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Efficientamento- sicurezza- rispetto del Territorio

ECONOMIA E POLITICA - 17 01 2023 - Ezio (Méngu)

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/Affresco della Giustizia in Porta Poschiavina
Affresco della Giustizia in Porta Poschiavina (Foto di Ivan Bormolini)

Ovvero i territori appartengono a chi li abita

 

Giunge la Domenica. Il Ruseghina, essendo un timorato di Dio, aveva deciso di dare un giorno di riposo intellettuale ai suoi quattro amici. Mauro e Enrico non hanno ubbidito alle disposizioni. Il motivo c’era: erano stati troppo infervorati dal Ruseghina per la beata causa del Rinnovo delle Concessioni idroelettriche e nessuno ora li poteva frenare.  Così qualcuno li ha visti in piazza a discutere ad alta voce e con fervore calcistico con un loro comune amico amante della pesca sportiva . Enrico aveva in mano una copia del “ vangelo “ dal titolo “La Montagna può rilanciarsi con le sue risorse “, con piglio garibaldino  l’ha messa in saccoccia al pescatore cantarellando:    

O pescatori, pescate, pescate la troterella,

    pescherete nella diga di Frera la  trota più bella.

 Orsù  voi tutti in gruppo datevi una mossa,

studiate il fascicolo e datevi finalmente una scossa.   

Perché non c’è uomo al Mondo come il pescatore

che dell’acqua apprezza il gran valore.

 

Ecco che sopraggiunge  Filippo, quello delle idee ingegneristiche che,  a quanto pare, si è studiato a memoria il fascicolo  punto  per punto e desidera sfoggiare tutta la sua cultura sulla protezione del nostro territorio montano. Il fascicolo l’ha macinato durante la notte del sabato come se avesse dovuto dare un esame la mattina e beccarsi un 10 e lode.

 

Aveva letto che gli strilloni americani del primi del novecento, per le strade  vendevano i giornali. Avevano appeso alla propria persona, avanti e dietro, il cartello che indicava l’articolo di  “ grido “.  Così lui, giovane dalle idee geniali, di buon mattino si è costruito il suo cartello. Il trespolo bilaterale se l’è infilato dalla testa ai piedi con la scritta a caratteri cubitali: “ I territori appartengono anche a chi li abita “ , poi e si è messo a metà ponte nuovo dell’Adda, diritto come un corazziere. Di più, si è munito d’un pacco di fotocopie  di quel “ Vangelo “  e se li è posti a lato, ben ordinati, su un carrettino di legno, di quelli che si usavano per portare il latte alla casera.  Aveva poi sottratto un tamburo a suo fratello, bravo batterista e se l’era anch’esso messo a tracolla.  

 

Erano le 11 del mattino e in quel momento l’andirivieni di persone sul ponte era intenso e così anche  il  traffico veicolare.  A questo punto dobbiamo per forza conoscere le sue “ grida “ per poi  trarne un giudizio.

 

Con voce  tonante e con tre colpi di tamburo  inizia:   

   tutum,  tutum, tutum !  Udite, udire, udite ! Dobbiamo chiedere il  miglioramento dell’efficienza  degli impianti idroelettrici al fine di ottimizzare la produzione. Tutum,  tutum, tutum.

 

Tutum,  tutum, tutum! Udite, udire, udite! Non c’è più margine per la costruzione di altri impianti idroelettrici, in Italia è stato utilizzato al 95% del potenziale delle risorse idroelettriche :  Tutum,  tutum, tutum.

 

tutum,  tutum, tutum! Udite, udire, udite! Nella selezione dei soggetti concorrenti delle concessioni bisogna privilegiare i progetti industriali di efficientamento della produzione con contestuale miglioramento  dell’attuale  impatto ambientale  che consideri  tutte le componenti  quali opere di presa , gli invasi, le centrali, i canali, le stazioni di trasformazione, le linee aeree , i depositi di materiale, le strade , le piste ecce cc. . :  Tutum,  tutum, tutum.

 

Tutum,  tutum, tutum! Udite, udire, udite! Il degrado delle opere e delle strutture va valutato in  modo accurato, la sicurezza non va trascurata. L’età media delle grandi dighe  dell’arco alpino supera i 70 anni e manca un censimento dettagliato di quelle piccole ; per la grandi dighe che hanno superato una vita utile di 50 anni, i Concessionari devono redigere un piano di manutenzione  dell’impianto di ritenuta. tutum,  tutum, tutum!

 

Tutum,  tutum, tutum! Udite, udire, udite! Il tempo e il dissesto idrogeologico operano dei cambiamenti che vanno considerati. Il cambiamento climatico con la numerosità di fenomeni eccezionali aggiungono ulteriore pressione al sistema dei bacini. Fenomeni sempre più intensi, bombe d’acqua, torrenti in piena con elevato trasporto di fango, limo, materiale solido, e piante di varie dimensioni  che creano sbarramenti e conseguenze gravissime  alle infrastrutture viarie , alle abitazioni, all’incolumità  delle persone  e per non dimenticare  poi i costi da sostenere per ripristinare  la normalità dei luoghi, smottamenti e  frane ,  ecc. ecc. Forse sarebbe meglio cercare di prevenire  o mitigare le conseguenze  degli eventi metereologici investendo sicuramente cifre minori rispetto al post- evento. Tutum,  tutum, tutum!

 

Tale la foga, Filippo è rimasto senza fiato e con una leggera biancastra bavetta alla bocca e una gran sete. Dicono di aver visto un Amministratore, che ascoltato tutte le cinque “grida” si era poi precipitato nella fontana di Piazza Parravicini, aveva colmato una caraffa d’acqua e gliel’ aveva portata. Filippo dopo aver tirato una bevuta da mucca dice alla gente che si era  radunata sul ponte tanto da far temere per la stabilità.” Ascoltate ! Ascoltate ! Ne ho ancora per una urina ( ? )” . Vi fu uno scrosciar di mani da far temere, per la vibrazione, il crollo del ponte.   

 

Io che scrivo quest’avventura è bene che mi fermi, per non tediare il lettore, ma con la sicura promessa che continuerò il racconto delle “ grida “ di Filippo di seguito.  

 

Ezio (Méngu) 

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