La vicenda della tangenzialina non è ancora finita

Sembrava tutto concluso con l'annuncio da parte del sindaco di Bormio e dell'assessore regionale alla montagna della sospensione della realizzazione dell'opera, che aveva trovato la netta opposizione di larga parte dei bormini, ma evidentemente la questione legata alla tangenzialina dell'Alute non è affatto chiusa e, al contrario, sta presentando nuovi sviluppi.

L'impopolare progetto non è tramontato, come del resto mai ufficializzato, ma dopo una delibera comunale di accoglimento trova nuova linfa dall'approvazione definitiva del paventato Paur, il Provvedimento autorizzativo unico regionale, che ridà fiato ai sostenitori della tanto contestata arteria stradale. Infatti l'intervento risulta compatibile con lo strumento urbanistico in vigore e se ne conoscono i dettagli. Dovrebbe (il condizionale sull'effettiva attuazione è più che mai d'obbligo) avere una lunghezza di 800 metri, con la funzione di mettere in collegamento la strada statale dello Stelvio e la zona delle funivie nei pressi del cimitero, dove andrebbe a innestarsi sulla viabilità locale già riqualificata, in modo da costituire un anello chiuso e una direzione principale verso la la Valfurva e il passo Gavia.

Va rammentato che di recente la Commissione istruttoria regionale per la Via - la valutazione di impatto ambientale - ha dato il proprio nulla osta. Ma i 'cittadini per l'Alute', che temevano spiacevoli sorprese, non si arrendono e, a seguito di una diffida inviata al primo cittadino Silvia Gavazzi, hanno dato mandato a due studi legali per procedere a un ricorso sia contro il Paur che avverso la delibera comunale. Va aggiunto che sostengono di aver appurato come, malgrado  il sindaco avesse smentito l'invio di lettere di esproprio ai proprietari di terreni vincolati per 5 anni, in realtà a qualche privato siano state avanzate allettanti proposte per rinunciare ai loro appezzamenti.

Guido Monti