MENU

La scuola di ieri e di oggi

SCUOLA - 02 09 2019 - Ercole Ricci

CONDIVIDI

/scuola

Si avvicina il momento fatidico, il primo giorno di scuola, in cui i bambini cambieranno radicalmente la propria routine quotidiana, entrando in un contesto sociale nuovo, diverso da quello familiare, con nuove persone di riferimento e nuovi compagni di giochi e/o di studi. L’inizio di un nuovo anno scolastico rappresenta un’emozione per tutti, varcare per la prima volta l’ingresso della scuola significa cominciare un nuovo percorso di vita. Un percorso che ricorderemo per sempre..

 

Tutti ricordiamo il proprio primo giorno di scuola, eccetto chi non l’ha ancora vissuto e chi non l’ha mai vissuto; e tutti abbiamo riassaporato quel gusto di agrodolce fatto di entusiasmo, disilluso smarrimento, abbandono da parte dei propri genitori. Ho sempre paragonato la scuola ad una strada, che ha inizio nella prima infanzia e termina con la maturità del ragazzo, che dopo un lungo percorso ha appreso un mucchio di cose ed è pronto ad integrarsi nella società adulta.

 

Chi non ha conservato, in una vecchia scatola, magari dimenticata in fondo ad un vecchio armadio, le fotografie di quando andava a scuola? I quaderni scarabocchiati, tutti accatastati e mai più riesumati?

In molti casi, in particolare per i “meno giovani” come me si tratta di fotografie in bianco e nero, spesso stropicciate, che sottolineano momenti belli e momenti brutti passati tra i banchi di scuola, ma che fanno parte della nostra vita come il matrimonio, la cresima, la prima comunione o tutti gli altri momenti che sono stati immortalati da una macchina fotografica.

 

La “foto di classe” era (ed è anche oggi) un rito immancabile nella vita di ciascuno. E così oggi, tutte quelle vecchie fotografie di scuola, rappresentano non solo uno spaccato della vita di un paese di 40/50 anni fa o anche di più, ma anche un significativo “amarcord” per tutti noi, di qualsiasi età e ceto sociale.

 

Allora la scuola era finalmente pubblica (solo pochi “fortunati” frequentavano le scuole private) e ci si trovava fianco a fianco con chi, oggi, è diventato un noto professionista, o un industriale, o magari anche un famoso artista. Insegnanti che diventavano un punto di riferimento per i bambini anche in seguito, negli anni successivi, perchè praticamente lo stesso insegnante ti seguiva dalla prima alla quinta elementare, in classi composte spesso da ben più di una trentina di alunni, provenienti da famiglie con grande disparità economica e culturale, contadini e imprenditori.

 

Anche l’armamentario degli scolari era povero: un libro di lettura, un sillabario, una matita, una gomma, un astuccio col pennino, un quaderno a righe ed un altro a quadretti, un calamaio. Il tutto racchiuso in una cartella di stoffa o di legno per i più poveri, una cartella di cartapesta di colore giallo per i più ricchi. Ah il calamaio! L’inchiostro molto spesso fuoriusciva e ci impiastricciava le mani di nero e ci imbrattava la camicia ed i pantaloni e costringevamo le nostre mamme a lavori straordinari, anche perché col bucato di una volta l’inchiostro difficilmente andava via dai vestiti.


 

Nostalgia, rimpianto di quei tempi lontani? Tantissimo. Non mi vergogno davvero nel confermarlo. Ricordo ancora con tanto affetto la mia maestra di prima elementare seduta dietro il tavolo sotto il piccolo crocifisso con l’immancabile registro di classe dove registrava le assenze e le note, che con tanta pazienza e bontà guidava la manina ancora incerta alla conquista gioiosa delle lettere dell’alfabeto. Ed infine una bacchetta di legno ben levigata di infelice memoria, preparata da un falegname del luogo. Il maestro, una volta, era rispettato, amato e preso in grande considerazione, specialmente nei piccoli paesi. Il parroco, il medico, il farmacista, il maestro di scuola erano gli unici che sapevano leggere e scrivere e quindi erano i soli capaci di leggere e scrivere le lettere dei congiunti emigrati.

 

Quanto è cambiata la scuola tra ieri e oggi? Possiamo parlare di due dimensioni. Mettendo a confronto due generazioni, quella di ieri e quella di oggi, si può notare che quella “di ieri” ha avuto un’educazione molto più rigida e chiusa. Una scuola fondata sull'ascolto, sarebbe a dire sull'autorità dell'insegnante e del libro, sul silenzio degli scolari, sull'apprendimento mnemonico, (a memoria). Quella di oggi sull'attività, ovvero sulla collaborazione tra insegnante e scolari e tra scolaro e scolaro, sull'abitudine al confronto, sullo sviluppo del senso critico.

 

Oggi, in alcuni casi, non esiste ordine, puntualità, ma soprattutto rispetto. Come apprendiamo quotidianamente dai TG, ai ragazzi che non rispettano le regole scolastiche spesso non succede nulla e, purtroppo, alcuni alunni si sentono via via sempre più forti e autorizzati a prendere il sopravvento sui professori. .Addirittura si è arrivati, con gli anni, a far passare il messaggio che il maestro quasi non va rispettato. Certo la società si trasforma, si fanno progressi, si migliora e si peggiora, è così anche nella nostra scuola. Sicuramente dei cambiamenti positivi ci sono stati, tante cose devono ancora cambiare, tuttavia dobbiamo renderci conto che si può migliorare sempre di più solo percorrendo la via del rispetto reciproco di ogni ruolo.

 

Ercole Ricci

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI