Ferrarini passa al gruppo Pini di Grosotto

Ferrarini in Pini è il matrimonio che è stato celebrato nel settore delle carni confezionate. Come anticipato dal quotidiano economico 'Il Sole- 24 Ore' il gruppo Pini, che ha sede a Grosotto, ha rilevato la nota azienda Ferrarini di Reggio Emilia e con questa acquisizione diviene ancor più rilevante nell'agroalimentare.

 L'impresa, fondata nel 1982, si è espansa nel tempo anche fuori dai confini nazionali (in Polonia, Spagna e Ungheria) e ha una posizione di primo piano a livello europeo nella produzione di bresaole. Con lo stabilimento avviato nel 2019 in Aragona è divenuta leader pure nella macellazione suina. In associazione con la partecipata statale Amco, specializzata nel recupero dei crediti deteriorati, ha ora in mano la Ferrarini che da tempo navigava in cattive acque, tant'è che era in concordato preventivo dall’estate del 2018 per aver accumulato debiti ammontanti a per poco meno di 300 milioni di euro. Resterà il marchio Ferrarini, come stabilito dal tribunale di Reggio, però dopo quasi 70 anni finisce un'epoca, considerato che nessun membro della famiglia fondatrice siederà nel consiglio d'amministrazione. A breve ci sarà un nuovo Cda che imposterà un piano di rilancio basato su un esborso di circa 160 milioni.

Tra i creditori, oltre ai dipendenti rimasti senza stipendio per tre mesi, figura proprio anche il gruppo Pini che si è accollato la liquidità dell'azienda ottenendo comunque utili per circa tre milioni con 120 di ricavi nel 2022. Il piano di rilancio prevede uno stabilimento da 70 milioni di euro e l'assunzione di 400 lavoratori a Reggio Emilia dove è stata  acquistata pure Villa Corbelli, storica sede della Ferrarini. La holding valtellinese, che l'anno scorso ha fatturato 1,8 miliardi di euro, conta su 3.500 dipendenti sparsi nei vari siti produttivi in funzione nei Paesi dell'Ue. 

Guido Monti