MENU

Tra menzogne e bluff: quando una bugia passa alla storia

CULTURA E SPETTACOLO - 19 02 2019 - Redazione

CONDIVIDI

/bugie

“– Che nome gli metterò? – disse tra sé e sé. – Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna.” Probabilmente Collodi non immaginava nemmeno lontanamente il grande successo che avrebbe riscosso il suo burattino, tanto meno poteva sapere che il nome Pinocchio sarebbe diventato sinonimo di bugiardo. Un burattino di legno indisciplinato a cui ogni volta che dice una bugia si allunga il naso, quale metafora migliore per smascherare un imbroglione?

 

Inutile far finta di niente, a tutti sarà capitato di dire una bugia. Sì, va bene, potete continuare ad usare la scusa del “ma era a fin di bene” e a star tranquilli, perché oggi andremo a vedere alcune tra le più grandi menzogne e bluff rimaste nella storia.

 

Dalla radio, ai tavoli da gioco, al web, ecco alcune delle storie più strane che sono circolate per un lungo periodo e che vengono oggi ricordate.

 

Orson Welles e La guerra dei mondi

1938, vigilia di Halloween. Orson Welles sta trasmettendo il suo solito programma radio in diretta sulla CBS quando inizia a far credere che ci sia stata una vera e propria invasione aliena. L'astuzia del conduttore radiofonico è stata quella di recitare il tutto come se si trattassero di veri e propri notiziari radio che aggiornavano gli ascoltatori in diretta.

Questa che può essere vista come una delle antenate delle attuali fake news ha anche un secondo risvolto ancora più divertente: anche i giornali del giorno seguente ingigantirono la notizia tanto che si diffuse una vera e propria leggenda metropolitana fatta di scene di panico e fughe di massa dalle città. In realtà gli effetti del racconto di Orson Welles furono molto più leggeri e in pochi credettero veramente alla notizia.

 

Mark Twain e la sfida a duello

Anche un grande scrittore può mentire? Se si tratta di salvarsi la pelle probabilmente tutti noi avremmo fatto come il grande Mark Twain. Nel lontano 1864 l'allora editore del Territorial Enterpise (un giornale della Virginia) venne sfidato a duello da un editore rivale, tale Mr. Laird.

La storia,riportata nel libro The Routledge Encyclopedia of Mark Twain, spiega come Twain riuscì ad evitare il confronto con il suo sfidante con uno stratagemma: i due si stavano allenando a sparare in un campo e Twain, accortosi della presenza dell'altro, fece sparare un colpo dal suo insegnante che centrò un bersaglio da una notevole distanza. Mr. Laird rimase così impressionato da questo colpo e, credendo fosse stato Twain a sparare, ritirò la sua sfida a duello.

Anche in questo caso la verità si è mescolata alla leggenda e non sappiamo quanto ci sia di vero in tutto questo, fatto sta che questa storia venne poi narrata da Twain stesso in più occasioni.

 

Bluff sul tavolo da gioco: grandi vittorie o terribili disfatte

Occhiali scuri, sguardi sfuggenti, nuvole di fumo. Questo è ciò che viene in mente quando si pensa a un tavolo da poker e a dei giocatori che si sfidano all'ultima puntata. Spesso ci si chiede come si applichi correttamente una strategia di bluff nel poker senza correre rischi. È proprio quest'ultimo il problema, cercare di azzerare la percentuale di rischio è un'impresa impossibile, per questo partiamo da un esempio dove un tentativo di bluff è andato a finire a dir poco male.

Viktor Blom sta giocando una mano contro Munns e lascia tutti a bocca aperta quando fa un all-in da oltre 230mila dollari. Peccato che il giovane non abbia in mano praticamente nulla e venga eliminato da Munns che cala sul tavolo un tris di assi che gli vale un piatto da oltre 480 mila dollari.

La fortuna ha invece sorriso a Phil Ivey la cui impresa è diventata memorabile nell'ambiente professionistico: in una partita al Montecarlo Millions del 2005 si sfidò a colpi di bluff con Paul Jackson, riuscendo a spuntarla all'ultimo e a conquistare il primo posto del torneo dal valore di un milione di dollari.

 

Un Modigliani e tre studenti

L'ultima storia è tutta italiana e racconta lo “scherzetto” di tre studenti di Livorno. L'estate del 1984 è ricordata da molti critici d'arte come quella della caccia alle sculture del Modigliani.

L'artista infatti aveva dichiarato di aver gettato quattro sue opere nei canali livornesi, poiché non molto soddisfatto da queste. Si decise di credere a questa leggenda e di dragare alcuni canali della città toscana. Dopo qualche giorno di ricerca viene rinvenuta una “testa” che sembrava proprio esser stata scolpita dal noto artista.

Per quaranta lunghi giorni il mondo dell'arte rimase in fermento gridando alla scoperta del decennio, peccato che i tre giovani falsari rilasciarono un'intervista con tanto di foto che li ritraeva con la copia della maschera, gettata nei canali per prendersi gioco dei ricercatori.

 

Dire una bugia potrebbe sembrare semplice è vero, ma basta ricordare il proverbio “tutti i nodi vengono al pettine” per ricordarsi di come spesso il bugiardo venga poi smascherato. Se questo non vi avesse ancora convinto vi basterà sapere che in circolazione c'è uno psicologo specializzato nello scoprire i bugiardi dalle espressioni facciali, un certo Paul Ekman le cui teorie sono state rese celebri dalla serie Lie to Me in cui è interpretato da Tim Roth.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI