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Melavì: "Un 2018 per voltare pagina e guardare con ottimismo al futuro”

ECONOMIA E POLITICA - 23 12 2017 - redazione

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/melavì tovo

Si parte dalla riorganizzazione del lavoro e dalla razionalizzazione delle attività sui due siti di Ponte in Valtellina e di Tovo Sant’Agata, si continua con il lancio di nuovi prodotti e la definizione di strategie commerciali più adatte a un mercato in continua evoluzione. II nuovo corso di Melavi, la cooperativa che, nel 2012, ha riunito le tre realtà frutticole provinciali, punta sugli effetti positivi derivanti da una reale fusione, mai realizzata in anni scorsi, che significa razionalizzazione del lavoro e contenimento dei costi di gestione.

 

Il piano industriale presentato il 30 novembre scorso all’assemblea dei soci si fonda su previsioni avvalorate dai numeri riferite ai prossimi quattro anni: una crescita del fatturato da 20 a 27 milioni di euro e un aumento da 20 a 40 centesimi al chilo nelle liquidazioni ai soci, da 20 a 30 già quest’anno. Ce n’è abbastanza per guardare con ottimismo al futuro e chiudere con un passato ingombrante che ha costretto il nuovo consiglio di amministrazione eletto giusto un anno fa a scelte obbligate allo scopo di salvaguardare la cooperativa e i soci.

 

«Tutte le decisioni assunte a partire da dicembre 2016 hanno un solo obiettivo: tutelare i soci e dare valore alla produzione nell'interesse del territorio e del sistema agricolo provinciale - spiega il presidente Bruno Delle Coste —. Purtroppo la pesante situazione ereditata e le voci a discredito ci hanno costretto a congelare il prestito sociale: non c’erano vie d'uscita, in caso contrario avremmo messo a rischio la tenuta finanziaria della cooperativa e i soldi dei soci quale autofinanziamento. Con questo stesso spirito stiamo valutando le domande di recesso, in quanto vi sono impegni assunti da tutti i soci, mi riferisco ai mutui, che graverebbero su quelli che rimangono. Lo stesso statuto prevede queste misure a salvaguardia della cooperativa che si fonda sulla solidarietà fra i soci».

 

Dal punto di vista operativo, si procede speditamente con la riorganizzazione del lavoro che riguarda sia ie attività che i dipendenti.
Realizzando uno dei punti cardine dell‘operazione di fusione, rimasto fermo per troppo tempo a causa di contrapposizioni ca‘rnpanilistiche, Meiavi ha installato nella sede di Tovo, che offre una maggiore disponibilità di spazi, un nuovo impianto di selezione delle mele che meglio ne identifica lo stato. A Tovo verrà lavorato l'intero quantitativo di mele raccolto. La sede di Ponte è stata individuata per la lavorazione dei prodotti trasformati, ovvero, succhi, nettari, Rockit ed essiccato. Questa razionalizzazione porterà al contenimento dei costi di gestione e a una migliore organizzazione interna. «Avendo due siti produttivi allo stesso modo importanti - aggiunge il presidente Delle Coste - abbiamo ritenuto di differenziare le attività: lavorare tutte le mele a Tovo ci consentirà di organizzare meglio il trasporto e la commercializzazione, mentre la specializzazione di Ponte nei trasformati favorirà la diversificazione della cooperativa per affrontare un mercato in continua evoluzione».

 

A chi ha criticato ii nuovo corso, a chi ha manifestato l’intenzione di uscire dalla cooperativa, Melavì risponde con i numeri e con i fatti e apre al confronto: l’annata agricola è stata una delle peggiori che si ricordino ma ci sono i presupposti per ripartire su nuove basi. «La situazione è difficile — conclude il presidente Delle Coste -, ne eravamo ben consapevoli quando i soci ci hanno scelto come amministratori. La loro fiducia e ii sostegno delle istituzioni e delle associazioni di categoria ci hanno spinto ad andare avanti per uscire da una fase negativa che dura da anni. Siamo convinti che lavorando con serietà e impegno, tutti insieme, possiamo dare nuove prospettive alla frutticoltura locale e garantire il giusto valore alla produzione. Se ci sono problemi e diversità di vedute ne possiamo discutere ma partendo dall'interesse di tutti i soci, conferenti e non conferenti, lasciando perdere le contrapposizioni personali e le divisioni tra le zone di produzione. Chi trama per dividere non fa l‘interesse di Melavi né della Valtellina frutticola: il mercato insegna che si è più forti se si sta insieme, le divisioni non portano nulla di buono».

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