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Tresoldi a Teglio con "Nel blu dipingo di blu"

CULTURA E SPETTACOLO - 03 08 2018 - Redazione

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/francesco tresoldi

Da sabato 11 a domenica 19 agosto 2018, presso la Chiesa Romanica di San Pietro a Teglio si terrà la mostra di Francesco Tresoldi dal titolo “Nel blu dipingo di blu”. Orari:10.30-12.00;15.30–19.00 (lunedì chiusa).

 

Presentazione della mostra
Approdato nel 1975 a Teglio con una mostra promossa dal Centro Tellino di Cultura, a contatto con la Prof.sa Mazzoni e il Prof. Garbellini, Tresoldi si è presto accostato alla conoscenza di  quell’arte  valtellinese che nel XVI secolo fu patria seppur adottiva del pittore suo conterraneo  Fermo Stella.  Il Palazzo Besta contenitore di importanti opere pittoriche, la collegiata di Sant’Eufemia, la chiesa di San Lorenzo, e la chiesa di San Pietro importante testimonianza romanica, sono solo alcuni esempi di monumenti che producono bellezza all’interno del paese.  Quarant’anni sono passati da quando il sindaco Erminio Valli,  Don Renato, e la prof.sa Mazzoni,  hanno aperto le porte dell’Oratorio dei Bianchi per l’inaugurazione della sua prima mostra tellina.                                          Questa nuova esposizione nella chiesa di San Pietro, si può considerare di grande importanza per quella che può essere un rinnovamento della sua tavolozza verso nuove coloristiche, dove il colore emergente è il blu.  

 

Presentazione critica                                                                                                                                                          
Considerato dai molti un pittore internazionale, per le diverse mostre allestite anche all’estero, Francesco Tresoldi si propone oggi come elemento portatore di significato e bellezza.  La rappresentazione rischia al primo sguardo di essere semplicemente colori in forme che vanno a riempire gli spazi della tela, ma l'osservazione artistica può pretendere invece molta più forza di coinvolgimento nella ricerca di una intermediazione fra il quadro e l'osservatore. La sua tecnica non solo sa riprodurre con abilità il soggetto prescelto ma lo pervade di una patina irreale che lo rende nuovo. Le abitazioni e i templi di culto, risplendono di luce propria sotto le tinte pressoché  uniformi di un blu siderale e di un verde marino. Se, infatti, le linee dei dipinti tresoldiani possono non colpire particolarmente l'osservatore, nel complesso l'immagine risulta sempre piacevole grazie al mix di colori studiato dall'artista per creare una luminosità gradevole che attraversa l'occhio senza che questo se ne possa consciamente rendere conto e arrivare dritto alla mente di chi guarda. Ma non si tratta, da parte dell'autore, di un effetto ottenuto casualmente, ma al contrario è il risultato di tutta un'esperienza di oltre quarant'anni, lungo i quali Tresoldi ha privilegiato come metodo, una modalità d'espressione per trasmettere qualcosa all'osservatore, cioè la propria emozione ed il proprio "soggetto", così come lo ha vissuto.

 

Biografia
Quello di Francesco Tresoldi per certi aspetti sembra un cammino segnato. L’artista, nato a Caravaggio, con la cassettina dei colori lasciatoli dal padre prematuramente scomparso,  si dedica alla pittura fin dalla prima giovinezza. Dopo aver frequentato dei corsi all’Accademia di Brera e allestito una prima personale nel 1969 a Romano di Lombardia, nel 1972 è presente a Parigi al “Salon dès Independantes”.  Premiato, grazie ad una tecnica meramente personale in diversi concorsi, nel 1972 viene invitato ad esporre le sue opere a New York e Providence negli Stati Uniti, mostre dedicate al paesaggio italiano. Nel 1976 gli viene assegnato alla Biennale Europea di Bruxelles, il premio della Stampa Belga e l’anno dopo allestisce un importante personale di cento opere a Monaco di Baviera. Mostre che si susseguono anche in diverse città italiane ed in particolare in Valtellina e in tempi più recenti, ancora all’estero a Budapest.  Dedicandosi a scritti d’arte, una sua ricerca biografica sulla vita di Michelangelo Merisi apprezzata da molti studiosi e recensita da numerosi quotidiani e riviste specializzate, ha trovato compimento nel 2006 nella pubblicazione del libro “Caravaggio, ipotesi e realtà'” edito dalla Grafica & Arte Bergamo. Con il regista Roger Person ha in seguito collaborato alla realizzazione del film-documentario  “Who KiIled Caravaggio" della B.B.C. di Londra. Un altro suo lavoro biografico, “Sulle tracce di Polidoro Caldara”, un grande artista caravaggino famoso in Roma agli inizi del cinquecento, ha trovato spazio in una pubblicazione dei “Quaderni” del centro Studi Storici della Geradadda.  

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