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Passione rossonera

SPORT E TEMPO LIBERO - 23 05 2022 - Guido Monti

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Da Ibra a Ibra, con la costante della presenza del suo totem bosniaco-svedese, dopo 11 anni di carestia e delusioni il popolo milanista può finalmente dare libero sfogo alla sua felicità. I rossoneri hanno conquistato il 19° scudetto, eguagliando il palmares dei cugini interisti, battuti sul filo di lana con ancor maggiore soddisfazione essendo l'avversario diretto per la conquista del titolo di campione d'Italia. Solo chi è a digiuno di calcio non può comprendere il miscuglio di sentimenti provati da un tifoso nel profondo del suo animo al momento del trionfo: senso di liberazione dopo un'attesa prolungata e snervante, gioia irrefrenabile e incontenibile, soddisfazione per aver prevalso sugli avversari malgrado tutto e tutti e, non ultima, condivisione dell'ebbrezza del successo con i tifosi della stessa fede calcistica, magari amici fin dall'infanzia. E poi quante curiose combinazioni si sono sommate: il traguardo è stato raggiunto sul terreno del Sassuolo, squadra plasmata dal patron Giorgio Squinzi, imprenditore di successo di provata fede milanista e, per di più, la vittoria è arrivata a Reggio Emilia, guarda caso città del tricolore. Inoltre a condurre la squadra alla vittoria, dopo Arrigo Sacchi, Alberto Zaccheroni e Carlo Ancelotti in epoca passata, è stato di nuovo un allenatore nato in Emilia-Romagna, il parmigiano Stefano Pioli. Non ultimo, l'ennesimo trofeo vinto dal Milan è arrivato nello stesso giorno, il 22 maggio, in cui nel 1963 fu conquistata la prima Coppa dei campioni allo stadio di Wembley, a Londra, ai danni del Benfica di Eusebio. Molto merito dell'inaspettato risultato ottenuto dal 'diavolo' va attribuito a Pioli, un allenatore non abbastanza considerato ma che si è dimostrato saggio, misurato e paziente, oltre che competente e preparato. Il mister ha saputo amalgamare al meglio acerbi ed esperti campioni superando difficoltà inenarrabili e contrarietà d'ogni genere, dagli infortuni alle squalifiche e  agli errori arbitrali per non parlare della manifesta inferiorità qualitativa rispetto a squadre di maggiori ambizioni e favorite nei pronostici. Vanno pure riconosciuti i meriti della dirigenza sportiva e della proprietà, che ha lasciato opportunamente mano libera alla parte tecnica della società, senza dimenticare la capacità dei giocatori, ragazzi più o meno giovani che hanno creduto fino in fondo a un obiettivo sulla carta impossibile da raggiungere. Ma soprattutto sono da menzionare i fan del Milan, unici, ineguagliabili e legati visceralmente ai loro colori sociali, che rappresentano la vera anima di un club glorioso, ricco di storia e con un futuro certamente luminoso davanti a sé. Viva il Milan, ora e sempre.  

 

Guido Monti

 

Fonte foto: it.depositphotos.com

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