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Arte e Poesia: le foto dei ragazzi del Pinchetti in mostra a Palazzo Foppoli

SCUOLA - 04 05 2018 - Ivan Bormolini

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/Il professor Evangelisti la professoressa Di Cosmo e la dirigente dottoressa Russo

Sabato 5 maggio alle ore 12.00, presso la sala mostre di palazzo Foppoli a Tirano, verrà inaugurata una mostra dove saranno esposte al pubblico le fotografie scattate dai ragazzi dell'Istituto Superiore Pinchetti.

La mostra, visitabile dal pubblico da lunedì 7, sino a sabato 12 maggio, dalle ore 14.30 alle 17:30, va a coronare un percorso di ulteriore arricchimento, che ha avvicinato circa trenta ragazzi che frequentano i vari orientamenti formativi che l'istituto offre, nei confronti del mondo della fotografia.

 

Il tutto è nato da un corso di fotografia, svoltosi nei mesi precedenti fuori dall'orario scolastico, che sin dalle prime lezioni si è rivelato un ottimo successo.

Ne abbiamo voluto parlare con il professor Simone Evangelisti e la professoressa Marilena Di Cosmo, ideatori dell'iniziativa che ha visto la grande approvazione della dirigente scolastica, dottoressa Rosanna Russo.

 

Professor Evangelisti, come nasce l'idea di un corso di fotografia per gli studenti?

Spesso i nostri ragazzi hanno dei talenti che vanno intercettati e soprattutto valorizzati. Ci siamo chiesti quali di questi talenti potessero essere motivo di maggior approfondimento o conoscenza.

Osservando da vicino gli studenti, abbiamo notato come i telefonini siano spesso utilizzati per fare fotografie; da qui la domanda, ovvero “fermarsi e riflettere e scattare una foto”. Cosa c'è dietro questo scattare?

Sono convinto che la scuola non sia solo studio e verifiche, ma debba dare ulteriori forme di arricchimento, donando agli studenti altri messaggi; la fotografia e lo studio delle tecniche ne sono un esempio. Da tutto questo è partita l'organizzazione del corso.

 

Professore, cosa significa aver insegnato agli studenti a fare una foto?

Vede, fare una fotografia non è mai un gesto banale. Scattare una foto significa scegliere nella realtà una finestra e provare a guardarla. Se questa finestra è in grado di comunicare emozioni per chi scatta e per chi guarderà la foto, allora un obiettivo si è raggiunto. Dentro lo scatto c'è comunicazione e ci sono sentimenti, c'è voglia di raccontare oppure esprimere uno staro d'animo.

 

Le moderne tecnologie, dai telefonini sino alle più moderne macchine fotografiche, sviluppano questa voglia di raccontare ed esprimere sentimenti?

Sono certo che le moderne tecnologie, sia queste dei telefonini oppure delle macchine fotografiche, siano un enorme vantaggio. Anche i vari programmi a disposizione per elaborare le fotografie sono un valore aggiunto non indifferente. Io, questa nuova frontiera la definisco come un “pennello speciale”. Il tutto però è un aiuto che serve per esprimere ciò che vedi e l'emozione di scattare in quel determinato istante o contesto. Di questo importante momento non ce ne dobbiamo mai scordare. Nasce tutto da quell'istante, denso di emozioni, oppure intriso dalla volontà di voler imprimere un messaggio mai banale.

 

Professoressa Di Cosmo, con lei vorrei approfondire le tematiche trattate del corso di fotografia. Ce ne vuole parlare?

La prima parte del corso si è basata sull'illustrare agli alunni le tecniche fotografiche, ovvero conoscere le caratteristiche per far bene una foto, uno scatto che sappia comunicare emozione e poesia.

A tutto questo ne è seguito un breve passaggio, ma comunque importante, sulla storia della fotografia a livello nazionale ed internazionale.

La seconda parte, che possiamo definire più pratica, ha saputo sviluppare nei ragazzi le loro capacità pratiche, ma soprattutto le emozioni e la loro poetica nel fare una foto.

Tutto questo significa che nelle lezioni teoriche si è fornito ai ragazzi un buon bagaglio conoscitivo, che con soddisfazione si è percepito e ben messo in atto nelle fasi pratiche. Un buon connubio.

 

Professoressa, lei usa termini come poesia e sensibilità. Ne vogliamo parlare?

Io ho sempre avuto una visione poetica delle foto. Il vedere scattare una fotografia dai partecipanti al corso, che hanno messo in ogni scatto passione, racconto e poesia, è davvero una soddisfazione.

Erano presi nel fotografare, ma in ogni scatto c'era una racconto. Un viaggio, che sonda la loro interiorità e la loro sensibilità.

 

Professor Evangelisti, parliamo infine degli aspetti organizzativi della mostra...

Tengo a sottolineare, unitamente alla collega Di Cosmo, che si è trattato davvero di un bel viaggio per noi docenti e soprattutto per i ragazzi che hanno preso parte al corso.

Teniamo a ringraziare la scuola che ci ha concesso gli spazi, l'amministrazione comunale di Tirano e la dottoressa Vania Fasolo direttrice della biblioteca Civica Arcari.

Tutto questo ci ha permesso di condividere con tutta la cittadinanza, un lavoro, un percorso che sarà esposto da domani.

Il tutto è certo per noi docenti una soddisfazione, ma questa la vogliamo regalare ai giovani ragazzi che con il loro entusiasmo hanno saputo allestire una grande e bella vetrina fotografica carica di messaggi.

 

Ivan Bormolini

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