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Scuola, torna l'educazione civica

SCUOLA - 06 05 2019 - Ercole Ricci

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Credo che ci sia bisogno di tornare a parlare di regole e doveri. Troppo spesso i ragazzi dicono ‘io ho diritto’, ‘io posso’, mentre ‘io devo’ è molto più difficile. È difficile imparare il rispetto, come vediamo sui social e nei casi di bullismo, violenza e vandalismo. L’educazione civica può dare la sicurezza di regole certe, il senso di appartenenza alla comunità, la consapevolezza di un senso civico che deriva dalle fondamenta della Costituzione.

 

La sicurezza di appartenere ad un Paese democratico ed unito nei valori fondamentali come la cultura del rispetto. C’è una diffusa mancanza di rispetto nei ragazzi e anche nei genitori. E' inaccettabile che vengano messe in discussione la serietà e la onorabilità di chi sta dietro la cattedra.

 

Il bullismo è sempre più frequente, episodi di violenza da parte dei genitori nei confronti di insegnanti o direttamente dagli stessi studenti. E’ di qualche giorno fa l’ultimo episodio di aggressione nei confronti di una vicepreside da parte di una mamma che non ha accettato la sospensione della figlia, una 17enne pluriripetente.

 

Io penso che gli ambiti in cui sono più forti gli stimoli al senso civico siano proprio la famiglia e la scuola. Rafforzare l’insegnamento dell’educazione civica contribuirebbe, infatti, a rendere i cittadini di domani più consapevoli e rispettosi: conoscere i valori alla base della nostra carta costituzionale sarebbe certamente utile per i ragazzi e gli adolescenti per sviluppare la loro personalità e il loro talento, per educarli al senso civico, alla conoscenza dei diritti e delle regole di una pacifica convivenza e non alla ribellione, alla violenza verbale e molto spesso anche fisica.

 

Il cittadino che paga le tasse, ha diritto al rispetto della cosa pubblica, acquistata e gestita con i soldi degli onesti contribuenti: i banchi, le pareti, i bagni delle scuole i parchi e giardini urbani appartengono a tutti i cittadini e nessuno ha il diritto di maltrattarli come se non fossero di alcuno o come se fossero “cosa sua”.

L’articolo 4 della nostra Costituzione prevede il dovere degli individui di contribuire al progresso materiale e spirituale della società, ma non sempre questo avviene. Frequenti sono gli episodi che mostrano quanto il rispetto per gli altri e per la Cosa Pubblica non sia un valore ampiamente diffuso tra i cittadini.

 

Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”

Sono parole che Aldo Moro pronunciò nel marzo 1976, due anni prima del rapimento e della morte. Fu Aldo Moro, allora ministro della Pubblica Istruzione, nel 1958 a introdurre l'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole medie e superiori: due ore al mese obbligatorie, affidate al professore di storia, senza valutazione, ma che ha trovato scarsa applicazione ed ha prodotto pochi risultati concreti. Da allora sono passati molti decenni, ma ancora troppo poco era stato fatto affinché la Costituzione potesse diventare per tutti “punto di riferimento e di chiarimento”.

 

Finalmente l’Educazione civica sarà di nuovo materia scolastica. La Camera dei deputati ha dato il via libera alla proposta di legge che reintroduce l’educazione civica come materia obbligatoria nella scuola primaria e secondaria. Ora il testo dovrà passare al Senato per l’esame definitivo.

 

Finalmente i “nuovi” cittadini sapranno almeno i principi essenziali della nostra Costituzione chesegna un passo di civiltà. Una proposta di legge che prende in considerazione molti punti: dalla Costituzione all’educazione alla cittadinanza (anche digitale), dalla lotta al bullismo al rispetto dell’ambiente, dall’educazione alla salute alla sicurezza stradale. L’obiettivo della norma insomma e quello formare cittadini responsabili e attivi per promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.

Finalmente la scuola potrà insegnare il rispetto che le famiglie non insegnano più. Finalmente un provvedimento contro l'imbarbarimento dei costumi dei giovani e il lassismo delle famiglie.

 

Ercole Ricci

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1 COMMENTI

06 05 2019 09:05

Méngu

Caro Ricci, condivido. Insieme all’educazione civica dovrebbe esserci, per tutti noi cittadini, anche l’educazione morale, la gentilezza e il “parlar gentile “. Sovente sentiamo sulla bocca di tanti espressioni triviali che lasciano sgomenti . Un esempio l’ho avuto l’altro ieri in un supermercato. Una giovane , graziosa e elegante signora si aggirava tra scaffali , mentre io sopraggiungevo alle sue spalle. La signora allungava la mano su una fila di cibi in scatola e nel coglierne una alcune scatole cadevano a terra fragorosamente rimbalzando e rotolando sul pavimento. La signora si chinava nervosamente per raccoglierne alcune e a voce alta esclamava ripetutamente “ ca..o “ per ogni scatola che depositava sullo scaffale. Io, aiutandola a raccogliere le scatole e a depositarle sullo scaffale , le facevo notare con sguardo severo, dopo quelle parole in quel momento inopportune, che il “ ca..o “ in scatola, per ora, non era ancora in vendita malgrado la sua vivace volontà di espressione. La signora credo abbia capito l’antifona e spero che ogni volgarità scompaia dalla sua bocca, almeno in pubblico . Insomma , con l’educazione civica bisognerebbe unire anche la gentilezza e eliminare i modi di espressioni volgari che in molti di noi fanno capolino nella nostra normale parlata.