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Rallentamento congiunturale di entità contenuta

ECONOMIA E POLITICA - 22 02 2017 - Redazione

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I dati dell’Osservatorio Congiunturale relativo al secondo semestre 2016 mostrano un quadro caratterizzato da un rallentamento congiunturale di entità contenuta, mentre sul versante tendenziale emerge un andamento pressoché piatto.

 

In media, per gli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato, si rileva una diminuzione di due punti percentuali rispetto ai livelli registrati nella prima metà dello scorso anno. Il dato tendenziale, misurato rispetto al periodo luglio-dicembre 2015, si attesta invece a -0,5% per i tre indicatori. L’entità delle variazioni incide solo parzialmente sui risultati conseguiti nella prima metà del 2016, quando l’Osservatorio aveva registrato incrementi superiori al 4%.

 

Il grado di utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese del campione si attesta a quota 65,4%, in diminuzione rispetto al dato del 71,1% registrato a metà anno. Sono tuttavia rilevabili marcate differenze sia a livello dimensionale, sia per i diversi settori merceologici.

 

Il contributo della produzione non realizzata internamente ma gestita attraverso pratiche di outsourcing, stabile rispetto al semestre precedente, determina un ulteriore 4% e dipende sostanzialmente da subfornitori nazionali. Le vendite nei mesi finali del secondo semestre, e in particolare tra ottobre e dicembre 2016, rivelano una situazione di generale stabilità sul mercato domestico ed un incremento degli scambi per l’export.

 

Le imprese del campione confermano la vocazione all’internazionalizzazione, con oltre un terzo (38,5%) del fatturato realizzato oltre i confini nazionali. La principale area di destinazione delle merci al di fuori dell’Italia è rappresentata dall’Europa Occidentale, dove viene assorbito un quinto (20,2%) del fatturato totale delle imprese del campione. Nella composizione geografica dei mercati serviti risultano importanti anche i BRICS (2,9%), gli Stati Uniti (2,5%) e l’Est Europa (2,3%).

 

Come nel caso dell’impiego degli impianti di produzione, il fatturato realizzato all’estero varia secondo la dimensione e il settore di attività delle imprese del campione: le aziende oltre i 50 addetti risultano maggiormente performanti nell’export, con una quota di oltre il 55% del totale, mentre per le imprese più piccole le vendite realizzate oltre i confini nazionali si attestano a quota 28,5%.

 

Esaminando invece la situazione a livello settoriale, si registra una quota di export sul totale pari al 38% per le realtà metalmeccaniche, al 43% per le aziende tessili e al 44% per le realtà degli altri settori. Sul versante legato all’approvvigionamento delle materie prime non si registrano particolari andamenti anomali; le variazioni dei costi di acquisto risultano contenute.

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