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Se Natale a rischio, ripercussioni pesanti sulle filiere di cibo e turismo

ECONOMIA E POLITICA - 22 11 2021 - Redazione

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“Con l’incognita di nuove restrizioni in vista del Natale, le filiere di cibo e turismo nelle due province lariane vivono, già oggi, una situazione di marcata incertezza, con l’impossibilità oggettiva di programmare ordini, prenotazioni e, più in generale, ogni cronoprogramma legato all’entrata a pieno regime della stagione invernale. E’ impensabile ripercorrere il copione dello scorso anno, con la stagione sciistica annullata all’ultimo minuto, quando già le strutture ricettive si erano attrezzate per poter accogliere i loro clienti: la perdita economica è stata devastante”. Lo rimarca il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini evidenziando come i contraccolpi di un nuovo rischio di “zona gialla” (o, comunque, di restrizioni legate all’avanzare dei contagi) mettano in forte difficoltà l’intero comparto agroalimentare valtellinese e chiavennasco.

 

La recrudescenza della pandemia, nel suo complesso, mette a rischio le vacanze di 10 milioni di italiani, per una spesa di 4,1 miliardi solo per i turisti nazionali, di cui quasi 1/3 destinato al cibo, tra souvenir e pranzi e cenoni in ristoranti e agriturismi, con un forte impatto in un territorio turistico come quello della provincia di Sondrio.

Nuove inevitabili misure di restrizione legate alla ripresa della circolazione della pandemia – sottolinea l’organizzazione agricola interprovinciale - rovinerebbero, infatti, il sogno di un ritorno alla normalità in vista delle feste, dopo l’avanzare della campagna di vaccinazione.

“A pagare il prezzo più salato sarebbero – sottolinea Angelo Cerasa, presidente dell’associazione agrituristica Terranostra - le strutture impegnate nella ristorazione, compresi gli agriturismi. La ripresa dei contagi mette nuovamente a rischio anche il turismo internazionale, e un calo di arrivi soprattutto dal Centro Europa è, oggettivamente, ormai più che un timore. Insomma, senza un’inversione di tendenza, si va verso l’ennesimo duro colpo per il sistema economico e turistico di Valtellina e Valchiavenna”.

                                                                                                                                                    

Il timore è che si possa verificare un forte rallentamento nelle prenotazioni ma anche la cancellazione di molti eventi legati al Natale nelle località turistiche: “A rischio c’è un tessuto produttivo già duramente provato che contava di ripartire dopo un Natale 2020 segnato dal lockdown e il sostanziale azzeramento delle presenze turistiche nazionali ed estere” aggiunge il presidente Marchesini. “I nostri Mercati Agricoli sono sempre rimasti aperti anche in fase di zona gialla e, anche nei periodi più stringenti di lockdown, abbiamo continuato ad assicurare gli approvvigionamenti di cibo grazie alle consegne dirette a domicilio. Certamente i Mercati Agricoli continueranno a restare aperti, ma una recrudescenza della pandemia nell’avvicinarsi del Natale, certamente, avrà contraccolpi negativi anche per le nostre imprese: c’è infatti un turismo di prossimità che, ogni anno, raggiunge le nostre zone anche dalle vicine aree metropolitane per acquistare formaggi, salumi e prodotti alimentari a km zero con cui imbandire la tavola delle feste, magari coniugando il tutto con un fine settimana”.

 

Le chiusure andrebbero, inoltre, a frenare la ripresa dell’intero settore ristorazione – sottolinea la Coldiretti provinciale – già tra i settori più danneggiati dalla pandemia con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio, con una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro a livello nazionale.

 

Una situazione che, quindi, si ripercuote a cascata sull’intero sistema agroalimentare valtellinese e chiavennasco: ogni drastica riduzione dell’attività – rileva la Coldiretti Sondrio – pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino ai formaggi, dalla carne ai salumi, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

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