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Romanzetto tiranese - Ninin, Anselmo e il sciur Brembilla

CULTURA E SPETTACOLO - 31 07 2020 - Ivan Bormolini

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/SCORCIO DI PALAZZO PARRAVICINI
SCORCIO DI PALAZZO PARRAVICINI

(Sesta parte di I. Bormolini) Ormai deciso a capire cosa combinasse la sorella, Ninin aveva detto ai genitori che il sabato sera la una domenica avrebbe trascorso qualche ora con l'amico Anselmo. Pur sapendo di mentire ai due, asseriva che avrebbero organizzato una grigliata per il sabato sera e una gita in montagna per il giorno seguente. Prima di uscire rincuorava Giuseppe e Adele dicendo loro che avrebbe dormito da Anselmo e che il mattino seguente si sarebbe alzato all'alba per salire verso Trivigno.

 

Pur dubbiosi ma vedendo di buon occhio quell'amicizia, avevano accettato di buon grado che il loro figlio, reticente ad uscire di casa, si concedesse un po' di svago dopo tanto lavoro ininterrotto.

Ma proprio in quel sabato sera i due improvvisati investigatori privati, sapevano che sarebbe giunto a Tirano il signor Brembilla. L'informazione l'avevano avuta da una collega di Anna, l'unica con la quale la ragazza si confidava. Questa aveva detto loro che sarebbe arrivato il Brembilla e che si sarebbe intrattenuto sino alla domenica sera.

 

Nell'istante in cui la sorella usciva di casa, quattro occhi indiscreti la seguivano ed eccola davanti al Grand Hotel Tirano in attesa di qualcuno.

Dal nostro bel viale, giungeva poco dopo una lussuosa macchina che si fermava davanti allo storico hotel tiranese.

Antonio e Anselmo non potevano credere ai loro occhi, una vettura così non l'avevano mai vista transitare e quando l'autista era sceso ed aveva aperto la porta posteriore al milanese parevano sbigottiti.

Appena sceso, il Brembilla dava un bacio intenso ad Anna e poi dentro per una lussuosa cena romantica.

Ovviamente Ninin e Anselmo, non potevano entrare, ma dall'interno un loro vecchio amico d'infanzia che lavorava come aiuto cuoco, avrebbe provveduto ad informarli su tutto.

Avevano vagato per i paraggi per qualche ora, notando che la lussuosa macchina del Brembilla era parcheggiata fuori da una pensioncina con annesso ristorante.

Entrati con la scusa di bere una gassosa al bancone, avevano scorto quel povero autista, mangiarsi un piatto di minestra.

 

Ben diverso era il menù dei due piccioncini: stando alle parole dell'aiuto cuoco, che al termine del servizio aveva vuotato il sacco, i due si erano concessi una cena a base di pregiati pesci ed il tutto era stato innaffiato da abbondante vino bianco di costosissima etichetta. Ma non solo ecco le parole di quell'aiuto cuoco:

Caro Ninin, io non ho mai visto in alcuni anni di servizio presso questo Grand' Hotel, una cosa del genere. Non so dirti il costo della cena, ma ti assicuro che quel pesce fatto arrivare appositamente per i due ha un prezzo di mercato enorme ed il vino pure.

Ora potete rincasare, il milanese ha prenotato una lussuosa camera matrimoniale e pure per il pranzo di domani a mezzogiorno sembra non aver badato a spese e non è la prima volta, era già successo due settimane fa.

Domani pomeriggio vi avviserò, ma mi raccomando io non vi ho detto nulla”.

Ninin, quella notte come da accordi aveva dormito da Anselmo e la domenica dopo un pranzetto consumato velocemente, i due si erano rimessi a girovagare nei pressi dell'Hotel.

 

Già poco prima delle tredici, avevano notato entrare con dei conoscenti forestieri anche i nobili Alfonso e Lisa, a quel punto Antonio era convinto di avere la fortuna dalla sua, non solo le notizie dall'aiuto cuoco, ma anche la successiva testimonianza degli amici di famiglia.

Il Brembilla e Anna, giungevano in sala da pranzo proprio nel momento in cui sedevano al tavolo anche Alfonso, Lisa e i loro ospiti.

Anna non sapeva più che faccia fare, certo non si aspettava che a poca distanza sedessero gli amici dei suoi genitori.

Questi, con quel fare gentile e sempre signorile che li contraddistingueva, salutavano Anna e quel signore. La ragazza sentendosi scoperta, non poteva fare altro che presentare loro Giovanni Gioacchino Brembilla.

Conclusi i rapidi saluti, Anna si sentiva osservata e dal tono sgargiante della sera prima, era passata a vestire dei panni fatti di mestizia e imbarazzo. Aveva toccato poco cibo, tanto che colui che non era ancora il fidanzato ufficiale, ma un amore da tenere nascosto le aveva chiesto le ragioni di un simile comportamento.

 

La ragazza le aveva spiegato il tutto e lui, per rompere il ghiaccio con un atteggiamento smargiasso e davvero sopra le righe, battendo sul bicchiere aveva attirato l'attenzione di tutti i commensali.

Con parole roboanti aveva elogiato Tirano e la Valtellina, asserendo che nella nostra terra aveva trovato l'amore. Per festeggiare il tutto offriva ad ogni tavolo una bottiglia di pregiato Sforzato.

Nell'udire quelle parole, in molti avevano applaudito e si erano congratulati, Anna appariva imbarazzata, Alfonso e Lisa invece si mostravano con volto preoccupato e teso.

Nel tardo pomeriggio, l'aiuto cuoco riferiva il tutto ed i due giovanotti erano a dir poco sbigottiti.

Ormai la faccenda era chiara, Anna aveva nascosto a tutti una verità scottante, non era a Trivigno per il fine settimana come detto ai genitori, ma da qualche tempo si vedeva con quell'uomo più grande di lei.

A quel punto Anselmo diceva a Ninin che anche Adele e Giuseppe dovevano sapere la verità, non era giusto che fossero all'oscuro di tutto e soprattutto presi per i fondelli dalla figlia.

 

Salutato e ringraziato l'amico per averlo accompagnato e ospitato, Ninin prima di vuotare il sacco con i genitori assicuratosi che Brembilla era ripartito e che Anna fosse rincasata nel tardo pomeriggio di quella domenica, aveva atteso che anche i conoscenti dei due nobili lasciassero Tirano.

Così, prima di rincasare aveva bussato alla loro porta. I due ignari del motivo di quell'inaspettata visita accolsero il giovane il quale vuotava il sacco.

Voleva sapere anche da loro cosa fosse successo e soprattutto chiedeva consiglio su come dirlo ai genitori.

Anche Alfonso e la moglie erano dell'idea che i due amici dovessero sapere, prima che qualcuno di estraneo riferisse loro il tutto. Infatti, la voce di quell'auto che arrivava a Tirano nei fine settimana iniziava a circolare e soprattutto già qualche occhio locale aveva notato che il proprietario era “amico di Anna”. Ma come fare?

 

Ninin, aveva preso il coraggio a due mani, quell'arcano andava svelato e il muro di menzogne della sorella doveva cadere quella stessa sera.

Giunto a casa, la tavola era apparecchiata per tutti e quattro, la buona madre aveva preparato una lauta cena ed il padre aveva asserito:

Avrete fame tutti e due, l'aria di montagna stanca, mangiate che domani inizia per tutti una nuova settimana di lavoro”.

Ignari di tutto certo non sapevano che quella cena si sarebbe trasformata in una verità ben poco idilliaca.

Anna, pur ringraziando aveva detto di non aver tanta fame e tesa in volto asseriva di volersi coricare.

A qual punto Ninin, con voce alta e arrabbiata ordinava alla sorella di sedersi ed ascoltare; un po' perplessi per quel tono inusuale per il ragazzo i genitori iniziavano a guardarsi con occhi preoccupati.

 

Mamma, papà, dovete sapere che io in questo fine settimana, non sono stato a Trivigno, vi chiedo scusa per avervi raccontato una balla, ma qui tra di noi c'è qualcuno che deve dare ben altre giustificazioni per il suo comportamento.....Non è vero Anna!”

Adele e Giuseppe continuavano a non capire, Anna arrossiva e quell'istante di silenzio che pareva durare in eterno, faceva andare su tutte le furie Giuseppe il quale, cosa mai successa, batteva forte un pugno sul tavolo, e con voce ferma e decisa ammoniva i figli:

Insomma ci volete dire cosa succede si o no”?

Il mutismo di Anna, continuava dai suoi occhi scendeva una lacrima, ormai si sentiva scoperta e credeva che Alfonso e Lisa avessero già detto tutto ai genitori.

Bene - iniziava Ninin - visto che mia sorella pare aver perso ulteriormente la favella, parlo io. Lo sapete dove sono stato tra ieri sera ed oggi?

Semplicemente ad osservare ciò che lei stessa faceva, non a Trivigno ma qui a Tirano a pochi passi dall'uscio di casa nostra.

Mi spiace arrecarvi dolore ma non posso tacere, vostra figlia, mia sorella gemella, si vede ormai quasi ogni fine settimana con un riccone di Milano che ha conosciuto sul posto di lavoro. Mangiano, bevono e amoreggiano nottetempo, nel prestigioso Grand' Hotel Tirano. Peccato che quest'uomo sia più grande di lei di parecchi anni, il tutto vi può essere confermato anche da Alfonso e Lisa che oggi erano in quella sala da pranzo”.

Nell'udire quelle parole ferme e decise, i genitori erano caduti nello sconforto più totale, ormai anche la cena si era raffreddata e Adele chiedendo spiegazioni alla figlia si sentiva rispondere in modo brusco:

La vita è mia e ne faccio ciò che voglio, sì è vero Giovanni Gioacchino è più grande di me, l'ho conosciuto sul lavoro e ci siamo innamorati, non vedo nulla di male è un uomo colto e ricco che mi ama e mi stima”.

 

A quelle parole facevano eco quelle del padre:

Qui non si sta parlando di chi tu ti sia innamorata, noi non possiamo giudicare una persona che non conosciamo anche se è più grande di te, il fatto grave è che ci hai mentito per molto tempo e questo non lo possiamo accettare, così come non tolleriamo più i tuoi comportamenti e la tua continua maleducazione che di certo non ti abbiamo insegnato”.

Anna abbandonando la tavola si era chiusa a chiave in camera sua, mentre i tre cercavano di capire cosa volesse fare la figlia del suo futuro.

Ancora una volta era prevalsa la linea della cautela, era chiaro che Anna fosse innamorata di quell'uomo ed allora perché non cercare di conoscerlo e capire le sue reali intenzioni?

Nei periodi successivi Anna non nascondeva più nulla, ormai scoperta faceva bella mostra di sé con il suo amato quasi tutti i fine settimana, pranzi e cene, aperitivi al Caffè Lorandi e lusso sfrenato.

Tutta Tirano ne parlava, non si era mai visto in giro un tipo del genere che pareva strabordare di denaro.

 

(Fine sesta parte, l'appuntamento è per mercoledì 5 agosto)

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