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Toni Capuozzo affascina il pubblico del Sondrio Festival

CULTURA E SPETTACOLO - 17 11 2018 - Redazione

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“La pace è una conquista. Raccontare la guerra significa raccontare storie di vite uniche e irripetibili”. Ha parlato di guerra e di pace, ma anche di rispetto dell'ambiente e di vita quotidiana, Toni Capuozzo, “giornalista per caso”, come si è definito lui. Una chiacchierata informale che ha affascinato il folto pubblico intervenuto ieri sera per il secondo appuntamento del Sondrio Festival, la Mostra internazionale dei documentari sui parchi, giunto alla 32esima edizione. Come per la serata inaugurale di giovedì, anche ieri si è registrato il tutto esaurito, e il pubblico ha dimostrato di apprezzare la presenza del noto inviato di guerra delle reti Mediaset, intervistato dall'abile Giancarlo Cattaneo di Radio Capital.

 

“Sono diventato giornalista per caso, non ho studiato per fare questo – ha raccontato Toni Capuozzo, che dal 2001 cura e conduce “Terra!”, settimanale del TG5 per dieci anni e poi in onda su Retequattro -. Quando ero bambino non avevamo la televisione, quasi nessuno ce l'aveva, e ho presto capito l'importanza di saper raccontare storie. E' questo che faccio, racconto storie di persone, di vite uniche e irripetibili, anche nella guerra. Non ho mai voluto essere uno di quegli inviati che entra alla sera nelle case delle persone attraverso la televisione con un elmetto in testa e indossando un giubbotto antiproiettile, che snocciola i numeri delle vittime. Io ho sempre cercato di raccontare le storie delle persone, e attraverso loro raccontare la guerra. La storia più bella che ho potuto raccontare? Quella dei 33 minatori cileni rimasti sepolti per settanta giorni e poi salvati”.

Capuozzo ha quindi parlato di rispetto dell'ambiente (“avere rispetto per l'ambiente significa avere rispetto per se stessi”) e ha presentato il suo nuovo libro, “La culla del terrore – L'odio in nome di Allah diventa Stato”, primo esempio di graphic journalism italiano, l'Isis raccontato attraverso i fumetti.

 

La seconda serata del Sondrio Festival si è aperta con il cortometraggio #Ri-cantieri a cura di Più Segni Positivi, un progetto che prevede il recupero di proprietà agricole abbandonate, da destinare al reimpianto della vite e al ritorno ad uno stato produttivo.

“A Castione – ha spiegato il sindaco di Castione Andevenno, Massimiliano Franchetti – sono stati fatti rinascere tre ettari di vigneto in stato abbandono, e tanti altri sono stati i progetti di rinascita portati avanti da Più Segni Positivi. Rinascita del territorio, ma anche di persone che hanno potuto trovare un impiego grazie a questi cantieri, finalizzati appunto al reinserimento occupazionale e alla riqualificazione territoriale”.

 

Spazio poi, ovviamente, ai documentari in concorso.

Il pubblico si è potuto immergere ne “La meravigliosa vita delle farfalle”, documentario di Ann Johnson Prum prodotto in Austria e ambientato tra Ecuador, Marocco, Mozambico, Perù e Stati Uniti. Le farfalle volano sul nostro pianeta da oltre 130 milioni di anni e oggi se ne contano circa 20.000 specie diverse. Ora la nostra attenzione è concentrata sui loro affascinanti stadi di vita: dall’uovo al bruco e alla crisalide, fino alla sviluppo della creatura alata. Il documentario segue la loro vita, evidenziando le sorprendenti tecniche di sopravvivenza e le ricerche che svelano i segreti del loro mondo, cambiando per sempre la nostra visione di queste fantastiche e delicate creature.

 

Il viaggio è proseguito in Tibet con il documentario “Il grande Fiume Himalayano – Dalle sorgenti alle gole” di Klaus Feichtenberger, prodotto in Austria. Fra le sorgenti del Brahmaputra e il suo canyon, lungo le principali creste himalayane, si trova forse il paesaggio più dinamico del mondo. La collisione tuttora in corso fra due continenti originariamente divisi, India e Asia, ha creato sia l’Himalaya che il suo sistema fluviale. Gli altopiani vicini a questi fiumi sono spesso nascosti alla vista e costituiscono l’habitat di animali e piante che si sono adattati alle condizioni estreme delle alte quote e delle basse temperature.

 

I documentari verranno proiettati nuovamente, in replica, oggi alle 16.30. Alle 18, poi, verrà presentato il documentario fuori concorso “La nostra Pietra” di Alessandro Soetje (Germania/Italia), prodotto da Alpenway Media Production GmbH del valtellinese Alessandro Melazzini, in collaborazione con Nantucket. È la storia di come un imprenditore eccentrico e visionario, Daniele Kihlgren, scoprì e cercò di far tornare a vivere un borgo medioevale all’interno del Parco d'Abruzzo, Santo Stefano di Sessanio. Si tratta della seconda proiezione assoluta del film in Italia dopo il debutto al Festival di Montreal nell’agosto scorso.

 

Ospite d'eccezione della terza serata del Sondrio Festival , dedicata allo stambecco delle Orobie, sarà la giornalista Maria Luisa Cocozza. Al Tg5 dal 1993, dal 2013 conduce la rubrica “L’Arca di Noè” Mediaset Play, dedicata agli animali.

Accanto a Maria Luisa Cocozza ci sarà Luca Pelliccioli, socio del CAI sezione di Bergamo e vice presidente del Comitato Scientifico Centrale.

Previsto anche un breve intervento di Ebe Giacometti, vicepresidente nazionale di Italia nostra, e del presidente regionale lombardo Serena Longaretti.

 

Ecco, infine, i documentari che verranno proiettati stasera.

Tasmania – TERRA STRANA E MERAVIGLIOSA

(Tasmania – Weird and Wonderful)

di Matt Hamilton - Produzione: Terra Mater Factual Studios e Humble Bee Films in associazione con Black Devil Productions e BBC - Durata: 50 min. - Area trattata: Tasmania, Australia

 

La Tasmania è un’isola dell’Australia ma è un mondo a sé che ospita una straordinaria popolazione di diavoli neri e di wallaby bianchi. Qui gli alberi si innalzano fino a 100 m e le luci verdi dell’aurora australe danzano nel cielo meridionale. La Tasmania è l’ultimo approdo a sud prima dell’Antartide e qui tutto è influenzato dall’isolamento, dal clima fresco e dalle distinte stagioni.

 

Corea selvaggia – oltre i confini

(Wild Korea – Beyond Borders)

di James Reed – Produzione: Coproduzione Terra Mater Factual Studios e Oxford Scientific Films, in associazione con CJ E&M e Buzz – Austria 2018 – Durata: 50 min. – Area trattata: Corea del Sud

 

La famosa zona demilitarizzata della Corea esiste da quasi 70 anni, al confine fra due nazioni nemiche, dove la tensione rimane ancora alta. Tuttavia fra le barriere di filo spinato e le migliaia di mine terrestri disseminate sul territorio, un meraviglioso ambiente naturale popolato da cinghiali, calabroni giganti e rare gru, convive pacificamente con le testimonianze della guerra.

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