MENU

Autonomia Ospedale Morelli: alcune riflessioni

CRONACA - 20 08 2022 - Silvano Marini

CONDIVIDI

/lettera aperta

“Houston, abbiamo un problema!”. Non siamo in Texas, durante il rientro sulla Terra dalla Luna dell’Apollo 13, ma in Valtellina. Nello specifico a Livigno, nello studio di TeleMonteneve, dove la conduttrice di <<Grandangolo>> ha ospitato la settimana scorsa, in un Talk show senza pubblico, due sindaci del bormiese e dintorni e due professionisti in ambito legale e sanitario, promotori del <<Comitato ospedale Morelli di Sondalo autonomo>>. Il tema dello scontro/confronto ha riguardato la costituenda autonomia dell’ospedale Morelli, in particolare di come debba essere autodeterminata la sua ragione sociale: fondazione pubblico /privato vs autonomia gestionale.

Mi sia consentito fare alcune considerazioni direi extra terrestri, dal momento che i notabili del bormiese e dintorni presenti nello studio di TeleMontenenve mi è sembrato che abbiano trovato, dopo un lungo periodo trascorso in orbita, un altro “abbiamo un problema!”, il seguente: “Come risolviamo il cronico declino della sanità ospedaliera dell’Alta Valle?” Opzione 1) Sindaci: <<Con la costituzione di una Fondazione pubblico/privato partecipata anche da sindaci locali!>>.

Opzione 2) Comitato: <<Con la costituzione di una Azienda sanitaria autonoma separata dall’attuale ASST della Valtellina e Alto Lario! >>.

Tutti e quattro gli astronauti sono <<pro autonomia>> dell’Ospedale Morelli, ma divisi nella modalità di attuazione in due fazioni. I sindaci, cosiddetti “fondazionisti” da chi scrive, seduti da una parte dello studio, e dall’altra quelli del comitato per l’autonomia, cosiddetti “separatisti”. Gli invitati hanno avuto modo, per l’ennesima volta, di esprimere il loro pensiero sulla sanità in Alta Valle.

L’aspetto più rilevante che ho constatato, però, da quell’intervista, riguarda il fatto che gli ospiti non abbiano ancora oggi la percezione, dopo un quarto di secolo, del cambiamento normativo che ha rivoluzionato il Servizio Sanitario Nazionale, mutando i rapporti economici tra i vari operatori sanitari, sia individuali che aziendali.  

Oggi, infatti, il paziente utente/cliente è da considerarsi una “risorsa umana” che viene contesa sia dalle aziende ospedaliere che dai medici, i quali esercitano la professione in poliambulatori territoriali (si veda “intra ed extramoenia”, con visite mediche in privato dentro le mura dell’Ospedale oppure negli ambulatori polispecialistici territoriali).

Quando si modificano le leggi che regolamentano un mercato, cambiano di conseguenza anche i rapporti economici di causa-effetto. Anche l’“Apparato Sanità”, dunque, una volta preso atto del cambiamento, dovrà confrontarsi ovviamente con i nuovi scenari.

Oggi i pazienti, che sono la “domanda aggregata” della sanità, vanno considerati a tutti gli effetti itineranti utenti/clienti, che cercano nella fase acuta di una malattia l’offerta sanitaria migliore, non necessariamente vicino a casa.

Ne consegue che solo un’offerta attrattiva per i residenti consente alla struttura ospedaliera di restare sul mercato sanitario locale. Da alcuni decenni gli Ospedali sono in competizione per accaparrarsi “posti letto” (o meglio “finanziamenti”), senza distinzione pubblico/privato; sono aziende, infatti, che devono rendicontare con il bilancio preventivo e consuntivo il proprio operato alla Regione per ottenere il c.d. conquibus.

Anche l’eventuale azienda autonoma (fondazione/separazione) prospettata nell’Alta Valle dovrà rendere conto del proprio operato.

Ora, il comitato scientifico dei notabili locali ha fatto una analisi predittiva sulla sostenibilità organizzativa ed economica della futuribile Azienda Ospedaliera autonoma?

Domande a cui dovranno rispondere gli amministratori dell’eventuale neo Azienda Ospedale Morelli prospettata. Esempi: “Quante risorse economiche consumo e quanto produco in termini di DRG (acronimo del prezzario clinico ponderato per ogni intervento medico/chirurgico) calcolato per Unità Operativa–reparto?”. “Quante prestazioni ambulatoriali e di diagnostica per immagine che generano ricavi eseguo in un anno?”. “Quante prestazioni non tariffate (prezzate) in emergenza del Pronto Soccorso effettuo ogni anno per la popolazione afferente all’Ospedale autonomo?”. “Quanti posti letto accreditati vengono effettivamente occupati ogni anno?”.

La descrizione che ho fatto rappresenta un’analisi predittiva ed approssimata, ma verosimile, e cerca di “leggere” il nostro tempo, altrimenti penso sia difficile “scriverci” sopra.

Oltre ai predetti aspetti, va aggiunto un problema, sinora mai preso in considerazione: l’organizzazione aziendale del Morelli autonomo avrà la capacità di consentire all’équipe di medici ed infermieri delle alte specialità chirurgiche di esercitare la loro professione senza condizionamenti di tipo giuridico, che potrebbero dipendere da eventuali conseguenti responsabilità risarcitorie, altamente onerose per una piccola AO autonoma? Il comitato ed i sindaci credono davvero che se la Regione accogliesse le richieste di autonomia il problema della sanità di montagna in Alta Valle verrebbe risolto?

Una Fondazione pubblico/privato, anche con la partecipazione dei sindaci dell’Alta Valle alla programmazione aziendale, riuscirebbe ad invertire il trend dei fisiologici cambiamenti organizzativi in atto, considerata la carenza di medici nelle aree interne e montane. Significherebbe concentrare gli interventi medico/chirurgici in pochi ospedali dotati di tecnologia e professionisti ad hoc, con due turni di servizio per gli interventi programmati ed h 24 per le urgenze. Anche nell’ eventualità che la Regione accogliesse le richieste di una ASST autonoma, come proposto dal comitato del Morelli, poi si riuscirebbe a risolvere il “problema” della sanità ospedaliera in Alta Valle?

La dimostrazione di quanto argomentato viene da Livigno, dove sono state poche le firme raccolte per l’autonomia del Morelli. Livigno dal punto di vista relazionale è di casa a Milano, e vi è più vicinanza rispetto a Tirano, Sondrio, Morbegno e Chiavenna.

Non si può dimenticare come Milano sia un centro attrattivo a livello nazionale ed europeo della sanità. Bypassare Sondalo per effettuare diagnosi, cure o interventi chirurgici programmati, in “elezione” come dicono i medici, evidentemente rassicura gli abitanti di Livigno, che non difettano per capacità economiche.

In conclusione, abbiamo un’ottima Sanità in Lombardia e la richiesta da parte dei sindaci della revoca del braccio operativo della Regione sul territorio (il direttore generale dell’ASST) è stata, a tutti gli effetti, un’istituzionale tracotanza che ha declassato i cosiddetti primi cittadini. Non credo che andare ad elemosinare alcune decine di posti letto, qua e là, per supportare il mantenimento di Unità Operative di alta specializzazione sia la soluzione ottimale.

Nessuno vuole mettere le mani sul Morelli, anche se il noto striscione stradale dice il contrario, poiché per aggregare il consenso (gregge) lo strumentale lupo mannaro fa sempre un certo effetto. In ogni caso, le firme dei valtellinesi per la neo <<Azienda Ospedaliera Morelli Autonoma>> rappresenterebbero, al contrario, un’opportunità per la restante ASST di riprogrammare la Sanità di Montagna concentrando tutta l’attenzione sui presidi ospedalieri – non residuali - di Sondrio, Morbegno e Chiavenna, che ne hanno bisogno.

 

Silvano Marini

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI