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Quest’estate è tempo di Beach Soccer

SPORT E TEMPO LIBERO - 18 06 2018 - Redazione

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Con l’estate che avanza, aumentano le possibilità di praticare degli sport all’aria aperta. In particolare, egli ultimi anni sono diventati sempre più diffusi i cosiddetti sport da spiaggia, come il beach volley e il beach soccer. SI tratta di discipline derivate direttamente dagli sport maggiori da cui prendono il nome, ma adattati nelle regole e nelle modalità di gioco all’ambiente della spiaggia, sicuramente più giocosa e meno formale.

 

Il calcio da spiaggia è stato praticato da sempre su tutti i litorali del mondo: d’altronde bastano un gruppo di ragazzi ed una palla e il gioco è (letteralmente) fatto. Dal 1992, comunque, questa disciplina è riconosciuta ufficialmente dalla FIFA e le regole sono codificate dall’associazione Beach Soccer Worldwide.

 

Vengono anche organizzate competizioni di livello nazionale ed internazionale, come ad esempio i campionati mondiali e la Euro Beach Soccer League, ma anche la International Beach Soccer. Proprio i campioni di quest’ultimo circuito quest’anno sbarcheranno in Italia, ad Alghero, per la seconda tappa del campionato. Sono presenti le nazionali più importanti ed è possibile perfino scommettere live sui risultati del torneo attraverso siti specializzati. Insomma, si tratta di competizioni molto strutturate che hanno l’unica differenza che invece di svolgersi in uno stadio si giocano in un’arena sulla spiaggia.

 

Le regole del Beach Soccer sono derivate direttamente da quelle del calcio e del calcio a cinque, sebbene con delle differenze. Le squadre sono costituite da cinque giocatori ciascuna compreso il portiere e le sostituzioni sono illimitate. Le partite sono organizzate in tre tempi da 12 minuti ciascuno, con un intervallo di 3 minuti tra l’uno e l’altro. Oltre ad essere presenti due arbitri, gli incontri non possono mai finire in parità, ma si giocano dei tempi supplementari con la regola del Golden goal (eventualmente si arriva ai calci di rigore). Inoltre, il portiere può prendere il pallone con le mani in caso di retropassaggio di piede da parte di un giocatore della propria squadra, cosa che invece è vietata nel calcio normale.

 

Ovviamente si gioca a piedi nudi, una caratteristica che cambia in parte il modo di calciare: il contatto diretto con il pallone rende più difficile il controllo e richiede una maggiore tecnica per evitare dolorosi infortuni, come i traumi delle dita se ad esempio si colpisce il pallone di punta. Inoltre, l’instabilità della superficie può causare distorsioni alle caviglie, mentre l’elevata temperatura delle sabbia è da tenere in considerazione per evitare fastidiose scottature.

 

Lo sforzo fisico è maggiore rispetto al calcio normale ed è per questo che a livello agonistico vengono effettuati dei cambi molto frequenti durante la partita, tanto che quasi mai la formazione iniziale gioca per l’intero tempo. Il ruolo del portiere è molto più dinamico rispetto all’analogo ruolo nel calcio o nel calcetto: l’ultimo uomo è chiamato ad essere molto più reattivo e scattante per far fronte all’imprevedibilità del pallone che può rimbalzare sulla sabbia e prendere traiettorie irregolari.

 

Proprio queste caratteristiche rendono il beach soccer ideale per migliorare la propria tecnica e la gestione della palla “al volo”, cioè senza farla cadere per terra. Ma non solo, il maggiore attrito offerta dal fondo sabbioso consente di aumentare la resistenza e quindi può contribuire a rafforzare i piedi, le caviglie e le articolazioni degli arti inferiori in generale. Il giocatore può anche sviluppare una maggiore velocità di esecuzione e una maggiore resistenza fisica in generale. Per questi motivi, il beach soccer può essere una valida attività come preparazione alla nuova stagione, oltre che un divertente sport per divertirsi sulla spiaggia.

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