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Un chisciöl offerto al Santo Padre

CULTURA E SPETTACOLO - 01 08 2018 - Méngu

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 Non mi si venga a dire che chi sogna non percepisce, nella sua sfera spirituale inconscia, anche i sapori e i profumi. Sì, nel sogno oltre alla gioia, alla sofferenza, alle visioni, all’eros, ai suoni si percepiscono anche gli odori e i sapori. L’ho sperimentato dopo la “notte bianca” in Tirano, notte fresca ma fortemente vissuta da tanta gioventù in una Tirano viva, bella e gioiosa. Sul lungo Viale Italia si respirava quell’aria che di solito si respira nei giorni di festa quando la festa la senti tua e quando vivi la tua Città. In modo sereno anch’io mi sono attardato innanzi ad un “banchetto“, mentre una spensierata gioventù si assiepava nei bar e esultava innanzi ad un grazioso spettacolo di ballo e di musica dove le luci facevano da lava vulcanica travolgendo la gioventù nell’allegria.

 

Il banchetto che avevo innanzi a me spandeva un delicato profumo ed era presso il bar “Glicine“ nella piazzetta Trombini. Luogo per me indimenticabile dove ai tempi della mia gioventù, noi ragazzi, con i risparmi di una settimana offrivamo un gelato da 25 lire alla morosina. Quel gelato era servito al banco dall’indimenticabile signor Toldo. Mentre caricava con la paletta il gelato nella parigina, lui la faceva girare sotto i nostri occhi golosi, con un sorriso tale da far carpire il gelato come l’avvoltoio che strappa la carne alla preda. La prima metà del gelato la lasciavamo leccare alla morosa immaginando “innocentemente” chissà quale cosa, la seconda parte era nostra, parigina compresa. Gustavamo sino l’ultima goccia di gelato nel cono, per poi mangiare con una tenerezza da far sembrare una ostia, l’ultima parte del gustoso cono con gli occhi ormai sognanti d’altri gusti. Finito il gelato il nostro amore con la morosina continuava, non però come si dice ora, tra certi giovani e in certi locali: “ finito champagne, finito amore!!!“.

 

Ebbene, presso quel bar la Confraternita del chisciöl aveva schierato innanzi alle padelle e al fuoco quattro chisciöliere e un chisciöliere. Erano sotto la guida attenta del maestro chisciöliere Ferruccio che, affabilmente, con il suo viso barbuto e dolce, intratteneva i buongustai, raccontando per filo e per segno cos’è il chischiöl e da dove viene. Gustato anch’io la delizia, ho lasciato spazio al seguito e dopo una buona oretta sono tornato a casa. E qui vorrei raccontare il mio sogno.

 

Eccolo in breve. Dopo aver gustato tre fette di chisciöl , gentilmente offerte da Ferruccio, alla mia destra sono apparse otto persone. Qui devo fare una precisazione. I sogni rappresentano i desideri inconsci d’ogni persona. Si sogna ciò che si vorrebbe realizzare In ogni modo il sogno non porta mai colpa, né offesa ad alcuno, esso porta sovente un messaggio “ telepatico “ al sognato. Insomma il sogno potrebbe considerarsi un ‘onda celebrale inconscia che viaggia nell’etere coinvolgendo sognatori e sognati, in un abbraccio amichevole, togliendo ansie e patemi ad entrambi. Nei sogni si chiama quasi sempre il sognato per nome, poiché si desidera amicizia e gioia. Per la verità vi possono essere anche dei sogni “ d’astio “ ma a me non succede mai. Orbene dopo aver goduto le tre fette di chisciöl mi si avvicina una graziosa signora di nome Sonia seguita, da sette suoi amici. Mi metto a lato cedendo il passo nella fila . La signora aspetta alcuni minuti poi gusta una fetta di chisciöl avvolta nel tovagliolo. I sette la guardano mentre , con grazia, mastica il primo boccone. D’un tratto mentre nella mano sinistra sorregge la fetta di chisciol avvolta in un candido tovagliolo , la destra viene alzata in aria e fatta ruotare e sbandierare in segno di trionfo. La signora deglutisce un altro boccone di chisciöl e poi di botto quasi urlando dice “ buono, buono, ottimo, delizioso ! “ Al detto i sette amici si fanno strada nella fila , quasi in modo precipitoso per gustarsi la loro fetta, anzi le loro sette fette cadauno, tale era il loro fervore che l’amica Sonia aveva osannato per la gustosa frittella. La gente sorride e dà loro la precedenza, in fondo loro sono autorità. Finito il poderoso “ masticamento” con ampi segni di consenso per la bontà, Franco che sembrava avere più autorità dice con fare solenne alle chisciöliere e a Ferruccio: “ Io vi dico che questo è il cibo che porta onore a Tirano, mangiatene tutti , perché questo cibo è prelibato, Chi l’assaggia rimarrà piacevolmente stupito per la sua squisitezza . Il suo aspetto è invitante, è reso irresistibile dall’intenso profumo di formaggio fuso e rosolato. E’ un piacere sicuro per il palato. Un chisciöl tira l’altro , cosi sia !! ” . Alle parole di Franco seguì un’ ovazione e un assalto al chisciöl. Ma ciò che più ho gradito nel sogno è stato una mezzoretta dopo. Franco con Sonia e i sei si sono seduti ad un tavolo tra i buongustai del chisciöl. Hanno iniziato un dibattito serrato tra loro durato circa mezzora. Ecco, nel sogno sono apparso in mezzo a loro, come la Madonna nella visione di Mario Homodeo e ho detto :” Fratelli , bene avrete ! V’è piaciuto il chisciol della confraternita ? “ Risponde Franco imperterrito. “ Ottimo, eccellente , è un mangiare da Papa “ . Alla destra di Franco era seduta Sonia, alla sua sinistra Daniele con gli altri sei annuivano con bocche dolci e sorrisi compiacenti. Io allora ho preso la parola, con reverenza e ho detto “ Fratello Franco, chi mangia il chisciöl della Confraternita mangia da Papa, ma a proposito il Papa sa cos’è il chisciöl ? L’ha forse già assaggiato? No? Cosa aspettate allora per farlo assaggiare al Santo Padre. Il sant’uomo i pizzoccheri già li conosce.” Prontamente Franco avvicinò la bocca all’orecchio di Sonia, come nell’ultima cena del Signore e disse ciò che nessuno ha sentito, ma ho sentito in sogno: “Amica cara, l’abbiamo fatta grossa, abbiamo lavorato con successo per la nostra città in cose che nessuno avrebbe sognato, ma abbiamo dimenticato di promuovere in modo solenne il chisciöl. Prendi nota poiché, d’ora innanzi il nostro piatto tipico dovrà essere promosso un tutta Italia ed avere il marchio IGP (indicazione geografica protetta) dall’Unione Europea, così come lo ebbe il pizzocchero nel 2016, solo così noi potremmo farlo gustare con fierezza al Santo Padre. Sonia, diamoci una mossa insieme ai volonterosi e bravi ristoratori di Tirano poiché il nostro chisciöl non è da meno dei pizzoccheri. Perbacco, noi tiranesi non siamo da meno dei Tellini“. Poi Franco continuò il suo convegno con i sette fino a notte fonda e alla fine strinse un patto di sangue tra di loro denominato “o marchio IGP per il chisciöl o morte!!!“ .

 

A questo punto mi sono svegliato! Felice e sudato per l’emozione ho portato le mani al volto e, miracolo dei miracoli “ erano profumate di chisciöl” e ho chiuso gli occhi, questa volta da sveglio. Mi è apparso l’amico Ferruccio in fondo al letto , senza barba, che porgeva un tagliere con un chisciöl croccante a Papa Francesco benedicente. Il Santo Padre ne ha assaggiato una fetta e con un dolce sorriso ha detto: “ottimo, potrebbe forse essere il pasto che nostro Signore consumò con i suoi nell’ultima cena, tale è la squisitezza”. Gli otto caddero in ginocchio con le lacrime agli occhi per l’emozione. E’ solo un sogno, ma i sogni a volte si avverano e “nei sogni comincia la responsabilità”. ( William Butler Yeats, scrittore e mistico irlandese 1865- 1939 ).

 

Méngu

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