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Al via il progetto Nupla per sviluppare le potenzialità cliniche del sangue placentare

ECONOMIA E POLITICA - 22 05 2018 - Redazione

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/kit BioNest

Dimostrare l’efficacia dei materiali derivati dagli emocomponenti del sangue placentare nella cura di diverse patologie, per consentire al mondo della ricerca e all’industria di produrre innovativi farmaci e dispositivi medici che possano migliorare le cure e la qualità della vita dei pazienti nei prossimi anni. È questo l’obiettivo del progetto Nupla, promosso da Meditalia – azienda basata a Lovero specializzata in semilavorati e prodotti finiti per il settore medicale – in collaborazione con il Centro Nazionale Sangue – autorità competente per le attività trasfusionali per conto del Ministero della Salute – allo scopo di condurre studi scientifici finalizzati allo sviluppo dei nuovi prodotti e procedere alla necessaria revisione regolatoria per autorizzarne la produzione e l’impiego.

 

La ricerca sugli emocomponenti ottenuti dal sangue placentare sta vivendo un momento di fermento con lo studio di nuove applicazioni terapeutiche che vadano al di là del trapianto di cellule staminali per cui è utilizzabile solo il 10% delle unità donate, che negli ultimi 30 anni sono state 700.000 conservate in 160 banche pubbliche del mondo. In quest’ottica, negli anni scorsi i ricercatori del Policlinico di Milano hanno messo a punto un concentrato piastrinico per il trattamento di ulcere e altre patologie dei tessuti, una procedura pioneristica poi standardizzata sul territorio nazionale con il coordinamento del Centro Nazionale Sangue. I risultati incoraggianti ottenuti in questa ricerca hanno spinto Meditalia e il Cns a lanciare il progetto Nupla: dedicato a “Nuovi reagenti, dispositivi medici, emoderivati e farmaci ottenuti dal sangue placentare”, da un lato punterà ad approfondire gli studi sul gel piastrinico, dall’altro a estenderli a prodotti ottenuti da altri emocomponenti del sangue placentare come plasma, siero e globuli rossi.

 

Nell’arco dei 18 mesi di attività previsti, il progetto si articolerà in due parti: quella scientifica e quella amministrativo-regolatoria, volta alla revisione delle norme che regolano l’utilizzo dei materiali biologici e le loro eventuali trasformazioni farmaceutiche da parte di strutture cliniche e industrie del settore. Il pieno sviluppo dei nuovi emocomponenti, reagenti e farmaci necessita infatti dell’armonizzazione regolatoria nazionale e internazionale nell’ambito degli emoderivati, dei reagenti, dei devices e dei farmaci che potranno essere prodotti dagli stessi (come creme dermatologiche, preparazioni oftalmiche, cerotti e garze biomedicali), mediante collaborazioni industriali sviluppate in conformità con i principi etici alla base della donazione volontaria e non remunerata del sangue.

Dall’Italia il processo punta a coinvolgere anche altri Paesi europei interessati a valorizzare le potenzialità del sangue placentare, come Francia e Spagna, dove è già stato siglato un accordo tra Meditalia e la Banc de Sang y Teixits di Barcellona.

 

Operativo da aprile, il progetto Nupla verrà presentato alla Comunità scientifica il 24 maggio durante il 43° Convegno Nazionale di Studi di Medicina Trasfusionale del SIMTI (Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia) al Centro congressi del Porto antico di Genova.

 

Il progetto si rivolge alle 18 Banche del sangue cordonale pubbliche attive in Italia e sarà coordinato da Simonetta Pupella, Direttore Area sanitaria e sistemi ispettivi del Cns, e Paolo Rebulla, Direttore scientifico di Meditalia. L’azienda di Lovero potrà offrire un importante contributo alla parte scientifica del progetto grazie al Kit Bionest, un innovativo sistema di sacche pensato come un vero e proprio nido per la coltivazione e la conservazione di materiali biologici, che consente di facilitare la procedura di preparazione e utilizzo clinico dei nuovi emocomponenti. Dopo aver ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’Unione europea ad aprile, il Kit sarà distribuito in Italia a partire da fine maggio.

 

“Con il progetto Nupla puntiamo a proseguire nella valorizzazione delle potenzialità cliniche e terapeutiche del sangue placentare, una risorsa troppo importante per essere sprecata”, ha affermato Paolo Rebulla. “Grazie agli studi e alle sperimentazioni condotti negli ultimi anni da enti pubblici e soggetti privati, l’Italia sta recitando un ruolo da protagonista in un processo di ricerca che potrà portare benefici importanti ai pazienti di tutto il mondo”.

 

“Con il progetto Nupla auspichiamo di raccogliere ulteriori importanti evidenze biologiche a supporto dell’utilità del sangue placentare in nuovi e differenti ambiti di impiego clinico di alcuni suoi componenti” ha affermato Giancarlo Liumbruno, Direttore generale del Centro nazionale sangue. “Auspichiamo inoltre che gli sviluppi attesi, anche in ambito farmaceutico, consentano di continuare a valorizzare il sangue placentare donato dalle mamme quale risorsa biologica preziosa anche quando non impiegabile per le primarie finalità del trapianto emopoietico.”

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