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Concessioni: "Dotarsi di nuove regole vincolanti"

ECONOMIA E POLITICA - 18 09 2019 - Gruppo di lavoro “Concessione idroelettriche”

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Il tema del rinnovo delle concessioni idroelettriche è complesso e di grande interesse per l’Italia, L’Europa e la provincia di Sondrio in particolare. L’idroelettrico è anche oggi una risorsa fondamentale per il nostro sistema energetico, una fonte rinnovabile preziosa ed unica, che non investe solo i temi dell’energia e della concorrenza ma anche quelli altrettanto rilevanti del governo del territorio e della tutela dell’ambiente.

La produzione idroelettrica in provincia di Sondrio ha rappresentato la rivoluzione industriale di un territorio marginale di montagna, una svolta per l’occupazione. Assieme a questi aspetti ci sono le ripercussioni ambientali, l’impatto sul territorio con la captazione idrica, le dighe, i canali, le centrali e gli elettrodotti, la compatibilità con gli usi plurimi (civile, agricola, industriale), il mantenimento della flora e della fauna dell’ambiente fluviale.

 

La situazione della provincia di Sondrio – Idroelettrico ha un valore importante e molte concessioni sono scadute

Il valore della produzione annuale si stima tra i 500 e i 700 milioni di euro l’anno, che corrispondono circa al 50% dell’idroelettrico della regione Lombardia. Sul territorio sono presenti più di 30 grandi impianti, 500km di condotte e canali, elettrodotti, dighe. Nelle casse degli enti locali entrano circa 50 milioni/anno come somma di canoni, sovracanoni e tributi per gli immobili presenti.

 

Quando si apre il tema dei rinnovi delle concessioni? Con il D.Lgs. del 16 marzo 1999, n. 79 (c.d. “decreto Bersani”) che fissa nuovi principi, ridetermina la scadenza delle concessioni e prevede la riassegnazione delle stesse con procedure ad evidenza pubblica.

In provincia le concessioni di ENEL ed Edipower (ora A2A)scadono nel 2029, le altre sono scadute (già a partire dal 2010) e gli operatori continuano a turbinare con dei permessi di prosecuzione temporanea visto che le procedure per i rinnovi non sono mai state attivate.

Negli anni i ritorni sul territorio derivanti dallo sfruttamento dell’acqua sono meno significativi (occupazione, manutenzione territorio, infrastrutture) ed è aumentata la sensibilità sulle criticità (impatto ambientale, linee elettriche, opere presa).Lo scambio tra produttori e popolazione è venuto meno e va ristabilito un equilibrio!

Il rinnovo delle concessioni deve diventare un’occasione di sviluppo sostenibile che, con elementi innovativi rispetto al passato, porti sui territori miglioramenti importanti sull’ambiente, investimenti, occupazione, servizi pubblici per non tornare allo schema dello scambio con la sola compensazione economica.

La nuova disciplina sulle concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico contenuta nella LEGGE 11 febbraio 2019 (12/2019) fissa nuovi criteri e contiene le condizioni per i rinnovi. In particolare si passa la competenza alle Regioni che possono riassegnare le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche. Le regioni disciplinano con propria legge, entro il 13 febbraio 2020 e comunque non oltre il 31 marzo 2020, le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico.

 

Quali le priorità che il comitato intende condividere per non sprecare questa occasione?

 

I punti del decreto definiscono un campo di lavoro molto interessante che permette alle Regioni di dettagliare la propria legge regionale in modo puntuale aiutando e rivalutando tutti i territori montani sfruttati praticamente da sempre per la produzione di energia. Siamo interessati ad una legge fatta bene ed immediatamente applicabile che permetta di riassegnare le concessioni con procedure chiare, di garantire un uso rispettoso della risorsa e che contenga tutti gli elementi di miglioramento e compensazione/indennizzo territoriale necessari.

 

I tempi sono stretti, ci sono pochi mesi da qui a marzo 2020 . Qual è la strada che Regione Lombardia intende perseguire? Come è stato impostato il lavoro, quali le ipotesi di partenza? E’ necessario aprire il tavolo in consiglio regionale, nelle commissioni e coinvolgere gli enti locali con una proposta. Il tema non può giacere nelle segrete stanze. La Regione Lombardia intende fare sul serio per il bene della popolazione e dei territori montani? Come si affronta il tema dei concessionari uscenti?

 

Il rinnovo deve prevedere obblighi e restrizioni ben definiti rispetto alla gestione delle concessioni (Efficientamento - Sicurezza - Rispetto ambientale - Manutenzione del territorio - Compensazioni/indennizzi territoriali - Questione impatto sociale e lavoro - Monitoraggio e controllo) con previsione di revoca della concessione e sanzioni in caso di non rispetto degli stessi. Vanno introdotte norme particolari per contrastare i periodi di siccità ed i cambiamenti climatici (uso prevalente della risorsa non può essere idroelettrico).

 

Efficientamento – sicurezza – rispetto ambientale

Il miglioramento dell’efficienza degli impianti per aumentare la produzione non può essere il solo parametro di valutazione. I nuovi progetti devono garantire la sicurezza e il miglioramento dell’attuale impatto ambientale che consideri tutte le componenti (le opere di presa, gli invasi, i canali, le stazioni di trasformazione, le linee aeree, i depositi di materiale, le strade e le piste).Deve essere definita una seria e organica politica di sicurezza ambientale che risolva lo stato di degrado degli alvei dei fiumi e dei bacini idrografici.

 

Manutenzione del territorio

Il decreto parla di risanamento ambientale del bacino idrografico e di misure di compensazione territoriale; è necessario prevedere dei meccanismi premianti per la manutenzione diffusa. Le Proposte di manutenzione devono essere allegate al progetto per il rinnovo delle concessioni, da condividere poi col territorio, e contribuire alla valutazione complessiva della proposta assegnando un punteggio maggiore a chi si impegna a garantire maggiori risorse finanziarie, competenze tecniche ed organizzative su progetti concreti. Si potrà attivare un circuito virtuoso di aziende locali che realizzano i piani di risanamento con indubbi vantaggi ambientali e di sicurezza del territorio.

 

Compensazioni/indennizzi territoriali

Le misure di compensazione/indennizzi ambientale/i e territoriale/i sono di fondamentale importanza per riscrivere la storia dello sfruttamento idroelettrico e garantire un nuovo patto territoriale con le comunità sulle quali insistono gli impianti. Questo vale in particolare per la provincia di Sondrio, territorio marginale al quale è stata riconosciuta la specificità montana e oggetto di uno sfruttamento intensivo. Il bacino della provincia di Sondrio, è il più importante distretto idroelettrico italiano per potenza installata, pari al 12% di quella nazionale (GSE, 2016), ed il secondo – dopo Bolzano - per quanto riguarda la produzione, circa il 12.4% della produzione nazionale ed oltre il 50% della produzione idroelettrica regionale (GSE, 2016).

E' quindi giusto pretendere un’attenzione importante per i territori montani e una richiesta di ascolto delle nostre esigenze al legislatore regionale nella scrittura e nei contenuti della nuova legge sulle concessioni idroelettriche.

  • Agli enti locali, i comuni gravati dagli impianti e dalle opere di derivazione in particolare, vanno assicurati per intero i proventi dei canoni (quota fissa e variabile) e sovracanoni previsti per lo sfruttamento.
  • È necessario definire le modalità di accesso, ritiro e libero utilizzo della quota di energia gratuita da fornire ai territori. Pensiamo in particolare agli enti locali direttamente interessati dagli impianti e per gli utilizzi di utilità pubblica (ospedali, scuole, palestre, piscine, centri sportivi, municipi, illuminazione pubblica, aziende in difficoltà….. ).
  • È utile prevedere punteggi aggiuntivi per progetti di compensazione territoriale di carattere sociale ed ambientale da concordare con i comuni interessati con risorse messe a disposizione dal gestore.
  • Vanno garantiti i diritti degli enti locali relativi agli accordi/le convenzioni stipulati con le concessioni originarie.

 

Il valore di tutte queste componenti va considerato rispetto al valore della produzione che sottostimato vale 500 milioni annui per i prossimi 30/40 anni (durata della concessione).

 

Questione impatto sociale e lavoro

Nelle clausole sociali la questione occupazione è fondamentale. Per molti anni le aziende idroelettriche hanno portato lavoro, investimenti, tecnologia e benessere sul territorio. Poi qualcosa è cambiato e si è pensato più agli utili aziendali tagliando sui costi del lavoro. Abbiamo perso quasi cinquecento posti di lavoro nel settore idroelettrico negli ultimi 20 anni: 794 addetti nel 1999 contro 346 addetti nel 2019. -448 posti di lavoro.

 

È necessario ristabilire le priorità territoriali di scambio, anche innovativo, tra lo sfruttamento e lo sviluppo del territorio con lavoro, innovazione, ricerca. Non si può più prescindere dal dotarsi di nuove regole vincolanti per i futuri concessionari, che non si limitino esclusivamente a temi economici.

 

I vincoli dovranno prevedere obblighi per i nuovi operatori, a mantenere le attività e la destinazione dei siti, a riqualificare tecnologicamente gli impianti, a presentare credibili piani di investimento societario, ad incrementare i livelli occupazionali diretti attraverso piani di riposizionamento interno di tutta una serie di attività.

 

Gruppo di lavoro “Concessione idroelettriche”

Comitato per la razionalizzazione delle linee ad alta tensione Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica

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