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Una pausa di riflessione

CULTURA E SPETTACOLO - 03 09 2017 - Don Battista Rinaldi

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Capisco in parte il ‘disagio’ di chi mi ha invitato a collaborare a questo giornale online nel leggere ogni domenica delle riflessioni che possono sembrare lontane migliaia di anni luce da quanto capita ‘intorno’ a Tirano. Nascono dalla mia convinzione che la Parola di Dio sia più ‘dentro’ di noi di quanto noi lo immaginiamo o lo riconosciamo; ma non tutti devono essere per forza d’accordo con me. D’altronde, vivendo, lontano da qui conosco poco le ‘cose di casa’. Mi è difficile quindi intervenire su argomenti che non posseggo. Posso stare sulle generali, parlare dell’uomo, dei suoi vizi e delle sue virtù, o dei vizi e delle virtù della società, intervenire su fatti nazionali e internazionali. Ma questi, dopo, sono vicini al cuore e alla sensibilità dei lettori?

 

E così, quasi senza accorgermene, ho posto una questione importante: quale è il servizio più autentico che un giornale deve fare (al di là degli scopi che si prefigge nell’iniziare un’attività)? Semplicemente comunicare notizie e fatti di cronaca, porre problemi che le amministrazioni non vedono, riferire opinioni, giudizi, valutazioni, aiutare le persone a ‘comprendere’ oltre le apparenze?
Posso immaginare la risposta: serve un po’ di tutto questo!

 

Benissimo. Ma vorrei che questo non fosse la scusa per dire sempre e soltanto quanto il lettore vuole sentirsi dire; mi permetto di suggerire che non si deve cadere nell’equivoco di raccontare sempre e solo quanto ‘piace’. Non è un buon criterio per un buon giornalismo. Credo che proporre anche quanto è scomodo, quanto provoca e costringe a ‘rivedere’ opinioni e, magari, pregiudizi, sia un dovere sacrosanto, per chi vuole fare un servizio serio. L’importante è che gli argomenti e le motivazioni siano adeguati. C’è sempre la libertà di leggere ‘altro’ per chi non condivide, o, magari di replicare con altrettanto senso di responsabilità.

 

Non dobbiamo certo illuderci che quanto scriviamo modifichi il modo di pensare delle persone: in genere, noi tutti, cerchiamo sempre quanto conferma le nostre opinioni, e magari le esprime in modo migliore di quanto noi non riusciamo a fare. Ecco perché è importante che Qualcuno (non sono certo io) esprima una opinione più ‘alta’, in modo che nessuno possa appropriarsene, ma che tutti si sentano in qualche modo ‘messi alle strette’. Da quella Parola siamo lontani tutti. Per questo ci è utile.

 

Don Battista Rinaldi

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1 COMMENTI

03 09 2017 13:09

Méngu

Caro e stimato don Battista, io sono tra quelli che hanno desiderato e desiderano leggere la Parola con le Sue riflessioni ogni settimana. “ La pausa di riflessione “ che Lei ci propone oggi è oltremodo chiarificatrice. Parlare dei fatti che succedono in Tirano e dintorni, è compito dei giornalisti . Semmai il Suo compito, nel nostro caso, è quello di fare emergere nei cuori delle persone che leggono la parola di Dio, la quale è sicuramente dentro di noi, ma molte volte è sotto una coltre di cenere e non riesce ad emergere se non con l’aiuto di altri. Tante volte non basta sentire la Parola in tanti sermoni dove le parole risuonano belle come il suono dell’organo, ma poi con “ andiamo in Pace “ tutto sembra svanire senza l’aiuto di qualcuno. Abbiamo, io credo, bisogno dell’altro che ci tende la mano in segno di aiuto, di solidarietà e di amore. La Sua parola scritta può essere una stampella d’aiuto per chi legge. Ogni fatto o avvenimento felice o triste dell’uomo porta con sé una radice di verità. L’uomo è uomo perché è libero e la verità non è una cosa che si impone una volta per tutte , ma nasce dal confronto, dal dialogo. La verità va scoperta ogni giorno con il colloquio, con la meditazione e la mediazione. Tante volte la verità sta nel mezzo. Quindi, quando Lei afferma “Posso stare sulle generali, parlare dell’uomo, dei suoi vizi e delle sue virtù, o dei vizi e delle virtù della società, intervenire su fatti nazionali e internazionali “ può essere a mio parere, per quanto difficile , una buona idea , un lavoro interessante, positivo e tendente al bene generale. E’ vero quando dice “Ma questi, dopo, sono vicini al cuore e alla sensibilità dei lettori?” Sono convinto, ( malgrado la brutta abitudine di tanti lettori dei giornali on- line che cliccano solo i titoli degli articoli, e addirittura li “ condividono “ senza averne letto il testo ) che per quanto tanta gioventù sia disattenta e superficiale , quando lo scrivente , nei temi trattati, cattura lo spirito della persona, viene seguito, amato e coinvolto in conversazioni. Lei è , a mio parere, in grado di far questo e lo dimostra in ciò che Le sto scrivendo. Le auguro un buon lavoro. Grazie.