili alternative in valle dell'Alpe.

 

Dello spinoso caso, che resta sul tappeto in attesa di sviluppi, ha trattato anche la trasmissione 'Indovina chi viene a cena' in onda su Rai3, dove è stato messo in risalto il rischio di sacrificare un bene naturalistico a favore di un presunto e scriteriato sviluppo turistico.

 

Guido Monti

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