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Tecnologia e aspettative di Valle

ECONOMIA E POLITICA - 20 03 2023 - Ezio Maifrè (Méngu)

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/Cavo per altissime tensioni e trasporto di energia elettrica
Cavo per altissime tensioni e trasporto di energia elettrica

Arriva Nando, un tecnico elettromeccanico che mi porge nelle mani un disco con il fare da uomo del mistero e mi dice con tono mefistofelico: guarda! Secondo te cosa può essere? Lo prendo in mano, è pesante, lo giro e lo rigiro e poi guardando il cielo dico: potenza della tecnologia questo è un pezzo di cavo isolato per tensione di 380.000 Volt che è stato tagliato trasversalmente. Nando sorride orgoglioso, sa di avermi posto in mano una “ ostia tecnologica “   poiché di quel disco che ho tra le mani ho studiato tutte le caratteristiche e se non tedio ve le cito: è un cavo in rame per conduzione di energia elettrica, con l’isolante in XLPE ( una specie di plastica ) adatto per altissime tensioni ( 380.000V ) e di sezione 2500 mm2. Quel tondo in rame che vedete in rosa ( vedi foto ) è dove passa la corrente e di lì possono transitare 1600 A .  Il cerchio che vedete di colore grigiastro è l’isolante e quello esterno nero con in mezzo il cerchio bianco è la guaina con la schermatura in alluminio.

 

Ora prometto che di dati tecnici non ne accennerò più, ma continuate nella lettura. Penso che questo giornale deve dare informazioni semplici, esatte, e in particolare intuibili per chiunque anche se tratta temi complessi. Il cavo che vi ho accennato è di una moderna tecnologia che permette di avvicinarsi e toccarlo quando è in servizio ( in tensione e corrente ). Per intenderci vi si può applicare la stessa tensione che hanno quei conduttori argentei che luccicano sul filo della montagna e sono sorretti da mastodontici tralicci con la cima pitturata in bianco e rosso. Non salite su quei tralicci, non toccate quei conduttori poiché quando sarete a distanza di circa un metro sarete  già morti carbonizzati per la scarica elettrica che subirete.

 

Ebbene quel cavo che vi ho mostrato con la sua moderna tecnologia è stato creato e collaudato per essere posato interrato a circa un metro e sessanta sotto terra. La sua eccellenza di servizio è di usarlo in tanti casi per eliminare i mastodontici tralicci che vedete spesso sui versanti della montagna e nel piano e che impegnano vaste aree del territorio. Le linee in cavo fanno lo stesso servizio di trasporto della energia salvaguardando però parte dell’aspetto ambientale.  

 

Ebbene la Società Terna, tecnicamente non seconda a nessuna, nel progetto di Razionalizzazione delle linee elettriche in Valtellina, ha pensato bene di usare questi cavi per altissima tensione fin dove poteva tecnicamente farlo con costi ragionevoli e interrarli in particolari cunicoli per eliminare le vecchie linee a 220 / 130 kV che transitano da ormai più di 60 anni sul nostro territorio di Valle e montano.

 

Per la parte del piano di Razionalizzazione delle linee in Valtellina che riguarda la valle tra Grosio e Tovo tutte le apparecchiature per la trasformazione della tensione da 220kV a 380kV per commettersi alla linea 380 kV Robbia – S. Fiorano già esistente sono state previste linee in cavo a 380 kV  e due sottostazioni blindate che riducono ai minimi termini gli spazi occorrenti e i valori dell’inquinamento elettromagnetico.

 

Scendendo poi verso la zona del tiranese il progetto prevede una sottostazione dove confluisce la linea a 380 kV che parte da Robbia( Svizzera )  e nella sottostazione del Tiranese si sdoppia. Una linea esistente, fa da corona alla città di Tirano  e giunge a S. Fiorano e l’altra prosegue verso Piateda. Questa sottostazione si potrebbe chiamare “ del pomo della discordia “ ma nel progetto Terna è denominata “ Poschiavino “ e occupa , da primo progetto presentato da Terna, con tutte le sue attrezzature, uno spazio di 80.000 m2 nella zona della piana di “ Chiari “ nel Comune di Villa.

 

Non sto a elencarvi tutte le riunioni e le concertazioni, le videoconferenze fatte da Terna, con la Provincia, con i Comuni interessati e anche con due comitati cittadini ( quello della Razionalizzazione delle linee di Valtellina e quello degli “Amici dei Chiari”)  , che giustamente hanno potuto dire il loro punto di vista. Il Comitato degli “Amici di Chiari “ ha proposto a Terna ben otto soluzioni impiantistiche dell’ubicazione della sottostazione. La società Terna ha analizzato tutte le proposte del Comitato “ Amici dei Chiari “,  ha espresso il suo parere, dando anche informazioni utili sul luogo idoneo che la stessa Società ritiene idoneo per l’ubicazione della sottostazione. Due sono i luoghi proposti da Terna : la zona dei Chiari nel Comune di Villa di Tirano e la zona della “ Giustizia “ nel comune di Tirano e in merito si sono sviluppate, su carta,  gli studi da parte del  Comitato “ Amici di Chiari “.  

 

Occorre dire chiaramente che la “concertazione” tra i Comitati e la Società Terna, ha già dato dei risultati positivi, poiché ha portato a ridurre lo spazio utile della sottostazione”  Poschiavino “  da 80.000 metri quadri a circa 40.000 metri quadri. Di più ha impegnato Terna che le linee 220 kV da Grosio a Tirano sarebbero state smantellate a sottostazione “ Poschiavino” in servizio, inoltre a farse conclusa e con linee 380 kV “ Poschiavino- Venina  - Verderio  “ in servizio tutte le due linee 220 kV ( doppia terna 220 kV  ex A2A e linea a semplice terna 220 kV ex Montedison sarebbero state anch’esse smantellate).    

 

Direte, allora tutto bene ? Diciamo  per ora “ni !” Ora i due Sindaci, quello di Villa di Tirano e di Tirano, con il progetto della sottostazione ridotto all “osso “ dovrebbero trovare un accordo sull’ubicazione della sottostazione. Per il momento non sembra risultare e la società Terna, nella persona del dott. Motawi attende ancora la risoluzione del problema! Fino a quando durerà la Sua paziente attesa? I due Sindaci saranno in grado di trovare un accordo sull’ubicazione della sottostazione in uno dei due luoghi indicati da Terna?  Al buon padre di famiglia verrebbe in mente di dire: orsù troviamoci e decidiamo per il bene della nostra Valle ! Nessuno, per il momento che io sappia, ha saputo prendre una decisione, forse nemmeno chi era in Regione a capo delle questione e aveva titolo per farlo e non ha potuto o voluto prendere la decisione. Siamo forse stati tutti contagiati dalla sindrome Nimby ( non nel mio cortile )?

 

Questo mio scritto non vuole entrare nel merito sulle ragioni o sui torti che i vari Comuni interessati possono o potevano avere riguardo a linee che transitano sul loro territorio. Con il permesso e senza voler offendere nessuno esprimerò però il mio punto di vista, e credo di avere una piccola facoltà, poiché ho potuto seguire l’intera questione e dare anche un contributo con “ proposte di soluzioni “ nell’ambito del Comitato “ Amici di Chiari “ a motivo della mia esperienza lavorativa nel settore idroelettrico.

 

Dico che è giusto concertare tra Terna, Regione, Provincia, Comuni, e cittadini per la Razionalizzazione delle linee in Valtellina allo scopo primario di ridurre gli impatti ambientali, per aumentare la sicurezza, l’efficienza, la resilienza e la funzionalità dei nuovi impianti, ma non può essere la sindrome di Nimby a predominare gli animi e nemmeno i timore di avere qualche personaggio importante contrario. E se nemmeno con la pazienza di S. Francesco di Assisi si riesce a estirpare nelle persone questa sindrome, timori o interessi, occorre a volte e a malincuore attuare ancora la direttiva del buon Padre di Famiglia che dice: ora decido io, la responsabilità me la prendo io, sia per gli oneri che per gli onori.

 

Non accada mai che una società quale la Terna, ripeto seconda a nessuno nella tecnologia e nell’impegno del rinnovamento , a causa di nostre indecisioni (  o aspettative di decisioni tendenti all’infinito ) , distolga la sua attenzione sulla Valtellina e non  realizzi  grandi progetti che portano e potranno portare beneficio economico e sicurezza in Valle. Semmai se  dovesse accadere che il Progetto di Razionalizzazione delle linee in Valtellina sia abbandonato da Terna sia chiara e lampante la causa e la colpa e di molti lo sconcerto.  

 

Ezio Maifrè (Méngu)  

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