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Calcio nell’oblio: dallo stipendio di Ronaldo al caos delle serie minori

SPORT E TEMPO LIBERO - 26 10 2018 - Redazione

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31 milioni di euro netti all’anno. È questo lo stipendio di Cristiano Ronaldo alla Juventus; il calciatore più forte del mondo, arrivato quest’anno dal Real Madrid, è anche quello che ha firmato il contratto più ricco della storia della Serie A. Ovviamente, il piano di rientro bianconero tiene conto anche di tutti i soldi che la società guadagnerà con l’azienda CR7, che è un vero e proprio brand. Ma il sistema calcio, purtroppo, permette alle società di Serie A di avere un potere d’acquisto elevatissimo, tale da permettere a un calciatore di avere uno stipendio lordo maggiore anche del fatturato di qualche squadra di livelli inferiore, ma poi le categorie inferiori sono lasciate al loro destino, sia economicamente che politicamente.

 

Il fallimento di tre società della serie cadetta (Avellino, Cesena e Bari) sembrava il punto più basso che il calcio italiano avesse potuto raggiungere in estate. Ciò che è successo poi, invece, ha raschiato il fondo del barile, facendo precipitare la nostra lega tra le meno credibili del panorama europeo. Prima è stato deciso che la Serie B si giocasse a 19 squadre, poi sono arrivati i ricorsi, i quali prima sono stati dichiarati inammissibili dal Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni, poi sono stati, invece, accettati dal Tar del Lazio. A fine ottobre non si sa, praticamente, ancora a quante squadre si giocherà la Serie B e la Virtus Entella, retrocessa in Serie C l’anno scorso ai play out, non ha ancora iniziato la sua stagione, visto che la società ha deciso che, fino a quando non si sarebbe saputo nulla di sicuro, la squadra non sarebbe scesa in campo. Grottesco.

 

Oltre alle tre squadre citate in precedenza, nella lista delle squadre che non si sono iscritte a un campionato quest’anno sono state anche Reggiana, Fidelis Andria e Mestre, in Lega Pro. Nel corso della stagione 2017-2018, nella terza serie italiana avevano detto addio anche Como, Latina, Maceratese, Vicenza, Mantova, Modena e Messina. In totale, negli ultimi 15 anni, ci sono stati 153 casi di squadre che non si sono iscritte a un campionato. Una vera e propria ecatombe, anche perché, talvolta, per inadempienze, quando ci si iscrive si subisce l’onta dei punti di penalizzazione, il cui numero potrebbe risultare ancora più spaventoso: dal 2011 al 2017, secondo “Fonte Report Calcio 2018”, tra Serie A, Serie B e Lega Pro sono stati sottratti addirittura 256 punti, di cui 195 soltanto in Lega Pro. Siamo arrivati, praticamente, a un tipo di calcio che per le società non è sostenibile. Promuovere campagne che portino soltanto alla valorizzazione della Serie A potrebbe portare alla rovina di grandi piazze, piene di storia e di tifo, oltre che di grandi fucine di talenti italiani.

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