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"Lo sapevate che?": Le tradizioni per Sant'Antonio abate

CULTURA E SPETTACOLO - 13 01 2022 - Guido Monti

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/Madonna col Bambino e Sant'Antonio Abate, museo di Santa Giulia a Brescia
Madonna col Bambino e Sant'Antonio Abate, museo di Santa Giulia a Brescia

'A S.Antoni  l'è n'ura bona' (a S.Antonio è un'ora buona), vale a dire che la giornata si è già allungata di circa un'ora rispetto al solstizio invernale. Sant'Antonio abate era una figura con un'elevata devozione popolare, dovuta pure al fatto di essere considerato un protettore degli animali. Non a caso veniva raffigurato, oltre che con un bastone, un campanello e il fuoco in una mano, anche con un maialino ai suoi piedi. Pertanto è stato ribattezzato S.Antoni del purscell o del campanell.

 

In occasione della festa a lui dedicata, che si celebra il 17 gennaio, le bestie erano condotte sul sagrato della chiesa intitolata al santo, dove ricevevano la benedizione (succede tuttora, ma sempre più raramente). I cavalli, in particolare, venivano addobbati a festa. I contadini impossibilitati a farlo, portavano comunque i quadrupedi fuori dalla stalla al rintocco della campanella che segnalava l'imminente benedizione.

 

Questa, fino a prima della pandemia, a Grosio includeva gli indumenti e i medicinali, sia delle persone che del bestiame, per propiziare l'allontanamento delle malattie, e perfino lo zucchero, il sale e la sugna, o sòngia. A S.Antonio, la cui ricorrenza segna il passaggio dal periodo natalizio a quello carnevalesco, ci si rivolgeva inoltre per trovare un oggetto smarrito, mentre la sua folta  barba bianca veniva collegata all'arrivo della neve, perché lo si riteneva apportatore della coltre bianca ('Sant'Antoni l'è 'l mercant de la nef'). 

 

Foto: depositphotos.com

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