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La circolazione delle auto storiche in Italia

ECONOMIA E POLITICA - 16 07 2021 - Redazione

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/auto storica

Per fare chiarezza sulla questione, abbiamo preso in esame cinque città italiane ad alta densità abitativa per capire come e quando è possibile circolare con la propria auto di interesse storico.


 

È proprio il caso di dirlo: quando si tratta di auto d'epoca, città che vai regole che trovi! Di recente, infatti, si è riacceso il dibattito sulla possibilità di tornare a circolare liberamente in città con i mezzi storici, infiammando l'epocale diverbio tra Aci e Asi, entrambe impegnate su due fronti opposti ma con motivazioni pienamente condivisibili.

 

Il terreno di scontro sono state due grandi città italiane, Milano e Torino, molto attive nella lotta alla limitazione del traffico veicolare per migliorare la qualità dell'aria. Nell'ottobre del 2020 l'Asi, in collaborazione con le amministrazioni locali e l'Istituto Superiore di Sanità, è intervenuta con deroghe e considerazioni scientifiche proprio in merito alla circolazione delle auto d'epoca, affermando che su 40 milioni di veicoli con un'età media superiore ai dieci anni, solo lo 0,8% è rappresentato dai veicoli storici.

 

Va, inoltre, ricordato che per conservare la loro efficienza meccanica, questi mezzi devono muoversi ed essere messi in moto regolarmente, cosa che - con il blocco del traffico - è diventata quanto mai difficile. A tal proposito potrebbero interessarvi anche gli articoli sui consumi e la manutenzione dell'auto pubblicati sul sito https://autopazzo.it.

 

Questione di inquinamento?

 

Secondo gli ultimi dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), il 41% delle emissioni inquinanti è dovuto al riscaldamento domestico, il 16% all'industria e il 14% alle produzioni agricole, mentre solo il 10% sarebbe causato dal trasporto stradale. In base a questi studi, l'Asi ha sottolineato come il blocco assoluto del traffico, oltre a richiedere interventi mirati da valutare caso per caso, sia penalizzante per i veicoli storici, troppo spesso additati come causa principale dell'inquinamento atmosferico.

 

Bisogna, inoltre, precisare che l’impatto ambientale riconducibile al parco circolante delle auto di vecchia concezione è determinato principalmente dai veicoli obsoleti e non certo da quelli “storici” certificati, che tra l'altro hanno una percorrenza media annuale piuttosto bassa.

 

In virtù di queste considerazioni, l'ASI e l'Istituto Superiore di Sanità hanno siglato un accordo volto a regolamentare la circolazione di queste auto in stretta collaborazione con gli enti locali. Vediamo, dunque, come cambiano le normative comunali analizzando nel dettaglio le cinque città più popolate del nostro Paese.

 

Torino, città blindata

 

Cominciamo la nostra panoramica da Torino, capitale indiscussa dell'automobile e del car design. Sebbene il comune del capoluogo sabaudo si sia detto disponibile ad allentare la morsa sulla circolazione dei mezzi storici certificati, a oggi resta ancora attivo il divieto assoluto di utilizzare le macchine d'epoca in città, salvo per partecipare a raduni ed eventi organizzati a cui si è iscritti. Quindi, almeno per il momento, il comparto è in attesa di deroghe!

 

Milano e le nuove norme

 

Per quanto riguarda Milano, dal 1° Giugno 2020 è entrata in vigore una nuova delibera che permette a tutte le auto di interesse storico e collezionistico, con oltre 40 anni di età e in possesso del Certificato di Rilevanza Storica, di circolare liberamente nell'area metropolitana B, previa registrazione sull'apposito portale.

 

I veicoli di età compresa tra 20 e 39 anni (sempre muniti di CRS registrato alla Motorizzazione) potranno, invece, circolare dal lunedì al venerdì dalle 19.30 alle 7.30, e senza limiti di orari il sabato e nei giorni festivi, oltre a godere di un lasciapassare gratuito per entrare in città fino a un massimo di 25 volte.

 

A Roma solo nei giorni festivi

 

Diverso, invece, il caso della capitale, laddove per le auto d'epoca valgono le stesse limitazioni previste per i veicoli inquinanti. Questo significa che si potrà circolare a bordo della propria storica solo il sabato, la domenica e nei giorni festivi infrasettimanali, fermo restando il divieto di entrare nella ZTL “Fascia Verde” dal lunedì al venerdì.

 

Alle falde del Vesuvio

 

Spostandoci al Sud, è possibile notare come la situazione sia completamente diversa. A Napoli, infatti, il piano anti-smog sancisce il divieto di circolazione delle auto d'epoca e storiche dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 18,30 su tutto il territorio cittadino.

 

Tuttavia, sono previste delle deroghe per gli autoveicoli che trasportano diversamente abili con capacità di deambulazione ridotta, purché muniti del tesserino regolarmente rilasciato dall'Autorità competente, e quelli con a bordo un medico che deve effettuare una visita domiciliare per le chiamate d'emergenza.

 

Le limitazioni non vengono, però, applicate su tutte le reti autostradali cittadine che ricadono nel territorio comunale di Napoli, come la Tangenziale A56, il raccordo Napoli-Roma, l'autostrada A3 Napoli-Salerno e la Strada Statale 162.

 

Palermo è la più permissiva

 

Ebbene sì, tra le città più permissive sul fronte della circolazione delle storiche c'è proprio Palermo, dove è possibile sottoscrivere un'autocertificazione per accedere al centro storico con le auto d'epoca.

 

In conclusione, tenendo conto delle innumerevoli differenze normative tra le regioni e della confusione che ne consegue per gli automobilisti, si spera che in futuro venga attivato un percorso più chiaro e armonizzato per favorire la conservazione e la circolazione di tutti i veicoli d'epoca, che rappresentano un inestimabile patrimonio storico e culturale tramandato di generazione in generazione.

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