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Viticoltura di montagna, Fava: "Attivita' di presidio territoriale"

ECONOMIA E POLITICA - 10 04 2017 - lnews

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/terrazzamenti, tirano

"I vini estremi, i vini di montagna, sono il prodotto di una attivita' di presidio territoriale e gestione della montagna, del lavoro e della fatica di chi oggi fa quello che tradizionalmente si e' sempre fatto. Con il Cervim e la regione Valle d'Aosta abbiamo condiviso questo percorso tempo fa, cercando di tutelare e promuovere questo sforzo. L'anno scorso la premiazione a Milano e' avvenuta con grande entusiasmo e riscontro da parte del pubblico ed e' la dimostrazione che stiamo procedendo sulla strada giusta". 

 

Lo ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, presentando oggi a Vinitaly il 'Mondial des vins extremes', il concorso enologico mondiale del Cervim che nel 2016 ha visto la premiazione per la prima volta a Milano in un evento appositamente dedicato. Era presente il presidente del Cervim, Roberto Gaudio.

 

APPUNTAMENTO RITUALE - "Il concorso e' diventato appuntamento rituale, - ha aggiunto Fava - ci si confronta con modelli
europei ed e' sempre un percorso positivo farlo anche con il produttore piu' piccolo. Siamo reduci dal congresso Cervim di
Susegana, li' abbiamo preso una iniziativa che ci spinge a ragionare sul creare riserve sulle autorizzazioni per i vigneti sui terrazzamenti e sulle aree svantaggiate. Ci arrivano dal territorio richieste di recuperare versanti storicamente vocati, ma con il passaggio dalle concessioni alle autorizzazioni attuali oggi abbiamo qualche difficolta' oggettiva. C'e' chi chiede di vitare di nuovo zone terrazzate, ma non e' possibile perche' con il sistema attuale le quote assegnate non possono garantire uno sviluppo adeguato. Stamane avevamo chiesto che questo argomento venisse discusso alla conferenza tra le regioni, ma il tema e' stato rinviato".
 

COMUNICARE AL MEGLIO VITICOLTURA DI MONTAGNA - "Il nostro impegno in ogni caso continua, - ha proseguito Fava - pensiamo che quello dei vini estremi sia un obiettivo da seguire, una nuova frontiera a cui ci uniamo con entusiasmo nella speranza
che i risultati arrivino anche in montagna in termini di crescita e sviluppo. Ci sono state tante modalita' di intervento in questo ambito, percio' ritengo che la miglior modalita'  per portare valore in queste aree sia di comunicare al meglio come si produce, con che difficolta', senza scadere nel folclore. Facendo capire che il consumatore quando acquista la bottiglia di vino di montagna fa un gesto etico, perche' contribuisce a tener vivo quello sforzo che si fa per tenere viva la montagna. Per noi la strada dei vini estremi e' appena cominciata e portera' lontano".

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